Un afroamericano di 72 anni è stato assolto 47 anni dopo una prima condanna per stupro. Il processo fu pieno di errori e pregiudizi.
- Leonard Mack, afroamericano di New York, nel 1975 fu condannato per stupro.
- Un nuovo test del dna, 47 anni dopo, ne ha decretato l’innocenza.
- Testimonianze fuorviani e pregiudizi razziali: per Innocence Project il suo caso racchiude di tutti i casi di errori giudiziari.
Era stato condannato per stupro 47 anni fa, quando era un giovane da poco tornato dal Vietnam. Quasi mezzo secolo dopo, nel giorno del suo 72esimo compleanno, Leonard Mack è stato ritenuto innocente a seguito di un nuovo esame del dna e la condanna a suo carico è stata annullata. A togliere ogni dubbio sull’innocenza di Mack, c’è anche il fatto che, mezzo secolo dopo, un altro uomo ha confessato il crimine avvenuto nel 1975. Mack oggi vive con sua moglie in Carolina del Sud da quasi 21 anni, dopo aver scontato 7 anni e mezzo di carcere che però, insieme al marchio della condanna, lo hanno segnato per tutto il resto della sua vita da uomo libero: “Quello che mi è successo ha cambiato il corso della mia vita, tutto, da dove vivevo al rapporto con la mia famiglia”.
Leonard Mack, un caso paradigmatico di mala-giustizia
La storia a lieto fine, ma terribile per la vita bruciata di Mack, arriva da New York: cittadino statunitense di 72 anni di origine afroamericana, era stato ritenuto colpevole di uno stupro avvenuto nel 1975 nei confronti di una liceale e per possesso illegale di armi. Leonard Mack si era sempre dichiarato innocente, ma solo l’anno scorso l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Westchester aveva aperto una procedura per riesaminare il caso e disposto un test del dna che ha “escluso definitivamente” Mack come autore della violenza sessuale. Il riesame ha constatato che le indagini iniziali e il procedimento giudiziario si basavano su identificazioni di testimoni oculari che erano “contaminate da procedure problematiche e fuorvianti utilizzate dalla polizia“, ha affermato la procura in un comunicato. Come dire: ai tempi, le forze dell’ordine, indirizzarono le testimonianze a disposizione verso Mack.
Secondo Innocence Project, un’organizzazione che lavora per scagionare le persone ingiustamente condannate e che è riuscita a far riaprire il caso sostenendo le spese legali attraverso un crowdfunding, la storia di Leonard Mack è paradigmatica perché contiene praticamente tutti i fattori comuni che contribuiscono alle condanne sbagliate: l’errata identificazione dei testimoni oculari, la causa principale di condanne di persone innocenti, ha svolto un ruolo centrale, oltre alle testimonianze forensi fuorvianti presentate dall’analista dello Stato durante il processo, fino ad arrivare ai pregiudizi razziali delle forze dell’ordine. Nonostante l’alibi dei testimoni e le prove sierologiche ricavate dalla biancheria intima della vittima che escludevano il signor Mack già nel 1976, l’uomo ha trascorso sette anni e mezzo in prigione e da allora ha convissuto con questa ingiusta condanna per 41 anni, da uomo libero, ma sempre con quel marchio di infamia addosso.
Leonard Mack, nel giorno del suo definitivo proscioglimento, ha detto di non aver mai perso la speranza che la sua innocenza fosse dimostrata. “È passato molto tempo. Ho perso sette anni e mezzo della mia vita in prigione per un crimine che non ho commesso e convivo con questa ingiustizia che incombe sulla mia testa da quasi 50 anni. Ora la verità è venuta a galla e posso finalmente tornare a respirare. Finalmente sono libero”. Secondo l’Innocence Project, quello di Mack è tra l’altro il caso di annullamento di una condanna ingiusta più tardiva nella storia della giustizia degli Stati Uniti.
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