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Ce lo ha ricordato l’orca Tahlequah che, come già accaduto nel 2018, ha perso un cucciolo e ne culla tristemente il corpo, prima di lasciarlo andare.
Un’indisturbata famiglia di tigri siberiane in Cina e il rarissimo leopardo di Amur tornano a farsi vedere, segno che le popolazioni si stanno riprendendo.
Sono almeno 57 i leopardi di Amur (Panthera pardus orientalis) censiti e registrati grazie alle trappole fotografiche nel parco nazionale “Terra del leopardo”, nella Russia orientale.
Un’ottima notizia, che sta a confermare la crescita della popolazione che in circa sette anni è quasi raddoppiata. Segno che le politiche di conservazione stanno funzionando: nel 2007 si contavano circa 30 esemplari in tutto il pianeta e il leopardo di Amur era considerato come specie sull’orlo dell’estinzione dalla Iucn (Unione mondiale per la conservazione della natura).
“Nonostante sia ancora sull’orlo dell’estinzione, il leopardo di Amur sta mostrando i primi segni incoraggianti di ripresa, a dimostrazione che gli sforzi di conservazione stanno avendo i loro frutti”, ha dichiarato Carlos Drews, direttore del programma di conservazione. “La collaborazione tra Russia e Cina per proteggere le vaste aree di habitat dove il leopardo vive, è il prossimo passo fondamentale per la protezione di questa specie”.
Ma le buone notizie non finiscono qui. Sempre il Wwf ha recentemente pubblicato un video dove si vede chiaramente una famiglia di tigri dell’Amur (Panthera tigris altaica), meglio conosciuta come tigre siberiana, aggirarsi per la foresta. Si tratta dello stesso habitat dove sopravvive il leopardo di Amur.
Anche in questo caso si tratta di una specie fortemente minacciata e aver registrato la sua presenza all’interno della foresta cinese sta a significare il ritorno della tigre. “Questo video dimostra che le popolazioni selvatiche di tigre dell’Amur si stanno diffondendo all’interno della Cina”, ha detto Shi Quanhua, a capo del programma di conservazione dei grandi felini in Cina. “I molti anni di lavoro hanno portato a questo splendido filmato, grazie all’istituzione di aree di conservazione, l’incremento della disponibilità di prede e l’installazione di oltre un centinaio di telecamere a infrarossi in aree poco accessibili”.
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