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Les Rencontres d’Arles. Il festival di fotografia più importante d’Europa compie 50 anni
Per la cinquantesima edizione del festival di fotografia Les Rencontres d’Arles, il fotografo Philippe Chancel porta in mostra il nostro Pianeta, documentando i sintomi del suo declino.
Era il 1970 quando Lucien Clergue, fotografo nativo di Arles, Michel Tournier, scrittore, e Jean-Maurice Rouquette, storico, decidono di dar vita a quello che sarebbe diventato negli ultimi cinquant’anni il festival di fotografia più seguito d’Europa: Les Rencontres d’Arles.
Tre mesi, da luglio a settembre, come occasione speciale per visitare Arles, nel sud della Francia, sotto una luce diversa. Mostre in luoghi solitamente chiusi al pubblico ed esposizioni in ogni angolo della città fanno del festival un’occasione unica per esplorare questo angolo di Provenza.
Datazone, il lavoro del fotografo Philippe Chancel sul declino del Pianeta
L’Église des Frères Prêcheurs è la splendida chiesa pensata per ospitare la mostra Datazone di Philippe Chancel che fa da padrona a questa edizione del festival. Un immenso racconto monografico del fotografo francese per raccontare il suo punto di vista su come il nostro Pianeta stia andando verso la direzione della decadenza.
Per quindici anni Chancel ha esplorato zone sensibili in quattordici paesi per studiare e documentare i segni più allarmanti del declino. Si inizia dal Giappone, e quello che rimane dopo il disastroso terremoto del 2011 nella regione di Tohoku. Città abbandonate e interi villaggi distrutti.
Pochi chilometri fuori Detroit, le sue immagini ci portano a Flint, la “murdertown” statunitense. Dall’inizio degli anni 2000 la polizia locale ha registrato 60-65 omicidi all’anno, con un aumento di violenza per motivi razziali. Una città “vittima di uno tsunami industriale” dopo i prosperi dell’industria automobilistica. Fino ad arrivare al 2016 quando, in piena campagna elettorale, si scoprì che il governo locale per evitare di aumentare i costi dell’acqua usò quella altamente tossica del fiume Flint come fonte di acqua potabile.
Da Marsiglia si arriva in Sud Africa fino a risalire al sud della Nigeria: Ogoniland. Un tempo paradiso terrestre, oggi distrutto dalla rottura degli oleodotti che hanno distrutto la fauna e la flora del territorio.
India, Kazakistan, fino ad arrivare alla crisi migratoria alla porte dell’Europa ma anche all’interno dell’Europa stessa e ai muri per proteggere i propri confini. È lungo 269 chilometri il muro della Bulgaria sul confine turco.
Cosa non perdere ai Rencontres d’Arles
Home sweet home. La casa come punto di partenza per raccontare l’evoluzione sociale britannica dagli anni Settanta ad oggi; Helen Levitt e il suo racconto di New York negli anni Trenta; Home and Away – Open Walls, mostra organizzata dal British Journal of Photography nella splendida cornice della Galerie Huit; Voies Off, una selezione di fotografi e mostre alternativa e complementare a Les Rencontres.
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