La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Gli stambecchi sono scomparsi dalle montagne libanesi oltre cento anni fa, oggi, grazie ad un efficace progetto di reintroduzione, questa capra selvatica sta tornando.
Fino agli inizi del Novecento lo stambecco del deserto (Capra nubiana) si spostava aggraziato ed etereo su tutte le montagne del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, comprese le vette più alte del Libano. Dal Libano, però, questa capra selvatica strettamente imparentata con lo stambecco delle Alpi (Capra ibex), scomparve a causa della caccia, della distruzione dell’habitat e della competizione per le risorse con il bestiame domestico. Oggi, grazie ad un ambizioso progetto di reintroduzione, questi ungulati stanno tornando ad occupare i loro antichi territori e a rendere più vive (e di conseguenza più attrattive dal punto di vista eco-turistico) le montagne del Libano.
Il progetto che ha portato alla reintroduzione dello stambecco del deserto in Libano, avviato il 13 ottobre 2017, è parte di un ampio programma di cooperazione tra Istituto Oikos, organizzazione impegnata nella tutela di suolo, acqua, foreste e fauna, la Riserva della biosfera dello Shouf, in Libano, la Royal society for conservation of nature di Giordania, l’area protetta di Wadi Rum, in Giordania, e grazie al supporto della Cooperazione italiana in Libano e di Fondazione Mava.
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Lo stambecco del deserto è classificato come vulnerabile dalla Lista rossa della Iucn, attualmente la specie vive in Egitto, nel nord-est del Sudan, nell’Etiopia settentrionale e nell’Eritrea occidentale, in Israele, nella Giordania occidentale, in località sparse nell’Arabia Saudita, nello Yemen e nell’Oman meridionale. Mentre era stato dichiarato estinto in Libano e in Siria. Circa sei mesi fa dodici esemplari di stambecco del deserto sono stati prelevati da un’area recintata situata all’interno dall’Area protetta di Wadi Rum, in Giordania, e condotti in Libano, in un’altra area recintata, di circa trenta ettari, situata nella Riserva della biosfera dello Shouf.
Le fototrappole installate da Istituto Oikos hanno ripreso, pochi mesi fa, i primi due cuccioli di capra nubiana nati in Libano circa cento anni dalla scomparsa della specie. Sono i primi esemplari nati nella terra che un tempo ospitava i loro avi e la loro nascita certifica il successo del programma e lascia ben sperare per il futuro della specie. “Il programma, se tutto andrà per il meglio, porterà al rilascio di alcuni gruppi di capre nubiane entro i prossimi due anni – si legge nel comunicato diffuso da Istituto Oikos. – I padri fondatori della futura popolazione libanese potranno così tornare a occupare i territori da cui la specie è sparita all’inizio del Novecento”.
Il prossimo passo prevede la reintroduzione degli stambecchi in natura al fine di agevolare l’esistenza di una popolazione vitale allo stato selvaggio. Nel frattempo lo staff della Riserva della biosfera dello Shouf, insieme ai tecnici di Istituto Oikos, sta monitorando gli animali che vivono nell’area recintata per controllare il loro adattamento al nuovo (vecchio) habitat, verificarne il benessere e la dieta. Lo stambecco del deserto, nonostante il bracconaggio e la perdita di habitat rappresentino tutt’ora delle minacce concrete, non ne vuole sapere di estinguersi e, grazie ad uno straordinario progetto di conservazione, tornerà a saltare aggraziato tra gli aspri picchi delle montagne del Libano.
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