Liberalit

Aristotele vede nella liberalit

Il concetto di limite, di misura, di giusto mezzo e, quindi, di
armonia dell’anima, costituisce una delle cifre più alte del
pensiero greco; il limite, il punto ideale posto a metà tra
l’ eccesso e il difetto, assume per i greci un altissimo
significato etico ed esistenziale.

Aristotele, trattando delle virtù etiche, sottolinea come
siano tali nella misura in cui la ragione interviene, impedendo a
impulsi e passioni di tracimare, a stabilire il giusto mezzo tra
gli opposti: per esempio il coraggio è medietà tra
viltà e temerarietà.

Per quanto riguarda la liberalità, trattata nel IV libro
dell'”Etica Nicomachea”, Aristotele afferma che è una
virtù mediana, in quanto, a proposito dei beni materiali, si
situa esattamente a metà tra il dare e il ricevere; insomma,
tra la prodigalità e l’avarizia.
Il prodigo, infatti, dona in eccesso e prende in difetto, tuttavia,
invecchiando o diventando povero, tende a correggersi e, comunque,
danneggia se stesso, ma reca del bene agli altri; l’avaro, invece,
si configura, sempre a proposito dei beni materiali, come l’uomo
peggiore, perché, anche invecchiando, non riesce a
migliorare e, inoltre, non solo non dà a del suo, ma ha
anche la tendenza ad appropriarsi senza alcuna remora morale di
quello degli altri.

Di ben altra statura è, invece, il liberale per le sue
capacità di donare e per questo di essere amato: il suo
donare è finalizzato alla bellezza morale, intercetta il
dove e il quando in modo opportuno, ed è accompagnato da una
certa piacevole soddisfazione.

Ecco come lo stesso Aristotele conferma quanto abbiamo detto: “E
l’uomo liberale, dunque, donerà in vista del bello ed in
maniera corretta: donerà, cioè, a chi si deve e nella
quantità e nel momento in cui si deve, ed osserverà
tutte le altre condizioni che il donare rettamente implica; e lo
farà con piacere, o almeno senza pena: infatti, ciò
che è conforme a virtù è piacevole o senza
pena, anzi non è affatto penoso”.
E ancora: “È affatto caratteristico dell’uomo liberale
persino eccedere nel donare, in modo da lasciare a se stesso la
parte minore dei suoi beni: infatti, è proprio del liberale
non guardare a se stesso”.

Fabio Gabrielli

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