A febbraio, in Irlanda, è stato introdotto un sistema di riciclo della plastica che ha permesso di raccogliere 630 milioni contenitori.
Libertà sessuale
Ogni qualvolta l’uomo ha cercato di esprimere una nuova etica, una nuova qualità della vita, ha rivendicato sempre una maggiore libertà sessuale.
Non a caso il sesso è stato uno dei protagonisti della rivoluzione socio-culturale del
’68.
Negli anni settanta, la sessualità, finalmente vissuta
pienamente e liberamente, diventa un fatto pubblico, anzi un “atto
politico”. E’ energia di coesione, si accompagna a grandi festival
musicali, all’impegno per l’ecologia – i giovani sono i “figli dei
fiori”- per i diritti umani e per il pacifismo, celebre è la
frase “fate l’amore e non la guerra”.
L’organo sessuale femminile diventa simbolo di ribellione delle
donne al maschilismo imperante. Per la prima volta le canzoni
italiane affermano il sesso come valore umano, senza allusioni o
stupidi doppi sensi; classico il “chi non lavora non fa
l’amore”.
Gli studi sulla sessualità e su come raggiungere il piacere
si diffondono a macchia d’olio.
Il libro Paura di volare di Erica Jong, manifesto della liberazione
sessuale, e la scoperta della pillola contribuiscono a farla vivere
più liberamente. La sessualità entra dirompente
persino nel Parlamento italiano e abbatte il tabù del
divorzio e dell’aborto.
Oggi, invece, il sesso è sempre più condizionato dal
potere del mercato, della tecnologia e della pubblicità.
L’amore etereo, gay o bisessuale permea qualsiasi aspetto della
cultura, della pubblicità e della TV.
Grazie anche a internet e all’enorme industria pornografica il
sesso sta diventando un “prodotto globalizzato”, malgrado l’incubo
dell’Aids. Tutto è permesso, purché sia praticato in
spazi protetti, per privilegiare sempre più, come negli
altri settori, il privato e allo stesso tempo la
superficialità e la teatralità del rapporto.
L’industria farmaceutica crea prodotti per chi del piacere sessuale
ha solo il ricordo e cerca di scoprire i molti segreti della
sessualità della donna, al solo fine di far credere che
basti una pillola per provare piacere.
Il sesso, non è più uno strumento per allargare le
coscienze e offrire possibilità di accesso a una vita
creatrice e creativa, ma diventa una mera ricerca biologica, una
tecnica, una merce da comprare e vendere.
La ricerca scientifica sul piacere e sulla nuova “libertà”
sessuale – tutta farmaceutica – che vorrebbe donare, cade nel
ridicolo se dimentica che nella sessualità entra in gioco
tutto il nostro corpo, tutto il nostro vissuto, oltre,
naturalmente, all’equilibrio e alla tenerezza.
L’ansia del piacere a tutti i costi ci sta portando all’impotenza e
alla frigidità o, comunque, a un costante senso di
inadeguatezza e insoddisfazione. Il risultato è che si parla
molto di sesso, ma se ne fa poco e anche in maniera egoistica,
consumistica e… virtuale: stiamo diventando una società di
guardoni e di esibizionisti. Il Grande Fratello, le Webcam e i
“calendari” ne sono un esempio! L’immaterialità del lavoro e
della nuova economia si è estesa anche al sesso: siamo solo
illusi di essere più liberi di provare più
piacere.
Mentre insoddisfazione e rabbia si celano sotto un’apparenza di
conformismo ingannevole, la depressione è l’unica cosa
concreta che circola… molto liberamente! Forse proprio ridando al
sesso la sua dimensione comunicativa, creativa e, meglio ancora,
affettiva, riusciremo a liberarci da una della cause del malessere
moderno.
Gabriele Bettoschi
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