Scomodo è un mensile indipendente di attualità e cultura under 30, nato nel 2016 a Roma da un gruppo di ragazze e ragazzi liceali e che oggi viene distribuito gratuitamente in molte università e istituti superiori d’Italia. “Noi abbiamo iniziato a distribuire la rivista inizialmente senza chiedere niente a nessuno”, ha raccontato a LifeGate uno dei rappresentanti d’istituto del liceo Amaldi, “poi in maniera del tutto informale abbiamo chiesto alla vice preside se avremmo dovuto avere delle autorizzazioni e la decisione è passata al consiglio di Istituto”. È a questo punto che, portata la questione di fronte alla dirigente, professori e genitori, gli studenti si vedono negato il permesso di distribuire la rivista all’interno della scuola.
L’esser diviso è il tema che più preoccupa gli studenti
Durante la seduta sono emerse diverse motivazioni, dalle più ragionevoli, fino alle più assurde. Nell’estratto del verbale si legge che uno dei genitori ha addirittura affermato che il giornale sarebbe discriminatorio perché tratta argomenti come il diritto all’aborto sottolineandone la scarsa assistenza finanziaria, ma non i problemi delle famiglie numerose che ricevono ancor meno sostegno. Inoltre, il giornale utilizzerebbe simboli esoterici come il numero 666. Infine, sembrerebbe evidente l’orientamento politico riconducibile alle idee promosse dal World economic forum.
Sempre secondo quanto si legge nel verbale, a questo punto è intervenuta la dirigente scolastica dichiarando che nella scuola non dovrebbero trovare spazio argomenti divisivi, capaci di creare contrapposizioni ideologiche, anziché un confronto costruttivo. Dopo questa discussione la proposta è respinta a maggioranza.
“La motivazione per noi più allarmante”, ha riportato sempre uno dei rappresentanti di istituto, “è stata quella fornita dalla preside, perché non è la prima volta che tira fuori questo tema, cioè quello della divisività”. Dello stesso parere è anche Edoardo Bucci, responsabile editoriale di Scomodo, che ha aggiunto a LifeGate che “è la prima volta nella storia di Scomodo che succede una questione del genere”. La redazione, infatti, da sette anni distribuisce il giornalino in più di cento scuole, con l’obiettivo di costituire spunto per costruire una discussione critica e portare determinati temi anche tra i più giovani.
La reazione al divieto
Il divieto di distribuire la rivista, però, non ha fermato gli studenti. “Noi abbiamo deciso di fare un atto di disobbedienza civile e continuare a distribuire Scomodo, autodenunciandoci tramite un comunicato” ha raccontato ancora uno dei rappresentanti di istituto, sottolineando che il motivo della loro rabbia non sta solo nel riferimento all’aborto, che è venuto da uno dei genitori, ma soprattutto nella dichiarazione della dirigente riguardo l’esser divisivo.
Gli studenti hanno fatto sapere attraverso il comunicato che considerano Scomodo un giornalino di qualità, di cui apprezzano, tra le altre cose, lo spirito giovane e indipendente e per questo motivo hanno deciso di continuare la distribuzione libera, volontaria e gratuita, alimentando il libero accesso all’informazione. “Noi crediamo che gli argomenti che sono considerati divisivi” ha aggiunto il rappresentante degli studenti “siano quelli che danno più input per il dialogo, per il confronto, un input per sviluppare uno spirito critico”.
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Non è ancora arrivata una contro risposta da parte del consiglio di Istituto, ma la redazione di Scomodo, nel frattempo, ha manifestato il suo pieno appoggio agli studenti del liceo Amaldi. “Dal nostro punto di vista” ha spiegato Bucci, “essendo un contesto delicato come la scuola, noi ci mettiamo in supporto e in ascolto di quello che loro vogliono fare, sia ora che nel prossimo periodo”, evidenziando il coraggio di continuare la distribuzione anche in modo non autorizzato.
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