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La Life Support di Emergency, per assicurare il diritto alla vita nel Mediterraneo centrale
La Life Support è la nave di ricerca e soccorso di Emergency ed è operativa nel Mediterraneo centrale, la rotta migratoria più pericolosa del mondo, da dicembre 2022.
“Vengo dall’Africa sub-sahariana, sono partito a causa della guerra e dei conflitti continui nella mia regione. Mi sono trasferito prima in Camerun, e poi in Chad dove ho lavorato in una miniera d’oro nel deserto al confine con la Libia. È stato davvero difficile: eravamo in condizione di schiavitù, ci obbligavano a lavorare minacciandoci con le armi, e non potevamo andarcene senza pagare. Dopo tre mesi dei libici ci hanno portati in una prigione – Racconta M., una delle 1.219 persone migranti portate in salvo dalla Life Support di Emergency, la nave di ricerca e soccorso dell’associazione fondata da Gino Strada che è attiva nel Mediterraneo centrale – Sono riuscito a uscire solo perché mi hanno venduto a un agricoltore libico. Un giorno sono arrivati altri libici e mi hanno portato con loro, promettendomi l’Europa. Mi hanno condotto davanti una barca: un piccolo gommone, senza protezioni. Ho avuto paura, mi hanno costretto a salire con le armi. Per fortuna siamo sopravvissuti. Non ho idea di cosa aspettarmi dall’Europa. Per ora mi basta essere vivo. Al resto non voglio ancora pensare”.
Alla ricerca di un futuro migliore
1.219 è anche il numero delle storie raccolte dallo staff di bordo della nave Life Support: ogni persona salita a bordo ha portato con sé la speranza di un futuro migliore in Europa, nelle sue parole la sofferenza di quello che è stato vissuto fino a quel momento, ma soprattutto il bisogno di guardare avanti.
Il progetto Sar di Emergency è stato avviato nel dicembre 2022 e si è reso necessario davanti all’evidenza di una situazione sempre più letale per le migliaia di persone che ogni giorno partono dalle coste africane scappando da guerre, carestie ed estrema povertà. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sono oltre 22mila le persone morte o disperse dal 2014. Una media di sei persone al giorno. Per questo motivo, la rotta migratoria in questione è considerata una delle più pericolose al mondo.
Pietro Parrino, direttore del reparto operativo di Emergency, spiega bene il motivo per cui l’associazione ha scelto di essere presente nel Mediterraneo centrale: “La Life Support interviene in un luogo considerato come la frontiera più pericolosa per i migranti, sia per numero di morti sia di persone disperse. È il nostro modo di continuare a fare la nostra parte, ricordando che il soccorso in mare è un obbligo previsto dal diritto del mare ma anche un obbligo morale”.
La tutela del più importante dei diritti, quello alla vita, viene portato avanti da questo progetto, fortemente voluto da Gino Strada le cui parole compaiono sulla fiancata dell’imbarcazione: “I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”.
Le operazioni della Life Support
Ogni operazione si svolge dopo che la Life Support è arrivata nella cosiddetta zona Sar (Search and Rescue) maltese o libica, nella quale si presta soccorso nel momento in cui vi è segnalazione di una imbarcazione in difficoltà o quest’ultima viene avvistata proprio dalla nave. In quel momento lo staff, composto da 28 persone di cui nove marittimi e 17 di personale Emergency, inizia i preparativi per procedere alle operazioni di recupero che si avviano nel momento in cui i rhib – ovvero i gommoni – vengono calati in acqua. Una volta che il gommone si avvicina all’imbarcazione in difficoltà, i mediatori culturali iniziano a tranquillizzare le persone che dopo aver distribuito i salvagenti vengono aiutate, ad una ad una, a salire sul rhib. Nel momento in cui le persone migranti sono state messe in sicurezza, il gommone si riavvicina alla Life Support e con cautela i naufraghi vengono fatti salire tutti a bordo. Da quel momento iniziano tutte le operazioni di supporto e assistenza sanitaria, grazie al team di infermieri, medici e mediatori culturali presenti sulla nave.
Per spiegare al meglio tutte le operazioni che vengono svolte dalla Life Support, Emergency ha deciso di creare un video in realtà virtuale, fruibile tramite visore 360 gradi e prodotto in collaborazione con l’azienda Impersive. Grazie a questo video, realizzato durante una delle quindici missioni della Life Support, lo spettatore è completamente immerso in tutte le fasi di ricerca e soccorso in mare, dal watching, ovvero la fase di avvistamento della barca in difficoltà, al salvataggio. In più, sempre grazie al video, è possibile ascoltare le voci e le storie di alcune delle persone migranti soccorse, come quella di M. In questo modo sarà possibile vivere in prima persona un salvataggio in mare, sia dal punto di vista delle persone soccorse che di chi soccorre.
Questa esperienza immersiva sarà messa a disposizione di tutti durante la settimana dall’11 al 17 dicembre negli Spazi Natale di Emergency allestiti in 19 città del Paese e aperti fino al 24. A Milano sarà possibile vedere il video 360° e sostenere tutti i progetti in Italia e nel mondo di Emergency, in via Santa Croce 19, proprio nella sede dell’associazione che sta per compiere i trent’anni dalla sua nascita.
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