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La Tunisia nega il salvataggio di 40 persone migranti alla Life Support di Emergency
I naufraghi erano bloccati sulla piattaforma tunisina per l’estrazione di gas Miskar, che ha permesso alla nave di Emergency avvicinarsi salvo poi negarle il permesso di compiere i soccorsi.
Alla nave per il soccorso umanitario in mare Life Support di Emergency è stata negata la possibilità di soccorrere 40 persone migranti che si trovavano a bordo della piattaforma per l’estrazione del gas tunisina Miskar. Lo ha comunicato domenica pomeriggio la stessa organizzazione non governativa, che ha anche riportato di aver avuto due distinte comunicazioni con il personale della Miskar. Se nella prima occasione era stato concesso agli operatori umanitari di avvicinarsi per soccorrere le persone bloccate sulla piattaforma, poco dopo una seconda chiamata all’equipaggio della nave aveva negato questo permesso.
40 persone bloccate in mezzo al Mediterraneo dopo un naufragio
La prima segnalazione della presenza di 40 persone migranti sulla piattaforma per l’estrazione di gas dal fondale del mar Mediterraneo era arrivata nel pomeriggio di sabato 9 marzo. Lo Sparrow 4, un aereo di Frontex – l’Agenzia dell’Unione europea per il controllo delle frontiere – che sorvolava il tratto di mare al largo delle coste tunisine ha informato di aver individuato circa 40 persone a bordo della piattaforma situata in acque internazionali e nella zona di ricerca e soccorso (Sar) di competenza di Malta. Il giacimento di gas Miskar è un giacimento di gas naturale situato nel Golfo di Gabès, un’area che si estende per circa 200 chilometri lungo la costa sud-orientale della Tunisia, tra la città di Sfax, le isole Kerkennah e l’isola di Djerba. È stato scoperto nel 1975 e sviluppato da Bg Group, una ex compagnia petrolifera britannica in seguito acquisita da Shell. Il giacimento ha iniziato la produzione di gas naturale nel 1996.
Al momento della segnalazione la Life Support si trovava a poche miglia di distanza, riuscendo a raggiungere rapidamente le coordinate comunicate e constatare la presenza delle persone sulla parte inferiore della piattaforma. I migranti erano vicino all’acqua e non distante da loro era visibile un gommone distrutto e ormai alla deriva; probabilmente il mezzo con cui il gruppo aveva lasciato le coste dell’Africa settentrionale: “Dopo aver comunicato con lo Sparrow 4, la Life Support ha chiamato via radio la piattaforma Miskar, spiegando la situazione e ottenendo l’autorizzazione per avvicinarsi. Ha anche cercato di mettersi in contatto con la Mrcc maltese e italiana senza avere risposta”, ha comunicato Emergency.
L’autorizzazione, poi il permesso negato dalla Miskar
Secondo quanto fatto capire dalla ong, i responsabili della Miskar avrebbero inizialmente concesso agli operatori umanitari di avvicinarsi alla piattaforma per trarre in salvo i migranti. Quando i due gommoni di soccorso partiti dalla Life Support erano ormai a poche centinaia di metri dalla struttura in mezzo al Mediterraneo, l’equipaggio ha ricevuto una seconda comunicazione dalla Miskar che ha negato il precedente permesso. I responsabili della piattaforma avrebbero spiegato che un’imbarcazione della marina tunisina si stava avvicinando alla piattaforma, e che sarebbe stata lei a compiere il soccorso: “Il comandante ha comunicato alla piattaforma che saremmo stati in grado di fornire assistenza medica se necessario. Miskar ha rifiutato l’offerta, chiedendo però alla Life Support di trasferire le circa 40 persone dalla piattaforma all’assetto della Marina tunisina in arrivo. La Life Support ha comunicato che non avrebbe effettuato questa manovra perché la Tunisia non è un Paese sicuro dove riportare i naufraghi“, continua il comunicato diffuso da Emergency.
La ong ha poi continuato le operazioni di ricerca e soccorso non lontano dalla piattaforma, cercando nuovi contatti con la Miskar che però non ha fornito risposte. Non è dunque chiaro se le 40 persone naufragate nel bel mezzo del Mediterraneo siano state prelevate dalla marina tunisina o se si trovino ancora sulla Miskar: “Abbiamo chiesto alle autorità competenti l’esito delle operazioni di soccorso e dove sono stati portati i naufraghi senza per ora avere risposta“, ha concluso Emergency. La nave si è poi diretta verso la zona Sar libica, dove nella mattinata di lunedì ha soccorso 52 migranti in seguito ad una segnalazione di Alarm Phone.
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