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A Rapallo un confronto sul legame tra sostenibilità delle città e difesa del mare, nell’ambito dei Life Talks “Territori sostenibili: un’impresa comune”.
Sostenibilità urbana e biodiversità marina sono temi strettamente interconnessi. La difesa del mare, infatti, passa necessariamente attraverso nuovi modelli di sviluppo e di consumo delle nostre città, il che impone di accelerare sui fronti della transizione ecologica e della circolarità delle risorse, anche per favorire l’adattamento dei territori rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici. Questi temi sono stati al centro, lo scorso 15 novembre a Rapallo, della tappa ligure dei Life Talks “Territori sostenibili: un’impresa comune” di A2A. Hanno partecipato all’incontro gli stakeholder del territorio e una classe di scuola superiore. Nell’occasione la Life company ha presentato per la prima volta il Bilancio di sostenibilità territoriale della Liguria, rendicontando le prestazioni ambientali, economiche e sociali del Gruppo sul territorio e i piani di attività previsti per il prossimo futuro.
L’incontro è stato aperto e poi moderato dall’autrice e conduttrice televisiva Tessa Gelisio. Giovanni Comboni, Vicepresidente di A2A, ha spiegato l’evoluzione della multiutility in Life company evidenziando come i territori siano centrali nelle politiche aziendali di sostenibilità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini serviti. A un grande piano di investimenti al 2035 che si sviluppa lungo i due pilastri della transizione energetica e dell’economia circolare, infatti, si affiancano iniziative a sostegno della cultura, dell’arte e del tessuto sociale dei territori, con grande attenzione al problema della povertà energetica.
Nello specifico della Liguria, ha spiegato Comboni, “La nostra presenza in Liguria rappresenta un’opportunità importante per instaurare un dialogo costruttivo nei Comuni in cui operiamo e contribuire concretamente alla sostenibilità, valorizzando le peculiarità ambientali ed ecosistemiche di questa Regione”. Di conseguenza “il nostro impegno è volto a rafforzare un modello di sviluppo sostenibile che unisca responsabilità ambientale e crescita economica. La collaborazione con le istituzioni locali e il dialogo costante con gli stakeholder sono per noi indispensabili, permettendoci di realizzare interventi concreti e di generare valore per il territorio: con il Bilancio di sostenibilità territoriale testimoniamo i risultati di questo percorso condiviso”.
Nel corso del talk successivo, a entrare nel merito dei dati del Bilancio è stato Filippo Agazzi, Amministratore delegato di Aprica, società del Gruppo A2A che gestisce servizi ambientali in diversi territori italiani tra cui il bacino del Tigullio. La presenza della Life company in questa regione, infatti, è stata consolidata nel 2023 sia attraverso la fornitura di energia che la gestione dei rifiuti: il valore complessivo generato per il territorio è stato pari a circa 38 milioni di euro, grazie anche alla promozione di interventi di carattere sociale, ambientale e culturale.
Nei Comuni serviti da Aprica sono state raccolte circa 50mila tonnellate di rifiuti, con una percentuale di raccolta differenziata del 64 per cento e oltre 30mila tonnellate di CO2 evitate. Ciò anche grazie a investimenti per ulteriori 2,8 milioni destinati al territorio, principalmente per il potenziamento dei servizi di raccolta, con l’introduzione di nuovi mezzi e attrezzature. “Come gruppo – ha evidenziato Agazzi – lavoriamo per migliorare la gestione e la valorizzazione dei rifiuti in Liguria, contribuendo alla sostenibilità urbana attraverso una raccolta sempre più efficiente e soluzioni innovative. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale e favorire un modello di città più pulita e sostenibile: puntiamo a tutelare l’ecosistema, con un’attenzione particolare all’ecosistema marino del Golfo del Tigullio, promuovendo pratiche sostenibili per preservare la bellezza e la biodiversità del territorio”.
A intervenire sul legame tra la sostenibilità urbana e la biodiversità marina, insieme a Filippo Agazzi, sono stati anche Emilio Mancuso, biologo marino, educatore e presidente di VerdeAcqua e Michele Governatori, responsabile elettricità di Ecco climate think tank. Quest’ultimo, evidenziando come l’area del Mediterraneo sia una sorta di hotspot climatico, ha avvertito che il rischio di un innalzamento del livello dei mari potrebbe tradursi in costi di adattamento enormi; soprattutto nei delta fluviali, dove la risalita di acqua salata danneggia in maniera grave la biodiversità. Per evitare tutto ciò è fondamentale cambiare il modello di produzione energetica a partire dalle città, dove si concentra un numero sempre maggiore di abitanti.
Al contempo, ha sottolineato Mancuso, il mare rappresenta un ricchissimo patrimonio di biodiversità spesso poco conosciuto e da preservare soprattutto in una regione come la Liguria, densamente abitata e a forte vocazione turistica. La sensibilizzazione svolge un ruolo centrale: bisogna “educare alla complessità” per far comprendere che anche un singolo gesto sbagliato può avere conseguenze importanti e al contempo rafforzare l’immagine del mare e della sua biodiversità come risorsa, non soltanto nei mesi del turismo estivo.
A concludere l’evento è stato il comunicatore della scienza Ruggero Rollini. “A me – ha spiegato – piace parlare di ‘biodiversità diversa’ perché esiste una biodiversità intuitiva, compresa dalla stragrande maggioranza delle persone perché viene raccontata in maniera semplice: se ci concentriamo sul mare pensiamo agli esseri viventi che lo abitano, dai pesci agli uccelli che vivono nelle zone costiere. E poi c’è una biodiversità nota soprattutto agli addetti ai lavori: sempre in riferimento al mare parliamo di tutto il mondo delle piante, delle alghe e dei microrganismi, che spesso vengono poco considerati nei racconti destinati al grande pubblico”.
Rollini ha poi evidenziato le varie forme di inquinamento, diretto e indiretto, che interessano il mare e che mettono in crisi la sua biodiversità; ogni anno milioni di tonnellate di plastica vengono riversate nei nostri oceani, il cui grado di acidificazione è in costante aumento, con importanti conseguenze sulla salute degli ecosistemi. Al contempo la deossigenazione delle acque – secondo i dati di Copernicus gli oceani hanno perso circa il 2 per cento dell’ossigeno disciolto dagli anni ‘50 e si prevede che ne perderanno ancora dall’1 al 7 per cento entro il 2100 – rappresenta un problema gigantesco dovuto in gran parte all’attività dell’uomo, dalla pesca eccessiva al cambiamento climatico. Per questi motivi è essenziale riflettere sul legame tra la sostenibilità urbana e la biodiversità marina e sulle azioni che tutte le realtà presenti sui territori, a partire da una Life company come A2A, possono mettere in campo per trasformare alcuni problemi in opportunità.
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