Sette idee per vivere l’atmosfera natalizia tra lo shopping nei mercatini, passeggiate in borghi vestiti a festa e mirabili opere d’arte.
LifeGate Wall, a Milano è sbocciata una magnifica peonia mangia smog
Con un grande murale, Opel ha inaugurato il LifeGate Wall, un muro dedicato alla sostenibilità e alla natura, incastonato tra i palazzi di Milano.
Passando per via Canonica, zona centrale di Milano, poco distante dall’Arco della Pace, tutti i passanti e gli abitanti del quartiere in questi giorni avranno sicuramente notato una novità. Sui 200 metri quadrati della parete condominiale del civico 25 è infatti “sbocciata” un’enorme e variopinta peonia, scelta per inaugurare il LifeGate Wall: uno spazio destinato a ospitare messaggi legati alla salvaguardia del Pianeta e alla costruzione di una società più equa.
La prima realtà a cogliere l’opportunità di lanciare un messaggio è stata Opel, che ha voluto regalare alla città un piccolo assaggio di primavera con il murale Simply Electric. Un’immagine simbolica in cui la rinascita della natura evoca la rinascita dei centri urbani, attraverso la scelta di una mobilità sostenibile. Un connubio perfetto che si fa anche auspicio di ripartenza in un momento difficile per tutti.
Siamo felici di dedicare alla nostra città uno spazio che parla di ambiente, di rispetto e di futuro, per i cittadini milanesi e per le prossime generazioni.
Una grande peonia mangia smog
Oltre a regalare un’inedita e colorata scenografia al quartiere, il murale di via Canonica avrà un altro effetto benefico sulla zona: ne ridurrà l’inquinamento grazie alla sua speciale vernice mangia smog. La grande peonia è stata infatti dipinta con 14 sfumature di colore e 20 litri di pittura Airlite, in grado di assorbire gli agenti inquinanti emessi dai veicoli non elettrici, con un processo fotocatalitico. Un prodotto che gli autori dell’opera, gli Orticanoodles, usano spesso per i loro lavori, dove la natura è soggetto privilegiato.
Anche stavolta la peonia si fa emblema della loro sensibilità artistica ed ecologica. “Quest’opera può essere letta in tanti modi”, spiegano gli artisti, “come qualcosa di decorativo e bello da vedere o, attraverso la sua simbologia, come la celebrazione della vita”. Spesso intesa come metafora di bellezza e rinascita, “nelle culture orientali la peonia rappresenta l’equilibrio ed è legata alle relazioni e ai rapporti interpersonali, rimandando al nostro legame con l’ambiente”.
Dalle periferie al centro città, la rivincita della street art
Gli Orticanoodles sono un collettivo di muralisti conosciuto nel panorama cittadino (e non solo) per le tante opere realizzate in questi anni. Un percorso artistico iniziato alla fine degli anni ’90 e che ha trovato all’Ortica (quartiere est di Milano) il suo avamposto. Ed è proprio da lì che, di muro in muro, Wally e Alita (alias Walter Contipelli e Alessandra Montanari), anima del collettivo, hanno iniziato a riempire d’arte e colore migliaia di metri quadrati di pareti, arrivando dalle periferie fino al cuore della città. Una vera e propria conquista, con cui l’arte di strada vede finalmente riconosciuto il proprio valore, scardinando lo status quo. “Quando vai a dipingere in periferia sono tutti contenti”, racconta Wally. “Più ti avvicini al centro, più cresce la logica conservatrice e cala la percezione positiva rispetto a questo tipo di espressione artistica. Spesso il murale qui è vissuto ancora come gesto vandalico e disvalore della proprietà immobiliare”.
LifeGate Wall, un esempio di mecenatismo urbano
Oggi il LifeGate Wall è la dimostrazione che qualcosa sta cambiando e il murale di Opel è un esempio di quello che si può definire “mecenatismo urbano moderno”, come spiegano gli Orticanoodles. “Quello del muralismo commissionato è un settore che sta sviluppando una propria spina dorsale. Diventa molto interessante quando il committente non ti chiede di rappresentare se stesso, quanto una visione. Anche nel caso di Opel ci è stato chiesto di elaborare un concept slegato da logiche di marketing o di advertising. Perché questo murale non vuole vendere niente, ma solo emozionare e sensibilizzare”.
Tradizione e modernità
Un aspetto curioso di quest’opera è che fonde una tecnica antichissima, come lo spolvero, con strumenti ultra moderni, quali le vernici Airlite. Per realizzare i loro murale gli Orticanoodles usano, infatti, lo stencil unito allo spolvero, che deriva dalla tradizione rinascimentale degli affreschi. A utilizzarla fu lo stesso Michelangelo nella Cappella Sistina.
“Si tratta di una tecnica pittorica che permette di riportare un disegno su varie superfici”, spiegano gli artisti. “Nello spolvero si disegna prima a grandezza naturale il soggetto su un cartone preparatorio, poi con un ago si perforano i contorni del disegno. Successivamente si appoggia il cartone forato sulla superficie da dipingere e si tamponano le parti perforate con un sacchetto di tela riempito con carboncino, grafite o sanguigna. Tolto il cartone, si avrà una traccia a puntini da congiungere per completare il disegno con carboncino o pennello”. Il resto lo fanno rulli, pennelli e vernici di ultima generazione, come Airlite.
In quest’ottica si può dire insomma che Wally e Alita appaiano un po’ come una via di mezzo tra i writer moderni e i pittori rinascimentali.
Un cerchio che si chiude
Circa vent’anni fa, quando Wally e Alita iniziarono a riempire i muri di Milano con i loro esperimenti abusivi di poster art, erano alla ricerca di forme di “comunicazione nonsense, pensate come campagne anti-pubblicitarie”. In un ambiente urbano, dominato da insegne e messaggi promozionali, il loro intento era destabilizzare, prendendo il posto dei classici cartelloni pubblicitari.
In meno di due decadi, la ricerca artistica degli Orticanoodles ha preso il largo, portando allo sdoganamento di nuove forme espressive, quale il muralismo, sempre più valorizzate dalle istituzioni, che hanno iniziato a riconoscere la street art come alleata e non più come nemica del decoro urbano. Oggi a dimostrarne le potenzialità sono anche i brand, come succede nel caso di Opel e del LifeGate Wall. Come nuovi mecenati urbani, le aziende si affidano all’arte per raccontare non tanto i prodotti, quanto i valori alla base delle proprie strategie. Una tendenza che è anche una risposta a dinamiche che stanno cambiando. “Su questo muro di via Canonica c’è sempre stata la pubblicità con i billboard”, spiega Wally, “ma negli ultimi dieci anni questo tipo di affissione sta perdendo appeal, anche per i costi di gestione”.
Ripercorrendo la storia artistica di Wally e Alita, insomma, viene da dire che oggi, con questo murale, si chiude un cerchio. E che quel tentativo, iniziato un ventennio fa, di mettere in discussione le logiche pubblicitarie ha centrato l’obiettivo, aprendo nuovi scenari.
Quella tag ritrovata sotto ai billboard
Destino vuole che, proprio rimuovendo i billboard di via Canonica, sia saltata fuori una tag, ovvero la firma, lasciata nel ’92 da Noce, un celebre “bomber” dell’epoca, come venivano chiamati i più arditi tra i writer, protagonisti di rocambolesche dimostrazioni artistiche in luoghi proibiti e ad altezze vertiginose. “Nell’underground ha iniziato a circolare la notizia del ritrovamento di questa tag”, ci racconta Wally, “spesso non si dà peso al valore storico che possono avere le subculture. Quella dei graffiti ormai ha più di settant’anni e deriva dall’hip hop del Bronx e di Harlem e ha generato a sua volta movimenti che sono ormai mondiali e che sono anche stati storicizzati”.
Quello che per qualcuno potrebbe sembrare solo uno scarabocchio trovato per caso su un muro, insomma, per molti rappresenta un vero e proprio reperto. Tanto che gli Orticanoodles hanno deciso di non cancellare la tag di Noce col loro murale, ma di coprirla con un pannello di alluminio che poi potrà essere rimosso alla fine della concessione. Intanto i milanesi possono alzare gli occhi e godersi la grande peonia variopinta, col suo prezioso messaggio di rinascita e di speranza.
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