Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Arrivano le sneakers fatte con gli scarti di mela, la nuova linea Vegan di Womsh
Le bucce e i torsoli, gli scarti della produzione della mela, vengono valorizzati per creare delle sneaker belle, pratiche e soprattutto sostenibili. La grande novità della linea Vegan di Womsh.
Le sneakers sono un accessorio immancabile per chiunque, ma non si sente spesso parlare di “sneakers vegan italiane”. Questo nuovo tipo di calzatura sta cambiando le regole dell’industria della moda, ancora troppo impattante sull’ambiente, dall’interno. Non sono semplici scarpe, ma il simbolo di un approccio sensibile e olistico ai temi del design e della produzione che guida l’azienda Womsh sin dalla sua nascita nel 2011. Le caratteristiche sostenibili delle sneakers made in Italy sono molte – le abbiamo raccontate anche in passato – e ora è arrivata la novità che ci aveva anticipato il fondatore Gianni Dalla Mora l’anno scorso: a partire dalla collezione primavera-estate 2019, sei modelli della linea Vegan di Womsh sono realizzati con Appleskin, una similpelle vegetale, quindi cruelty-free, fatta per metà con gli scarti della lavorazione industriale delle mele, in un’ottica di economia circolare.
La linea Vegan di Womsh realizzata con gli scarti di mela
In questo modo, nello scegliere una scarpa non si è costretti a rinunciare all’eleganza e alla praticità di un materiale di alta qualità e nemmeno a un design originale e moderno se si vuole fare un acquisto consapevole, cioè secondo criteri di responsabilità sociale e ambientale. A partire dal fatto che per ridurre notevolmente l’impatto delle sue materie prime, Womsh ha scelto di appoggiarsi a Frumat leather, azienda di Bolzano che produce materiali fatti con scarti industriali biologici, come la buccia e il torsolo della mela usati per creare Appleskin. Un’innovazione così efficace da essere scelta come vincitrice del premio dedicato alla tecnologia e all’innovazione dei Green carpet awards 2018, prestigioso riconoscimento nell’ambito della moda sostenibile ideato da Eco-Age di Livia Firth in collaborazione con la Camera nazionale della moda italiana (Cnmi).
L’impegno a favore delle foreste
Per la vendita di ogni paio di sneakers della linea Vegan, Womsh regala un albero di cacao per ogni acquisto effettuato online. Una scelta che rappresenta la continuazione naturale di un percorso già intrapreso insieme a LifeGate, attraverso il quale dal 2014 a oggi sono state compensate quasi 94 tonnellate di CO2 equivalenti prodotte dalla fabbricazione, dalla spedizione e dallo smaltimento di circa 15mila paia di scarpe, grazie all’adesione di Womsh al progetto Impatto Zero®. Questo traguardo è stato raggiunto attraverso la tutela di circa 18mila metri quadrati di foresta in Madagascar e in Italia, in media, ogni anno.
Ma non solo. A partire dal 21 marzo 2018, in occasione della Giornata internazionale delle foreste, è stata lanciata l’iniziativa One Womsh, One forest: per ogni paio di sneakers vendute vengono tutelati 10 metri quadri di Amazzonia brasiliana attraverso il progetto Foreste in piedi di LifeGate. L’acquisto di un semplice paio di scarpe diventa dunque una piccola ma significativa azione a favore della salvaguardia dei polmoni verdi del Pianeta e quindi della lotta ai cambiamenti climatici. Non a caso, l’azienda ha deciso di adottare fonti di energia rinnovabile per il 90 per cento delle sue operazioni.
Leggi anche: One Womsh, One forest, lo shopping che tutela la foresta amazzonica
Sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale
L’etica di Womsh non è solo radicata nel rispetto per l’ambiente, è forte anche per le sue caratteristiche sociali. Il fatto che le scarpe vengono prodotte interamente in Italia non è dovuto solo alla qualità dei materiali e della manifattura nostrana, ma al desiderio di monitorare da vicino le condizioni di lavoro – un fatto molto rilevante perché l’esportazione della manifattura può limitare il controllo che i marchi esercitano nel garantire che i diritti dei lavoratori vengano rispettati.
Inoltre, le scarpe Womsh non sono solo create in maniera responsabile, sono anche smaltite in modo socialmente utile perché la loro gomma viene riutilizzata per realizzare i pavimenti anticaduta dei parchi giochi per bambini grazie al progetto Il giardino di Betty, sostenuto da Esosport. Solo nel 2018, sono state riciclate 1.500 paia di sneakers.
Womsh sostiene la Design Week raccontata da LifeGate
A conferma dell’attenzione di Womsh ai temi della sostenibilità, l’azienda ha deciso di sostenere LifeGate nella realizzazione dei contenuti editoriali per raccontare la Design Week 2019 di Milano dal punto di vista della responsabilità ambientale e sociale. Ovvero i progetti e le proposte che si pongono di far fronte alle grandi sfide internazionali, come la lotta al riscaldamento globale, l’adozione di un modello di economica circolare e la progettazione di smart city in tutto il mondo, per influire sul design del futuro, perché diventi sempre più sostenibile e resiliente. E proprio Womsh, una scarpa pensata in modo intelligente e consapevole, dimostra che questo futuro è già alle porte – anzi, ai piedi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nel mezzo di una grave crisi, il distretto tessile e dell’abbigliamento lancia l’allarme sui diritti dei lavoratori nella filiera della moda italiana.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Il magazine Öko-test ha condotto ricerche su capi di abbigliamento e accessori Shein trovando residui di sostanze pericolose. La nostra intervista ai ricercatori.
L’industria tessile si sta attrezzando per innovare se stessa e trovare soluzioni meno impattanti: la fermentazione rappresenta l’ultima frontiera moda.
Casi di appropriazione creativa e di rapporti sbilanciati nella fornitura di materie prime rendono sempre più urgente parlare di “sostenibilità culturale”.
Il Parlamento europeo ha aggiornato il report sull’impatto della produzione tessile mentre cresce l’attesa nei confronti delle prossime scelte politiche.
Sono tante e afferenti a diversi aspetti della produzione tessile: perché conoscere le certificazioni è il primo passo per fare una scelta responsabile
Nonostante i recenti scandali, che la moda made in Italy sia etica di per sé è una credenza diffusa. Una piccola filiera virtuosa sta cambiando le regole.