Lione è in piena corsa, una corsa a due ruote per lo più. La città francese della regione Rodano-Alpi ha infatti ormai da qualche anno avviato un processo di cambiamento che la spinge a grande velocità verso la sostenibilità applicata a molti settori. Forse il più evidente è quello della mobilità ed è proprio di qualche tempo fa la notizia di un progetto che prevede la creazione di 250 chilometri di corsie ciclabili entro il 2026 (100 ci sono già).
Questa transizione è favorita anche dalla recente scelta dei lionesi che hanno votato nel 2020 un sindaco ecologista, Grégory Doucet, esponente del partito Europe écologie les verts che in merito al turismo si è espresso a favore di un rilancio del settore con più eco-responsabilità: più treni notturni, come ha fatto l’Austria, meno viaggi aerei a lungo termine e una cooperazione tra le principali città per influenzare le politiche europee.
Nel frattempo, ora Lione si presenta ai visitatori come una città affascinante, elegante, ricca di storia e cultura che però non vuole solo essere “bella” ma anche rispettosa dell’ambiente e offrire – per primi ai suoi cittadini – il meglio di sè. Il nostro tour alla scoperta dei suoi luoghi iconici e di altri nuovi e green.
Visitare la zona de La Confluence: una mirabile riqualificazione verde
Questa è la zona di Lione dove forse è più evidente il suo nuovo corso. E usare il termine “corso” non è casuale. Questa area infatti è chiamata così perché formata dalla confluenza dei due grandi fiumi che la attraversano, il Rodano e la Saona. Si tratta di un’area di circa 150 ettari dove prima trovavano spazio per lo più stabilimenti industriali. A partire dal 2003 qui si è dato inizio alla trasformazione cha ha visto interventi di riqualificazione di tutto ciò che era preesistente seguendo la direzione della sostenibilità e dell’innovazione. Un grosso lavoro progettuale è stato fatto per ciò che concerne la gestione del patrimonio idrico (non dimentichiamoci che siamo sulle rive di due grandi fiumi) ed energetico recuperando quando possibile l’acqua piovana. Passeggiando per questo nuovo quartiere rinnovato osserverete una generale cura degli spazi e armonia tra pubblico e privato: tutto è integrato ad hoc e non mancano piacevoli zone verdi. Per vivere La Confluence al meglio, arrivateci in bicicletta, lungo il fiume. Qui sono state predisposte 5 stazioni “ Vélo’v” per parcheggiare biciclette private o del bike-sharing, tutte strategicamente posizionate nei pressi delle fermate del trasporto pubblico.
Imperdibile è il Musée des Confluences attrazione principale della zona, terminato nel 2014: si tratta di una struttura complessa, unica e scenografica realizzata in vetro e alluminio con una facciata rivestita da pannelli fotovoltaici che fanno sì che consumi meno energia di quanto ne produca. Ma cosa espone? Potrebbe essere definito un museo di antropologia, ma è una definizione riduttiva. Molto interattivo e coinvolgente, è adatto anche ai più piccoli ed è un insieme di saperi ben comunicati.
Sono molti altri gli edifici di cui parlare in quest’area di Lione: uno di quelli certamente più fotografati è il Cube orange insieme al suo gemello verde. Per gli appassionati di “nuova architettura” sono una tappa obbligatoria.
Trascorrere una domenica a zonzo nei mercati tra usato e produttori locali
La domenica mattina, specie se soleggiata, vedrete in giro per Lione moltissimi cittadini e famiglie. Contrariamente a ciò che accade da noi, qui si allestiscono i mercati di alimentari e dunque i lionesi ne approfittano per fare la spesa per tutta la settimana tra le colorate e ben fornite bancarelle: troverete frutta e verdura locali, gli innumerevoli formaggi francesi, vino, fiori e molto altro. Quasi ogni cliente porta con sè il proprio sacchetto di carta o tela per gli acquisti dimostrando attenzione per le piccole ma importanti buone abitudini. Nel quartiere della Croix-rousse il mercato è più popolare, mentre quello lungo la Saona sembra essere più chic.
Se invece amate i libri usati e adorate spulciare tra le bancarelle alla ricerca di perle rare, sempre lungo il fiume Saona nei week end soprattutto si aprono dei curiosi scrigni in metallo che ne contengono a migliaia. Ma non è l’unica occasione di comprare libri di seconda mano: ovunque vengono allestiti banchetti, specie nelle piazze davanti alle chiese (uno delizioso viene allestito nei pressi della cattedrale Saint Jean-Baptiste). Un’altra pratica per far girare cultura e favorire il riuso.
Parliamo sempre di usato segnalandovi una sorta di mercatino delle pulci che si trova sulla lunga scalinata chiamata appunto Monte de la grande cote: chiunque – anche bambini – qui la domenica espone ciò di cui non ha più bisogno ma che potrebbe piacere ad altri. I prezzi sono davvero modici e si trova di tutto. La location è bellissima e molto caratteristica e ci si casca dentro scendendo dal quartiere della Croix-rousse.
Scoprire la storia di Lione grazie ai murales
Passeggiando per le strade di Lione, spesso vi troverete a scorgere, più o meno imponenti ed evidenti, dei murales. Si tratta di una forma d’arte qui molto diffusa che ha radici nei movimenti culturali-artistici-studenteschi degli anni Settanta ma frutto anche di un’amministrazione “illuminata” che li appoggiò e sostenne. L’idea fu quella di portare l’arte al cittadino nei suoi luoghi senza aspettare che fosse lui a cercarla in musei e gallerie o altri spazi al chiuso. Una piccola rivoluzione a quei tempi che forse non portò a forme espressive alte tecnicamente, ma riuscì nell’intento di comunicare attraverso le immagini quale fosse la storia della città e dunque di coloro che la abitavano. Il gruppo autore di quelli più noti in città è Cité création che lavora dal 1978, quindi da più di 40 anni, ormai non solo in Francia. All’inizio della loro esperienza, gli artisti andarono anche in Messico dall’esponente che allora aveva lanciato e dato risalto a questi affreschi cittadini, Diego Rivera.
Il più visitato murales a Lione è certamente il Fresque de canuts, realizzato grazie alla tecnica del trompe-l’oeil e “racconta” il lavoro e la vita quotidianan dei lavoratori del mercato della seta, produzione fiorente in città. L’aspetto interessante è che quest’opera muta con il mutare della società e dei tempi. Ogni 15 anni circa è attualizzato ed è così sempre uno specchio fedele dela città. Un’altra tappa è quella al Fresque des Lyonnais dove su un palazzo ad angolo sono stati dipinti i cittadini più rinomati di Lione affacciati a balconi e finestre che, se se non sapete riconoscerli, sono “presentati” grazie a una pratica legenda e scoprirete per esempio che l’autore de Il piccolo principe è nato qui.
Ce ne sono molti altri in tutta Lione, forse i più belli sono proprio quelli che vi troverete davanti senza averli nemmeno cercati. Come quello che raffigura un senza dimora dormire in una piccola nicchia di un palazzo del centro nella piazza che ospita il Comune e il Musée des beaux-arts.
Vivere Lione durante la Fête des lumières
Il periodo forse più affascinante in cui visitare Lione è quello della Festa delle luci, che quest’anno si svolge dall’8 all’11 dicembre: si tratta di 4 giorni in cui la città si accende, letteralmente, regalando ai suoi abitanti e ai turisti atmosfere uniche ma diverse in ogni strada e quartiere. Questa tradizione ha radici antichissime: nel 1643 Lione aveva fatto voto che sarebbe stata costruita una statua della Vergine Maria se la città fosse stata risparmiata dalla piaga della peste. Il voto venne esaudito e la promessa mantenuta. Così, dal 1852 al calar del giorno la città si illumina nel giorno della festa dell’Immacolata Concezione: i lionesi decorano le finestre delle loro case con vetrate variopinte e candele e, quando rintoccano le 20, ogni angolo della città si accende all’unisono. La collina di Fourvière (zona panoramica della città) diventa un tutt’uno con il vicino quartiere di Croix-rousse: una scia di luci cala sulla città, sotto la statua della Vergine, che si staglia sulla cima della basilica di Fourvière.
Anche in questo caso non si è persa di vista la nuova svolta green della città: infatti con l’ultimo Piano illuminazione, l’obiettivo è illuminare meglio consumando meno. Esemplare da questo punto di vista è anche la Festa delle luci che utilizza solo lo 0,1 per cento del consumo energetico annuo dell’illuminazione urbana della città. Gli organizzatori del festival si sforzano di ridurre al massimo l’impatto dell’evento sull’ambiente attraverso azioni come un ampio ricorso ai trasporti pubblici, l’uso di fonti a basso consumo (Led) e una riduzione dei programmi stampati a favore della comunicazione elettronica. Questa sarà la prima edizione dopo lo stop per la pandemia e si preannuncia imperdibile.
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Fare un salto nel passato, quando Lione era Lugdunum
Non è nota a tutti la storia antica che caratterizza la città di Lione: alcuni scavi realizzati hanno dimostrato che il sito era occupato ben prima della fondazione della città romana, nel VI secolo a.C. infatti un insediamento gallico si trovava sulle colline a ovest del fiume Saona. La città romana fu fondata nel 43 a.C.,dal luogotenente di Giulio Cesare, Lucio Munazio Planco che ne tracciò i confini con un aratro sulla collina di Fourvière e le diede il nome di Lugdunum, ossia “fortezza del dio Lugus”, la suprema divinità dei Galli, probabilmente sul luogo di un precedente accampamento militare che era servito di base alla spedizione gallica di Cesare.
Tutto questo e molto di più è raccontato all’interno del Musée & théâtres romains che siamo certi vi stupirà. A partire dalla struttura architettonica, è un’eccellenza: pue essendo ormai “datato” (è del 1975), lo sviluppo elicoidale lo rende moderno, avvolgente e capace di condurre in modo armonico il visitatore al fulcro del museo, i resti ben conservati del teatro e dell’odeon, entrambi meravigliosi. La quantità e qualità dei reperti è degna dei più grandi musei archeologici, così come l’apparato esplicativo.
Spesso vengono organizzate anche iniziative per i più piccoli, le più gettonate sono sicuramente quelle durante il Festival romano che si svolge a ottobre che mandano in delirio anche i genitori e non solo i bambini. Quando lo visiterete, soffermatevi sul sarcofago del trionfo di Bacco e la statua di Nettuno in bronzo: entrambi sono assolutamente incredibili.
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