L’Italia punta sull’Africa, nel segno della sostenibilità

Sostenibilità. È questa la parola che ha dominato gli incontri di oggi al ministero degli Esteri a Roma, nell’ambito della Conferenza Italia-Africa. Per l’occasione sono arrivate le delegazioni di circa 50 paesi africani. Una prima per l’Italia che conferma il cambio di passo nei rapporti con il continente inaugurato dalle recenti visite in Africa del

Sostenibilità. È questa la parola che ha dominato gli incontri di oggi al ministero degli Esteri a Roma, nell’ambito della Conferenza Italia-Africa. Per l’occasione sono arrivate le delegazioni di circa 50 paesi africani. Una prima per l’Italia che conferma il cambio di passo nei rapporti con il continente inaugurato dalle recenti visite in Africa del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

 

Presenti 52 paesi africani

Le sessioni del dibattito, quattro in tutto, si sono concentrate su sostenibilità economica, ambientale, dei flussi migratori e della sicurezza. Alla conferenza – spiegano dalla Farnesina – hanno aderito 52 paesi africani, con oltre 40 ministri degli Esteri e una ventina di rappresentanti delle organizzazioni internazionali. Strategicamente, l’invito è stato rivolto anche ai vertici dell’imprenditoria italiana interessata all’Africa. L’obiettivo è chiaro: consolidare l’immagine dell’Italia come partner di riferimento per un continente in crescita e dalle grandi potenzialità. Per l’occasione il governo ha schierato diversi ministri e vertici istituzionali: il presidente della Repubblica Mattarella ha aperto i lavori questa mattina e il premier Renzi è intervenuto nella sessione plenaria di chiusura, dopo la presidente della Commissione dell’Unione africana Nkosazana Dlamini-Zuma.      

 

Nel segno dello sviluppo sostenibile

L’Italia ha scelto di “concentrarsi su un tema, ossia quello dello sviluppo sostenibile dell’Africa, dove la sostenibilità si declina in termini di pace e sicurezza, crescita economica, ambientale e dei flussi migratori” ha detto il titolare della diplomazia italiana Paolo Gentiloni, confermando che la conferenza sarà ripetuta “ogni due anni”, anche se ci saranno altre “mille occasioni per dare un tessuto permanente e ancora più forte a queste relazioni”.

 

Delegati all'Incontro Italia-Africa Photo by Alessia de Luca Tupputi
Delegati all’Incontro Italia-Africa Photo by Alessia de Luca Tupputi

 

Energia, una sfida per il futuro

Tra gli argomenti trattati, quello dell’energia – a detta di tutti i partecipanti – è fondamentale per il futuro del continente. “L’Africa punta a diventare la prima economia al mondo capace di sostenere la sua crescita attraverso le energie alternative” spiega Fatih Birol, presidente dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) a margine di una delle sessioni del dibattito. Nel suo intervento, uno dei più attesi della giornata, l’economista turco esperto di energia ha snocciolato dati che parlano chiaro.

“L’Africa ospita il 15 per cento della popolazione mondiale e, nonostante le sue immense risorse, usufruisce di appena il 3 per cento dell’enegia prodotta a livello globale. Finchè queste proporzioni non cambieranno non si potrà parlare di un vero sviluppo sociale ed economico del continente” ci dice Birol.

 

Inclusione sociale e sviluppo energetico sono, a suo avviso, due facce di una stessa medaglia. “In Africa esistono ancora sacche di povertà diffusa, soprattutto nelle zone rurali. Sono aree del continente prive di elettricità e di sostentamento energetico se non quello derivante dalle fonti fossili” spiega. “Non è ammissibile che in un continente dall’infinito potenziale determinato da fonti rinnovabili, pensiamo anche solo al sole, al vento e ai corsi d’acqua presenti in tutta l’Africa, nella maggior parte delle case l’energia sia prodotta dalla combustione di legna e carbone, con effetti devatanti sulla salute delle persone”.  

 

 

Rinnovabili: L’Africa punta alla leadership

“Quando guardiamo alla storia dell’energia – in Europa, Stati Uniti e Cina – lo sviluppo economico è avvenuto grazie ad un massiccio uso di carbone. Ma in Africa potremo vedere per la prima volta un continente che sviluppa la propria crescita economica utilizzando energie rinnovabili” spiega ancora l’economista. Complice un rapido sviluppo di molte nazioni africane e quindi una maggiore richiesta di energia, e la volontà di alcuni governi di voler portare l’elettricità laddove manca tramite le rinnovabili, il continente africano “si candida ad essere il punto di riferimento per quanto riguarda la rivoluzione energetica mondiale”. Una rivoluzione che, a detta di Birol, non dovrà aspettare troppo per compiersi: “Nel 2030 – afferma – le rinnovabili in Africa supereranno il carbone nella produzione di energia”.

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