Anche se il mondo dovesse smettere da oggi di emettere gas ad effetto serra, la fusione dei ghiacci polari è ormai inesorabile. E la conseguente risalita del livello dei mari sarà ben peggiore rispetto alle previsioni sulle quali si è finora basato l’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.
Major sea level rises from Greenland’s melting ice sheets are now inevitable, say scientists — even if all CO2 emissions stopped.
Greenland may lose 110 trillion tons by 2100, causing a minimum 10.6 inch rise — mostly harming low-lying places least responsible for pollution. pic.twitter.com/fFGqvamuAC
I ghiacci della Groenlandia perderanno almeno il 3,3 per cento del loro volume
A spiegarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change, secondo il quale la fusione della calotta glaciale della Groenlandia potrebbe raggiungere livelli “allarmanti” e, appunto, sottostimati in precedenza. I glaciologi autori del paper hanno spiegato infatti che il riscaldamento globale attuale provocherà la perdita del 3,3 per cento del volume complessivo dei ghiacci dell’isola nordica. Il che produrrà una crescita del livello dei mari pari a 27,4 centimetri.
E ciò, appunto, anche qualora il mondo dovesse adottare misure drastiche e immediate di contenimento delle emissioni, al fine di limitare da subito la crescita della temperatura media globale. Non è possibile sapere con precisione quando si produrrà la risalita degli oceani, ma i ricercatori indicano che la maggior parte del fenomeno si verificherà entro il 2100.
Le stime sulla risalita del livello dei mari considerate “prudenti”
Jason Box, principale autore dello studio e scienziato presso il Servizio geologico nazionale della Danimarca e della Groenlandia, ha sottolineato come gli stessi dati indicati dall’analisi siano “prudenti”. Se infatti venissero mantenuti ogni anno i livelli di fusione registrati nel 2012, la crescita del livello dei mari potrebbe raggiungere i 78 centimetri. E molto di più considerando non solo la Groenlandia ma gli effetti delle fusioni glaciali di tutto il mondo.
The melting of the Greenland ice sheet could eventually raise global sea levels by at least 10 inches even if humans immediately stop burning the fossil fuels that are warming the planet to dangerous levels, according to a new study published on Monday. https://t.co/d3tKjztNxr
Tutto ciò provocherà la sommersione di immense aree costiere in tutto il mondo, con la conseguente perdita non solo di territorio disponibile ma anche di ecosistemi. Verranno distrutte inoltre infrastrutture, messe in pericolo vite umane e si genereranno immensi flussi migratori sia all’interno delle nazioni che all’esterno. Senza dimenticare la sorte di alcuni atolli del Pacifico, che rischiano – letteralmente – di sparire dalle carte.
L’Ipcc ha ipotizzato un contributo dall’isola nordica di “soli” 18 centimetri
Nel suo Sesto rapporto sui cambiamenti climatici, pubblicato nel 2021, l’Ipcc ha ipotizzato una crescita del livello dei mari di “soli” 18 centimetri di qui alla fine del secolo, causata dalla fusione della calotta della Groenlandia. Il dato non tiene dunque conto dell’altra principale “fonte” di risalita del livello dei mari, ovvero la calotta antartica. Ma risulta comunque nettamente più ottimista rispetto alla conclusione dello studio pubblicato da Nature.
“Tra qualche decennio la crescita del livello dei mari sarà un tema all’ordine del giorno, poiché il numero di persone costrette a fuggire aumenterà continuativamente”, ha aggiunto Box. Al contempo, i litorali di tutto il mondo si ridisegneranno per secoli e rischiano di non risparmiare neppure le grandi città: ben 25 megalopoli in tutto il mondo rischiano di essere colpite.
Temperature elevate e anomale condizioni di alta pressione hanno provocato la fusione di enormi quantità di ghiaccio, causando un repentino aumento del livello del mare.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.