
Donald Trump ha ratificato l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. Un duro colpo per il clima, ma anche un’opportunità per accelerare l’azione alla Cop30.
I tassi di perdita delle masse ghiacciate in Antartide e Groenlandia stanno aumentando rapidamente. E il livello globale del mare è già cresciuto di 1,8 cm dagli anni Novanta.
È lo scenario peggiore previsto dagli scienziati nell’ultimo rapporto redatto dall’Ipcc. Le calotte glaciali in Groenlandia e Antartide stanno facendo registrare tassi di fusione in rapido aumento, e avrebbero già innalzato il livello globale del mare di 1,8 cm dagli anni Novanta ad oggi. Lo studio, pubbicato su Nature Climate Change, e intitolato “Ice-sheet losses track high-end sea-level rise projections”, ha confrontato i risultati dell’equilibrio della massa delle calotte di ghiaccio ottenuti dalle osservazioni satellitari, con le proiezioni per i modelli climatici. Il risultato? Si prevede che le calotte glaciali aumenteranno il livello del mare di ulteriori 17 cm ed esporranno altri 16 milioni di persone a inondazioni costiere annuali entro la fine del secolo.
“Sebbene prevedessimo che le calotte glaciali avrebbero perso quantità crescenti di ghiaccio in risposta al riscaldamento degli oceani e dell’atmosfera, la velocità con cui si stanno sciogliendo è aumentata più rapidamente di quanto avremmo potuto immaginare”, ha detto in una nota il dott. Tom Slater, autore principale del studio e ricercatore sul clima presso il Center for polar observation and modeling (Cpom) presso l’università di Leeds.
A far scattare l’allarme non ci sono solo gli eventi macroscopici, come quelli di Pine Island e Thwaites. Ma anche il monitoraggio sistematico via satellite, iniziato nei primi anni ’90: in trent’anni la Groenlandia e l’Antartide insieme hanno perso 6.400 miliardi di tonnellate di ghiaccio, spingendo i livelli globali del mare fino a 17,8 millimetri (7,2 mm dall’Antartide e 10,6 dalla Groenlandia per la precisione). “Lo scioglimento sta sorpassando i modelli climatici che utilizziamo e rischiamo di essere impreparati ai rischi posti dall’innalzamento del livello del mare”, ha aggiunto Slater. “I satelliti sono i nostri soli mezzi per monitorare regolarmente queste vaste zone remote, pertanto sono assolutamente importanti nel fornire misurazioni che possiamo utilizzare per convalidare i modelli delle calotte di ghiaccio”.
Finora, il livello del mare è aumentato in gran parte attraverso un meccanismo di espansione termica, il che significa che il volume dell’acqua di mare si espande man mano che si riscalda, spiegano dall’università. Ma negli ultimi cinque anni, lo scioglimento del ghiaccio dalle calotte e dai ghiacciai di montagna ha superato il riscaldamento globale come causa principale dell’innalzamento del livello del mare.
“Non sono solo l’Antartide e la Groenlandia a causare l’innalzamento dell’acqua. Negli ultimi anni, migliaia di ghiacciai più piccoli hanno iniziato a sciogliersi o scomparire del tutto, come abbiamo visto con il ghiacciaio Ok in Islanda, che è stato dichiarato ‘morto’ nel 2014”, conclude la dottoressa Ruth Mottram, coautrice dello studio e ricercatrice presso il Danish meteorological institute. “Ciò significa che la fusione dei ghiacci è ora la causa principale dell’innalzamento del livello del mare”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Donald Trump ha ratificato l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi. Un duro colpo per il clima, ma anche un’opportunità per accelerare l’azione alla Cop30.
Quanto è vicino il collasso dell’Amoc, il sistema che comprende la corrente del Golfo, e cosa comporta? Ne parla Lungo la corrente, di Lorenzo Colantoni.
Uno studio di Fondazione Cmcc e università di Bologna ha analizzato due falde acquifere dell’Appennino, stimando i cali dei flussi nei prossimi decenni.
Nel 2025 ci si aspettava un lieve rallentamento del riscaldamento globale: per ora non è così. Il mese di gennaio che si è appena concluso è stato il più caldo di sempre per un motivo.
Nell’autorizzare i giacimenti di petrolio e gas Rosebank e Jackdaw, il governo britannico non ha valutato a dovere il loro impatto sul clima.
Per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti esistono anche soluzioni che si basano su ciò che la natura ci mette a disposizione.
Tagliare subito le emissioni può evitare il 70 per cento dei decessi prematuri dovuti alle temperature estreme. La conferma in uno studio.
La stazione sciistica dell’Alpe du Grand Serre, in Francia, è riuscita a non chiudere quest’anno solo grazie a una raccolta fondi.
Uno studio spiega che tali fenomeni sono alla base degli incendi che hanno devastato nelle settimane scorse Los Angeles, in California.