Approvato alla Cop29 il testo sulla finanza climatica. Al Sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario
L’innalzamento del livello del mare sta seguendo lo scenario climatico peggiore
I tassi di perdita delle masse ghiacciate in Antartide e Groenlandia stanno aumentando rapidamente. E il livello globale del mare è già cresciuto di 1,8 cm dagli anni Novanta.
È lo scenario peggiore previsto dagli scienziati nell’ultimo rapporto redatto dall’Ipcc. Le calotte glaciali in Groenlandia e Antartide stanno facendo registrare tassi di fusione in rapido aumento, e avrebbero già innalzato il livello globale del mare di 1,8 cm dagli anni Novanta ad oggi. Lo studio, pubbicato su Nature Climate Change, e intitolato “Ice-sheet losses track high-end sea-level rise projections”, ha confrontato i risultati dell’equilibrio della massa delle calotte di ghiaccio ottenuti dalle osservazioni satellitari, con le proiezioni per i modelli climatici. Il risultato? Si prevede che le calotte glaciali aumenteranno il livello del mare di ulteriori 17 cm ed esporranno altri 16 milioni di persone a inondazioni costiere annuali entro la fine del secolo.
“Sebbene prevedessimo che le calotte glaciali avrebbero perso quantità crescenti di ghiaccio in risposta al riscaldamento degli oceani e dell’atmosfera, la velocità con cui si stanno sciogliendo è aumentata più rapidamente di quanto avremmo potuto immaginare”, ha detto in una nota il dott. Tom Slater, autore principale del studio e ricercatore sul clima presso il Center for polar observation and modeling (Cpom) presso l’università di Leeds.
L’allarme. Il livello del mare cresce troppo rapidamente
A far scattare l’allarme non ci sono solo gli eventi macroscopici, come quelli di Pine Island e Thwaites. Ma anche il monitoraggio sistematico via satellite, iniziato nei primi anni ’90: in trent’anni la Groenlandia e l’Antartide insieme hanno perso 6.400 miliardi di tonnellate di ghiaccio, spingendo i livelli globali del mare fino a 17,8 millimetri (7,2 mm dall’Antartide e 10,6 dalla Groenlandia per la precisione). “Lo scioglimento sta sorpassando i modelli climatici che utilizziamo e rischiamo di essere impreparati ai rischi posti dall’innalzamento del livello del mare”, ha aggiunto Slater. “I satelliti sono i nostri soli mezzi per monitorare regolarmente queste vaste zone remote, pertanto sono assolutamente importanti nel fornire misurazioni che possiamo utilizzare per convalidare i modelli delle calotte di ghiaccio”.
Finora, il livello del mare è aumentato in gran parte attraverso un meccanismo di espansione termica, il che significa che il volume dell’acqua di mare si espande man mano che si riscalda, spiegano dall’università. Ma negli ultimi cinque anni, lo scioglimento del ghiaccio dalle calotte e dai ghiacciai di montagna ha superato il riscaldamento globale come causa principale dell’innalzamento del livello del mare.
“Non sono solo l’Antartide e la Groenlandia a causare l’innalzamento dell’acqua. Negli ultimi anni, migliaia di ghiacciai più piccoli hanno iniziato a sciogliersi o scomparire del tutto, come abbiamo visto con il ghiacciaio Ok in Islanda, che è stato dichiarato ‘morto’ nel 2014”, conclude la dottoressa Ruth Mottram, coautrice dello studio e ricercatrice presso il Danish meteorological institute. “Ciò significa che la fusione dei ghiacci è ora la causa principale dell’innalzamento del livello del mare”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
La nuova edizione del Climate change performance index constata pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Uno studio della rete di esperti MedECC e dell’Unione per il Mediterraneo mostra quanto il bacino sia vulnerabile di fronte al riscaldamento globale.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.