Dopo un mese di razionamenti, sono stati completati i lavori per la condotta provvisoria che porterà l’acqua dal fiume alla diga di Camastra, ma c’è preoccupazione per i livelli di inquinamento.
Il Liverpool stringe accordi con un’azienda cinese accusata di sfruttare l’acqua del Tibet
La comunità tibetana chiede al club inglese di interrompere la collaborazione con la società che opera in un territorio occupato e sfrutta le risorse a scapito della popolazione locale.
Lo scorso 24 luglio il Liverpool Fc, una delle società calcistiche inglesi più note e titolate, ha firmato un accordo commerciale con la compagnia idrica Tibet Water Resources Limited. Quello che, a prima vista, potrebbe sembrare un banale accordo di sponsorizzazione, ha invece scatenato grandi polemiche, soprattutto da parte del popolo tibetano. A dispetto del nome la Tibet Water Resources Limited è un’azienda cinese e commercializza acqua proveniente dal Tibet, Paese sotto occupazione cinese dal 1950. I tibetani sono soggetti a ripetute e violente violazioni dei diritti umani, tra cui torture e restrizioni alla libertà religiosa e di espressione. In una classifica stilata da Freedom House il Tibet risulta il secondo paese peggiore al mondo in termini di diritti civili e politici, dietro solo alla Siria. Proprio per questo la ong londinese Tibet Society ha chiesto al Liverpool di interrompere immediatamente l’accordo.
Una pessima mossa commerciale
Questo caso esemplifica alla perfezione come una partnership sbagliata possa danneggiare seriamente l’immagine di un’azienda. Requisiti come la sostenibilità sociale e ambientale sono infatti sempre più richiesti dai consumatori. In questo caso la vicenda ha una particolare rilevanza in virtù della notorietà del club britannico, un marchio sportivo ampiamente riconosciuto con tifosi in tutto il mondo e che sta ampliando il bacino di sostenitori asiatici.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
“Dato l’enorme rispetto, la fedeltà e l’affetto che le persone provano per entità commerciali come i club di calcio, le aziende con cui questi si associano beneficiano a loro volta di quegli stessi sentimenti positivi per estensione – ha dichiarato Sondhya Gupta, portavoce di SumOfUs, organizzazione no profit per la protezione dei consumatori. – La società Liverpool Fc sta in questo modo approvando l’operato della Tibet Water Resources Limited e legittimando il suo modello di business”.
Sfruttamento delle risorse altrui
Secondo le organizzazioni che chiedono al proprietario del Liverpool John W. Henry di interrompere la sponsorizzazione, tra cui SumofUs, FreeTibet e Tibet Society, l’azienda cinese sfrutta l’acqua proveniente dal Tibet senza alcun beneficio per le popolazioni locali che, anzi, vedono il loro ambiente distrutto. “Questo accordo rappresenta la questione al centro della lotta tibetana: l’effetto negativo dell’occupazione cinese sui tibetani e la mancanza di consultazione per le questioni che riguardano la loro terra e le loro risorse – ha dichiarato Gloria Montgomery della Tibet Society. – Da settanta anni i tibetani sopportano ingiustizie, indignazioni e discriminazioni da parte delle autorità cinesi”.
L’importanza dell’acqua del Tibet
Gli enormi ghiacciai tibetani rappresentano una delle più grandi riserve di acqua dolce del pianeta e sono la linfa vitale di molti dei grandi fiumi asiatici tra cui i Gange e il Mekong. Lo sfruttamento dell’acqua, che viene imbottigliata e commercializzata, potrebbe ridurre i flussi che scendono a valle con un impatto negativo su milioni di persone in tutto il continente.
Il Liverpool ignora le richieste
Nonostante nel 2016 il club inglese si sia dichiarato particolarmente sensibile alla questione dei diritti umani, finora ha rifiutato il dialogo con le organizzazioni che chiedono la cessazione della partnership. “Terminare l’accordo dovrebbe essere la priorità, non chiederemo niente di più o niente di meno – ha affermato John Jones, rappresentante dell’organizzazione Free Tibet. – Sappiamo che per molti sport e politica non dovrebbero mischiarsi, ma un accordo con un’azienda che sfrutta le risorse di un popolo sotto occupazione non è accettabile”.
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