
L’auto connessa (in Italia ne circolano 18 milioni, il 45% del parco circolante) ha molti vantaggi in termini di sicurezza e innovazione. Ma a chi cediamo i dati personali e chi tutela la nostra privacy?
Si chiama retrofit, che in gergo significa modificare la tecnologia di un oggetto per migliorarne le prestazioni. È quello che ha fatto Segun Oyeyiola, studente di ingegneria nigeriano, che ha preso una vecchia Volkswagen Beetle e l’ha trasformata in un’auto elettrica che funziona con l’energia del sole e del vento. Un’auto solare, con materiali di
Si chiama retrofit, che in gergo significa modificare la tecnologia di un oggetto per migliorarne le prestazioni. È quello che ha fatto Segun Oyeyiola, studente di ingegneria nigeriano, che ha preso una vecchia Volkswagen Beetle e l’ha trasformata in un’auto elettrica che funziona con l’energia del sole e del vento.
Nel giro di un anno il laureando, raccogliendo parti di scarto donate da parenti e amici, è riuscito a trasformare il “maggiolone” in un fuoristrada a zero emissioni, il tutto spendendo poco meno di 5.000 euro.
Ha dotato il suo veicolo di un pannello fotovoltaico montato sul tettuccio e di una ventola sul vano motore che ricarica le batterie durante la corsa. In questo modo l’auto può muoversi anche in assenza di luce solare.
Le batterie, secondo quanto racconta Oyeyiola si caricano in circa 5-6 ore, ma l’ingegnere sta lavorando per migliorarne l’efficienza e la velocità di carica. Ha inoltre dotato il computer di bordo del Beetle di una serie di app che comunicano via Gps e monitorano la stato di salute dell’apparato tecnologico dell’auto.
“Volevo ridurre le emissioni di biossido di carbonio che stanno causando il riscaldamento globale”, ha dichiarato il giovane al sito Co.Exist. “Ho così realizzato un’auto che funziona con il sole e il vento (la turbina è inserita sotto il cofano), così da dare il mio contributo alla risoluzione del problema”. Il prossimo progetto di Segun? Progettare e produrre auto solari ed eoliche in Nigeria. Tesla è avvisata.
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