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Tokonoma l’altare del te
L’altare è presente anche nella stanza del tè. E’ il tokonoma, il posto d’onore dove generalmente viene collocato un fiore e/o un dipinto.
Un’aula di collegio nella quale i discepoli si riuniscono per
praticare la meditazione. E’ una stanza completamente vuota.
All’interno c’è solamente un piccolo altare dov’è
situato la statua di Bodhidarma (Budda).
L’altare è presente anche nella stanza del tè. E’ il
tokonoma, il posto d’onore dove generalmente viene collocato un
fiore e/o un dipinto.
Si dice che la stanza sia contemporaneamente dimora della fantasia,
del vuoto e dell’asimmetrico.
E’ Dimora della Fantasia perché concepita per soddisfare
esigenze artistiche individuali. Doveva, infatti, essere costruita
in conformità ad un gusto individuale, in questo modo poteva
rispecchiare realmente lo spirito del proprietario.
La stanza del tè è del tutto vuota, a eccezione di
quanto vi si trova temporaneamente, per soddisfare un certo
animiamo estetico. Ecco perché viene definita anche Dimora
del Vuoto. Ogni occasione per celebrare il rito rappresentava un
evento particolare. In questa occasione eccezionale si eleggeva un
oggetto a re della stanza. L’oggetto racchiudeva in sé un
tema, il quale doveva condizionare gli altri elementi decorativi
presenti nella stanza. Tutto, infatti, era disposto in modo tale da
accentuare la bellezza del tema dominante.
Infine è Dimora dell’Asimmetrico perché consacra il
culto dell’Imperfetto. Nella stanza del tè i diversi oggetti
venivano scelti in modo tale da evitare qualsiasi simmetria o per
meglio definirla ripetizione di colori o motivi. Se c’ è un
fiore vero non sono ammessi fiori dipinti, così come se il
bollitore è rotondo il bricco dovrà essere spigoloso.
Quando si dispone nel tokonoma un vaso o un brucia profumi, si deve
aver cura di non situarlo esattamente nel centro, perché non
divida lo spazio in parti uguali.
Per un giapponese la simmetria non lascia spazio all’immaginazione.
Essa è sinonimo di completezza e di ripetizione. La
completezza decorativa uccide la freschezza dell’immaginazione. E’
necessario allora lasciare dei vuoti all’interno dello schema
decorativo della stanza. L’autentica bellezza può essere
colta solo da chi ha con la propria mente completato l’incompleto.
Per questo motivo essa è contemporaneamente dimora della
fantasia, del vuoto e dell’asimmetrico. Nella stanza del tè
ogni ospite può con l’immaginazione completare l’effetto
d’insieme a seconda della propria sensibilità.
Anna Volpicelli
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