Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Le lobby del petrolio spendono 114 milioni per ostacolare le politiche climatiche
Solo nel 2015 le 5 maggiori industrie petrolifere hanno impiegato il triplo delle risorse messe in campo dalla controparte per manipolare il dibattito sui cambiamenti climatici.
114 milioni di dollari, suddivisi tra Shell, Exxonmobil, l’American Petroleum Institute e altre due compagnie minori, spesi per ostacolare e rallentare le politiche e gli accordi sui cambiamenti climatici. Solo Exxomobil ne avrebbe impiegati 27 milioni, mentre Shell 22.
Lo si apprende da un recente rapporto pubblicato dalla Ong inglese Influencemap, che ha analizzato gli importi spesi dalle maggiori compagnie dell’industria del petrolio e del gas, mettendo in relazione le attività di lobby nei confronti della politica e del dibattito pubblico, tra cui la spesa in pubbliche relazioni, nella pubblicità e nella gestione dei social media.
Tutto il potere delle lobby del petrolio
Secondo quanto riporta l’associazione in una nota: “L’American Petroleum Institute è una delle forze meglio finanziate e con una continua campagna di ostruzione nei confronti delle politiche climatiche degli Stati Uniti, con un bilancio totale di oltre 200 milioni di dollari” e che “il suo amministratore delegato, Jack Gerard, ha ricevuto un compenso annuo di poco più di 14 milioni di dollari solo nel 2013”. Diventando probabilmente “uno dei lobbisti più pagati al mondo”. L’ad in questione avrebbe definito l’accordo di Parigi come “una stretta ideologia politica”.
Numeri che fanno trasalire se si pensa che “gli investimenti nelle politiche pro-clima si aggirano intorno ai 5 milioni”, scrive Grist. “È estremamente utile vedere esattamente quanto Exxon e le sue consorelle stiano spendendo per manipolare il dibattito sui cambiamenti climatici”, osserva invece Bill McKibben, fondatore del movimento 350.org.
Resta il fatto che, nonostante i mercati si stiano spostando sempre più verso altre fonti, le stesse compagnie petrolifere continuano ad investire parte dei loro enormi bilanci annuali per bloccare e mortificare il dibattito politico, mentre il tempo continua a scorrere. E mentre si continuano a registrare valori record per quanto riguarda le emissioni di CO2 e delle temperature medie globali, toccando la media di 1,35 gradi centigradi.
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