La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Il provvedimento consentirà agli agricoltori di sparare ai cinghiali tutto l’anno, con l’obiettivo di contenerne il numero e proteggere le colture.
Dagli anni Cinquanta il numero di cinghiali (Sus scrofa) in Italia è progressivamente aumentato, soprattutto a causa delle introduzioni a fini venatori, di pratiche come il foraggiamento, vietato appena due anni fa, e dello sterminio dei loro predatori naturali. La grande espansione di questi suini ha inasprito i conflitti con l’uomo a causa del grave impatto sulle colture. Per cercare di far fronte a questo problema la strategia più utilizzata, ma non sempre più efficace, è quella dell’abbattimento. In questa direzione va la nuova delibera approvata lo scorso 11 giugno dalla Regione Lombardia che consente agli agricoltori abilitati di abbattere cinghiali 365 giorni l’anno.
“È una decisione forte che vuole essere una risposta concreta alla situazione di esasperazione che molti agricoltori sono costretti a vivere – ha commentato colui che ha proposto la delibera, Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Lombardia. – Con questo atto diamo la possibilità agli agricoltori, provvisti di regolare licenza, di abbattere tutto l’anno i cinghiali. Si tratta di un ampliamento dell’attività di contenimento finora riservata solo alla polizia provinciale e ai cacciatori”.
L’obiettivo del provvedimento sarebbe dunque quello di contrastare il proliferare di cinghiali e garantire la salvaguardia delle colture agricole. Tra il 2013 e il 2017, ha fatto sapere la Regione Lombardia, “il cinghiale ha arrecato danni alle colture agricole sul territorio regionale per 1.669.989 euro di indennizzi erogati dalla regione, corrispondenti a 2.807 eventi di danno denunciati e ha provocato 384 sinistri stradali denunciati, con erogazione di risarcimenti 606.664 euro complessivi”.
Cinghiali, in Lombardia ok a via libera abbattimento tutto l’anno per gli agricoltori provvisti di regolare licenza. @PrandiniEttore: Grande risultato frutto lavoro di Coldiretti con @RegLombardia che garantisce legittima difesa e tutela il lavoro delle imprese pic.twitter.com/WqVlhVaBGT
— Coldiretti Lombardia (@terraesapores) 11 giugno 2018
Se i danni provocati da questi ungulati selvatici sono innegabili, altrettanto evidenti sono i danni causati dai cacciatori. Solo nella scorsa stagione venatoria, oltre ad un imprecisato numero di animali selvatici e domestici, sono morte trentuno persone, di cui un minore, dieci civili non cacciatori e venti cacciatori. I feriti sono stati invece ottantasette, due minori, ventiquattro civili e sessantuno cacciatori. Consentire agli agricoltori di sparare dodici mesi su dodici rappresenta pertanto un ulteriore pericolo per l’incolumità dei cittadini, probabilmente maggiore di quello rappresentato dai cinghiali.
Leggi anche: Chi ha paura del cinghiale cattivo
L’assessore Rolfi ha fatto riferimento proprio alla sicurezza, “vogliamo contrastare l’incremento incontrollato di una specie che danneggia colture e che rappresenta un pericolo anche per la sicurezza delle persone”. La caccia al cinghiale, e in particolare la braccata, è tuttavia la forma più pericolosa di attività venatoria, non a caso miete più vittime dei cinghiali. Questi grandi suini sono spesso dipinti come pericolosi e aggressivi, potenzialmente lo sono ma nella maggior parte dei casi, come tutti gli animali selvatici, preferiscono la fuga allo scontro e aggrediscono solo quando si sentono braccati, non a caso le persone attaccate dai cinghiali sono sempre, o quasi, cacciatori.
Alcuni studi ritengono che la caccia sia il modo più efficace per ridurre il numero di cinghiali, per altri invece l’abbattimento provoca la destrutturazione sociale nei branchi di cinghiali, causando la dispersione degli individui e favorendo la riproduzione delle femmine più giovani, aumentando di fatto la prolificità degli ungulati. L’unico deterrente non violento efficace è invece rappresentato dai recinti elettrificati a protezione delle colture. La nuova delibera rende certamente la Lombardia una regione più sicura per gli ortaggi e più pericolosa per i cinghiali e, probabilmente, anche per i cittadini che frequentano boschi e campagne.
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