Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
London fashion week, per la prima volta sfilano solo collezioni senza pelliccia
Questa edizione della London fashion week si veste di etica e green. Qualche giorno fa, il British fashion council ha dichiarato che la settimana della moda londinese sarà la prima tra le più importanti manifestazioni di moda a livello mondiale che non ospiterà collezioni contenenti pelliccia vera. Leggi anche: Blood less fur, le pellicce ecologiche diventano
Questa edizione della London fashion week si veste di etica e green. Qualche giorno fa, il British fashion council ha dichiarato che la settimana della moda londinese sarà la prima tra le più importanti manifestazioni di moda a livello mondiale che non ospiterà collezioni contenenti pelliccia vera.
Leggi anche: Blood less fur, le pellicce ecologiche diventano sempre più trendy
La svolta fur free della London fashion week
Tra i marchi inglesi in calendario mancava solo Burberry ad annunciare la messa al bando delle pellicce dalle sue collezioni. Ma a pochi giorni dall’inizio della kermesse è arrivata la notizia che, con l’avvento del nuovo direttore creativo Riccardo Tisci, anche Burberry abbandonerà la pelliccia e riciclerà i vestiti invenduti per utilizzarli nella creazione di nuovi modelli già a partire dalla prossima sfilata.
Così, da un sondaggio condotto dall’ente promotore della moda e dei designer inglesi, è risultato che nessuno dei marchi presenti all’interno del calendario ufficiale della London fashion week proporrà creazioni in pelliccia. Il British fashion council afferma che si tratta di un evidente “cambiamento culturale basato su ideali e scelte fatte da aziende di design, marchi internazionali e consumatori consapevoli, ma anche dall’incoraggiamento di molti negozi multibrand che stanno gradualmente abbandonando la vendita di pelliccia”, ricorrendo ad altre soluzioni alternative.
Huge news! #LondonFashionWeek goes #furfree sending a clear message that #fur cruelty is not welcome on the catwalk! We hope that New York, Paris and Milan will follow and put compassion in fashion. https://t.co/3BDzHRsmdo
— HSI United Kingdom (@HSIUKorg) 7 settembre 2018
Un buon risultato raggiunto grazie alle proteste degli animalisti
Dal 2016 a oggi, le proteste messe in campo dagli animalisti si sono sempre più intensificate. Così l’annuncio della messa al bando delle pellicce da parte della London fashion week è stato accolto con molta soddisfazione da tutte le associazioni che lottano per i diritti degli animali come la Fur free alliance, Peta e la Humane Society International UK.
Leggi anche: Peta fashion awards 2017, annunciati i progetti di moda più etici e cruelty free
L’iniziativa rientra all’interno del programma BFC positive fashion initiative, progettato dal British fashion council per promuovere e supportare le aziende che operano rispettando alcune linee guida fondamentali: la sostenibilità ambientale e sociale, l’uguaglianza e la diversità, l’artigianato e la comunità. Perché l’impegno dimostrato dalla London fashion week può diventare un buon esempio per tutte le altre manifestazioni che fungono da vero e proprio motore di tutto il mondo della moda.
Foto di copertina: sfilata uomo Burberry autunno/inverno 2015 © John Phillips/Getty Images
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nel mezzo di una grave crisi, il distretto tessile e dell’abbigliamento lancia l’allarme sui diritti dei lavoratori nella filiera della moda italiana.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Il magazine Öko-test ha condotto ricerche su capi di abbigliamento e accessori Shein trovando residui di sostanze pericolose. La nostra intervista ai ricercatori.
L’industria tessile si sta attrezzando per innovare se stessa e trovare soluzioni meno impattanti: la fermentazione rappresenta l’ultima frontiera moda.
Casi di appropriazione creativa e di rapporti sbilanciati nella fornitura di materie prime rendono sempre più urgente parlare di “sostenibilità culturale”.
Il Parlamento europeo ha aggiornato il report sull’impatto della produzione tessile mentre cresce l’attesa nei confronti delle prossime scelte politiche.
Sono tante e afferenti a diversi aspetti della produzione tessile: perché conoscere le certificazioni è il primo passo per fare una scelta responsabile
Nonostante i recenti scandali, che la moda made in Italy sia etica di per sé è una credenza diffusa. Una piccola filiera virtuosa sta cambiando le regole.