Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
L’Onu apre un’inchiesta sui crimini internazionali commessi in Palestina
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha deciso di aprire un’inchiesta per verificare se siano state commesse violazioni del diritto internazionale nei Territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, in seguito alle operazioni militari dell’esercito israeliano cominciate il 13 giugno. La votazione si è tenuta durante la riunione d’emergenza convocata per mercoledì
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha deciso di aprire un’inchiesta per verificare se siano state commesse violazioni del diritto internazionale nei Territori palestinesi occupati, inclusa Gerusalemme Est, in seguito alle operazioni militari dell’esercito israeliano cominciate il 13 giugno.
La votazione si è tenuta durante la riunione d’emergenza convocata per mercoledì 23 luglio. Hanno votato a favore dell’inchiesta 29 paesi, 17 gli astenuti, uno solo il voto contrario, quello degli Stati Uniti. Il consiglio riunito ha condannato in modo deciso “le violazioni sistematiche del diritti umani e delle libertà fondamentali avvenute in modo esteso” e ha chiesto un cessate il fuoco immediato.
Nella risoluzione il consiglio ha anche chiesto al governo israeliano di riaprire gli accessi da e verso la Striscia di Gaza per consentire alla comunità internazionale di portare i soccorsi umanitari urgenti e ripristinare i servizi di cui ha bisogno la popolazione palestinese.
La commissaria Navy Pillay ha affermato che Israele “potrebbe aver commesso crimini di guerra nella Striscia di Gaza” e che si tratta della terza escalation di violenze avvenuta nel giro di pochi anni, dopo quelle del 2009 e del 2012.
La vicesegretaria generale dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), Kyung-wha Kang, ha fatto il punto sulle vittime accertate dall’inizio dell’operazione israeliana Margine protettivo cominciata l’8 luglio: “Negli ultimi due giorni è stato ucciso un bambino all’ora a Gaza”. Le vittime palestinesi sarebbero 718, per la gran parte civili. I feriti sarebbero più di 3.500. Le vittime israeliane sono state 35, di cui tre civili.
I combattimenti hanno causato anche la distruzione di migliaia di palazzi e abitazioni lasciando senza tetto migliaia di famiglie palestinesi. Questo, però, non giustifica il lancio dei razzi verso le città israeliane (ne sarebbero stati lanciati duemila per l’Ocha) secondo Makarim Wibisono, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Palestina, che ha preso la parola durante la riunione d’emergenza. I rifugiati palestinesi che hanno cercato riparo in 77 scuole sarebbero circa 118mila, circa il 6 per cento della popolazione della Striscia.
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