Il presidente kirghiso ha firmato un decreto per la creazione di Asman, una città pensata per essere sostenibile. Ma gli attivisti criticano il progetto.
Piazzale Loreto a Milano si trasformerà in una grande agorà verde
Loreto open community donerà al più trafficato snodo di Milano aree pedonali, alberi, spazi verdi, un asilo nido, co-working e stazioni di ricarica elettrica.
Piazzale Loreto, a Milano, dovrebbe diventare un’agorà verde destinata alla vita di comunità. È l’obiettivo di Loreto open community (Loc), il progetto che si è aggiudicato la seconda edizione di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune di Milano insieme a C40 per la rigenerazione urbana in chiave sostenibile. L’idea è quella di trasformare il più caotico snodo di traffico della città, anello di congiunzione tra corso Buenos Aires e via Padova, in uno spazio fatto di giardini e spazi verdi che si appresta a diventare il simbolo della Milano olimpica, nel 2026. I lavori prenderanno il via nel 2023.
Cosa prevede il progetto Loreto open community
Trasformare piazzale Loreto da non-luogo a spazio aperto, inclusivo e sostenibile connesso con i quartieri che si affacciano su tutti i suoi lati. È la rivoluzione di Loreto open community, progetto presentato da un team multidisciplinare con capofila Ceetrus Nhood e realizzato grazie al contributo di Arcadis Italia, Metrogramma Milano (coordinatore del team di design), Mobility in chain, Studio Andrea Caputo, Land, Temporiuso e Squadrati.
Il masterplan restituirà alla città 24mila metri quadrati di spazio pubblico pedonale, di cui oltre 12mila nella piazza, cioè il 69 per cento dell’area, a fronte dei 2.484 metri quadrati utilizzabili oggi; e il restante distribuito tra via Padova e via Porpora. Il tutto dopo aver studiato attentamente la viabilità dell’area, che è stata ripensata in chiave strategica e che garantirà una capacità analoga a quella del nodo esistente.
Ma sarà soprattutto il verde a farla da padrone: il progetto prevede una piazza green su tre livelli, con 300 nuovi alberi piantati tra via Padova e viale Monza per un totale di 4.200 metri quadrati di area verde. Ciò significa che ci sarà una notevole riduzione delle isole di calore – specialmente nei picchi estivi – e la creazione di un micro-clima con temperature di 6-7 gradi inferiori a quelle percepite, contribuendo alla riduzione complessiva di CO2 nell’area del 35 per cento rispetto a quella attuale.
“Anche gli edifici saranno sostenibili – ci spiega Hélène Chartier, a capo di Zero carbon development per C40–: verranno realizzate strutture ibride in legno e materiali eco-compatibili, il progetto consentirà poi di ottenere un risparmio energetico del 90 per cento grazie ad architetture bioclimatiche e sistemi passivi e verranno realizzati circa 5mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici”. Infine, gli edifici ospiteranno nuovi spazi per la comunità con un asilo nido e un vivace programma sociale e culturale, oltre a un polo che include un incubatore e spazi di co-working.
Un esempio di rigenerazione urbana
“La progettazione delle strade privilegia i pedoni e le biciclette – continua Chartier –, riconfigura gli spazi destinati ai flussi stradali e riduce i parcheggi. Comprende anche un hub di micro mobilità con colonnine di ricarica elettrica e veicoli in car sharing adiacenti alla stazione della metropolitana Loreto”. La riqualificazione di piazzale Loreto si inserirà nel più ampio piano di rigenerazione urbana dell’asse nord-est della città, quello che va da via Padova a piazza San Babila.
“Loc è un perfetto esempio di rigenerazione urbana: buona integrazione nel contesto locale, architettura di qualità, un programma che risponde alle esigenze locali e migliora la qualità della vita, nonché grandi ambizioni in termini di riduzione di CO2 e prestazioni ambientali. Loc ha vinto perché ha combinato perfettamente questi diversi aspetti chiave. Credo che possa diventare un progetto faro che dimostra come le città possano infondere vita e creare nuovi luoghi per le persone, quando gli spazi vengono recuperati a discapito dei veicoli privati e quando si dà la priorità a una mobilità incentrata sulle persone”. Ma diciamolo pure con i numeri: a fronte di un investimento previsto intorno ai 65 milioni di euro, ci si aspetta un ritorno pari a 250 milioni in termini di valore per la comunità.
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