Lula può far crollare dell’89 per cento la deforestazione nella foresta amazzonica brasiliana. Gli basterà agire come ha fatto nei suoi primi due mandati.
Lula ha vinto le elezioni in Brasile. Tra le sue promesse c’è anche quella di perseguire l’obiettivo della deforestazione zero.
Carbon brief ha pubblicato un’analisi sugli scenari possibili per il futuro della foresta amazzonica.
Se Lula agirà sulla scia di quanto ha fatto nei suoi mandati precedenti, la curva del disboscamento crollerà dell’89 per cento.
Dopo un lungo travaglio giudiziario che l’ha tagliato fuori per anni dalla carriera politica, dopo una campagna elettorale tesa e costellata di fake news e dopo un ballottaggio che è apparso in bilico fino all’ultimo, Lula ha vinto le elezioni in Brasile. Il leader del Partito dos trabalhadores (Pt) è presidente per la terza volta. Anche il suo predecessore Jair Bolsonaro, dopo 44 lunghe ore di silenzio, ha promesso di “continuare ad adempiere a tutte le disposizioni della Costituzione”, autorizzando il suo capo di gabinetto a effettuare il passaggio di consegne. Tra le questioni di cui non potrà non occuparsi il nuovo presidente, fin da subito, c’è la foresta amazzonica.
Già nel suo primo discorso pubblico dopo il ballottaggio del 30 ottobre, Lula ha assicurato di voler perseguire l’obiettivo della deforestazione zero, combattendo “qualsiasi tipo di attività illegale” e siglando accordi di cooperazione internazionale. “Il Brasile e il pianeta hanno bisogno di un’Amazzonia in vita”, ha dichiarato. Ma queste parole sono credibili? Prima ancora della tornata elettorale, Carbon brief aveva pubblicato un’analisi volta a individuare quali fossero gli scenari possibili. La sua conclusione è netta: Lula può far crollare dell’89 per cento la deforestazione nella foresta amazzonica brasiliana. Gli basta fare ciò che ha già fatto in passato.
Lula’s speech covered the most pressing issue of our time: the climate crisis: “We will fight for a zero deforestation target in the Amazon. Brazil and the 🌎planet need an Amazon that’s alive”. His promise was clear: “We will fight all sorts of illegal activities in the Amazon.” pic.twitter.com/F6RSZ6Q4Fb
Cosa è successo alla foresta amazzonica durante l’amministrazione Bolsonaro
I ricercatori dell’università di Oxford, dell’Istituto internazionale per l’analisi dei sistemi applicati (Iiasa) e dell’Istituto nazionale per la ricerca spaziale brasiliano (Inpe) hanno messo a punto due scenari futuri. Entrambi si basano sull’implementazione del codiceforestale, la più importante legge brasiliana per la tutela della foresta amazzonica. Introdotto nel 1965, il codice chiede ai proprietari terrieri di preservare una certa proporzione di area forestale all’interno del loro possedimento, ripristinando quella che è stata distrutta illegalmente.
Peccato però che sia stato riformato durante il governo di Dilma Rousseff per avvantaggiare i proprietari terrieri. E che l’amministrazione uscente l’abbia pressoché ignorato, indebolendo i controlli. Nei primi tre anni in cui Bolsonaro è stato al potere, come risultato, è scomparsa un’area di foresta amazzonica pari a 34.018 chilometri quadrati, più grande del Belgio. I dati sono dell’Inpe e di Prodes, il sistema di monitoraggio del governo. Nel primo scenario elaborato dai ricercatori, la situazione resta inalterata e si continuano a perdere annualmente circa 10mila chilometri quadrati di Amazzonia, fino al 2030.
Lula può ridurre dell’89 per cento la deforestazione
Tra il 2003 e il 2010, quando Lula è stato al potere, è successo proprio il contrario. Il governo ha perfezionato i sistemi di monitoraggio satellitare, ha istituito nuove aree protette e ha rafforzato le misure attuative del codice forestale. Come risultato, la curva del disboscamento è partita dal picco di 30mila chilometri quadrati nel 2014 ed è scesa fino a 4.600 chilometri quadrati nel 2012, l’anno della tanto criticata riforma.
Nel secondo modello messo a punto dagli studiosi, il codice forestale viene di nuovo pienamente implementato, di pari passo con l’impegno a porre fine alla deforestazione e a ripristinare le aree degradate. In pratica, corrisponde a ciò che Lula ha fatto durante i suoi due mandati. I risultati sarebbero straordinari: l’area deforestata scenderebbe dai 13.038 chilometri quadrati del 2021 ad appena 1.480 alla fine del decennio. Un calo dell’89 per cento che dimostra come la foresta amazzonica possa essere salvata, se c’è la volontà politica di farlo.
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