Una nuova idea di paesaggio dove l’architettura funeraria viene sostituita dagli alberi dando vita ad un vero e proprio bosco urbano.
Luoghi simbolo di Milano in cui c’erano gli alberi
C’erano alberi in piazza Corvetto. E in Wagner. E al Verziere. A partire dagli anni Cinquanta, è stato asfaltato tutto, e tutti gli alberi rasi al suolo. Gli alberi a Milano sono sopravvissuti alle bombe, non agli assessori. È come se l’ideale del progresso, del boom economico, avesse portato con sé l’assunto dell’inutilità degli alberi.
C’erano alberi in piazza Corvetto. E in Wagner. E al Verziere. A partire dagli anni Cinquanta, è stato asfaltato tutto, e tutti gli alberi rasi al suolo. Gli alberi a Milano sono sopravvissuti alle bombe, non agli assessori. È come se l’ideale del progresso, del boom economico, avesse portato con sé l’assunto dell’inutilità degli alberi.
Gli alberi della Milano sparita
Dagli archivi fotografici dell’epoca riemerge una città amante del decoro, attenta agli spazi a misura d’uomo, ma soprattutto ricca di verde e orgogliosa delle sue aiuole, dei suoi alberi, dei filari di platani e pioppi che contornano ogni viale ed ogni piazza.
Non è stata la guerra ad abbatterli. Non sono stati i lavori della metropolitana. Non sono stati i viadotti. È stato lo smarrimento della cultura arborea degli architetti, del piacere della vista di questi antichi compagni della nostra vita. Prova ne sia che anche nelle più recenti ristrutturazioni di piazze milanesi, da piazza Cadorna, a piazza XXV Aprile, a piazza Gae Aulenti, di alberi… nemmeno l’ombra.
Gli alberi resistono in piazzale Baracca, in Darsena e in viale Piave
Non in tutta Milano gli alberi sono stati sradicati. Resistono in piazzale Baracca, in viale Piave, a Lambrate e via Pacini, in viale Bianca Maria. Ce ne sono ai lati della Darsena. Vero è che vedendo le foto d’epoca le stesse strade sembrano più ampie e decorose, ma questo è colpa delle auto e del cemento che copre le aiuole.
Comunque, fino agli anni Quaranta pareva inconcepibile un viale o una piazza non alberati. In ogni banchina, in ogni marciapiede, in ogni riquadro, in ogni rondò dovevano esserci alberi o siepi. È l’ideale architettonico oggi a esser monco, carente, mutilo, asfissiato, spianato, grigio. E, con lui, il piacere del passeggio, la qualità della vita, il godimento estetico dei cittadini.
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