Diritti animali

Abbattimento dei 2 lupi in Trentino, il Tar ha respinto il ricorso delle associazioni

I lupi, come gli orsi, sono nel mirino della provincia di Trento. Un’ordinanza prevede l’abbattimento di due animali.

  • In Trentino il presidente della provincia ha dato l’ordine di abbattere due esemplari di un branco della zona della Lessinia.
  • I lupi sono “colpevoli” di aver eluso le recinzioni elettrificate e predato degli animali d’allevamento.
  • Si tratta del primo provvedimento del genere in Italia, peraltro legittimato da una sentenza del Tar di Trento.

Sembrava fosse solo una fake news, invece Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento, coi lupi faceva sul serio. Il 24 luglio è stato firmato un decreto per ordinare l’abbattimento di due esemplari del branco che gravita attualmente nella zona della malga Boldera, in Lessinia dove negli ultimi tempi si sono verificate delle predazioni ai danni di animali d’allevamento. Si tratta del primo caso in assoluto di abbattimento di questa specie in Italia.

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I lupi sono animali resilienti e molto intelligenti, in grado di competere in astuzia con l’uomo © Pixabay

Lupi decisamente intelligenti

Partiamo dall’inizio per cercare di trovare un senso a questa brutta storia che, ancora una volta, sembra testimoniare la svolta persecutoria ai danni della biodiversità in Trentino. E ricordiamo che il lupo è una specie protetta secondo la Convenzione di Berna (1979) e la direttiva europea Habitat (1992) sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatiche, recepite da specifiche leggi nazionali. Nella zona della Lessinia sembra che i lupi abbiano capito che, per penetrare nel recinto anti predatori, non si prende la scossa se non viene toccato il suolo. Un comportamento degno di un ladro matricolato che depone a favore della grande intelligenza di questi predatori resilienti che da secoli contendono il proprio territorio all’invasione proterva dell’uomo. Nel mese di giugno il corpo forestale trentino ha accertato la predazione a opera del lupo di 2 asini 13 vitelle. Tanto è bastato al solerte Fugatti per decretare l’uccisione del bieco, ma astuto, predatore, reo di aver gravemente inficiato l’economia trentina e il duro lavoro degli allevatori.

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Il lupo in Italia è una specie protetta © Pixabay

Oltre ai lupi, anche gli orsi in Trentino sono nel mirino

Il provvedimento nei confronti dei lupi è stato disposto ai sensi della legge provinciale 9/2018, lasciata in eredità dall’ex presidente della provincia Ugo Rossi e che permette all’attuale presidente della Pat ( acronimo per “piano di assetto del territorio” come definito dall’articolo 13 della legge regionale 11 del 2004, che fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili) di agire, come fosse un ministro, per specifici motivi di rilevante interesse pubblico. Ricordiamo che Maurizio Fugatti si è reso responsabile di altre azioni nei confronti di animali protetti. Come dimenticare, infatti, le vicende degli orsi M62 (deceduto per cause naturali), Jj4 (rinchiusa nel Casteller) e Mj5 (ancora in libertà)?

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Il lupo è uno degli animali cardine della biodiversità nel mondo © Pixabay

Per gli esperti della provincia trentina, comunque, l’uccisione di due esemplari non incide significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino Alto Adige e, nel caso specifico della Lessinia. Le caratteristiche del pascolo d’alpeggio, infatti, evidenziano una concentrazione delle predazioni da lupo su bovini anomala rispetto al restante territorio alpino, in cui l’incidenza della presenza del predatore sul bestiame bovino è quasi trascurabile, come denota l’indagine condotta nell’ambito del progetto LIFE. Si ignora, in questo caso, l’opera dei cani da guardiania che tanto aiuto danno, da secoli, agli allevatori italiani. E che non sembrano essere utilizzati nelle zone trentine per contrastare efficacemente la predazione dei lupi.

Sembra, però, che solo in Trentino il lupo – e gli orsi – diventano pericolosi e furbissimi nella loro incessante opera di distruzione dell’operato umano, seminando morte e distruzione nel territorio. Che siano lupi speciali, magari con una componente extra terrestre? E a questo punto sia importanti più proteggerli e selezionarli, che non ucciderli, viste le loro altissime risorse intellettive?

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Animale schivo, ma tenace il lupo è considerato uno dei grandi predatori © Pixabay

Il Tar di Trento respinge il ricorso delle associazioni

Il Tar di Trento, purtroppo, con due decreti non impugnabili, ha respinto la richiesta di sospensione nei confronti del decreto che ha disposto l’abbattimento dei due esemplari del branco nella zona di Malga Boldera. Ed è doveroso ricordare che l’uccisione indiscriminata di esemplari nella stagione estiva può risultare gravemente lesiva nei confronti delle cucciolate che potrebbero trovarsi senza madri e, quindi, impossibilitati a sopravvivere. Ma di femmine che allattano e allevano i cuccioli alla giunta trentina non sembrano interessare. A questo punto meglio dar voce alle proteste degli allevatori che preservare l’enorme patrimonio di biodiversità delle montagne e delle valli di una delle zone più belle e interessanti della nostra penisola.

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I lupi sono uno dei cardini della biodiversità nel nostro paese © Pixabay

La reazione degli animalisti

Le reazioni delle associazioni animaliste non si sono fatte attendere. Accertamenti condotti sul posto dall’etologa Ivana Sandri avrebbero dimostrato che gli animali della Malga erano detenuti in condizioni simili più al pascolo brado che alla diligente custodia prescritta dalla normativa europea. Alcune zone, inoltre, sono risultate del tutto prive di recinzione. Spiegano i portavoce delle tre associazioni: “I soli recinti elettrificati possono non essere sufficienti a evitare quello che è accaduto. In situazioni come il ricovero notturno degli animali più indifesi, la presenza del pastore o quanto meno dei cani da guardiania appositamente educati, diventa basilare”.

Altro punto critico del decreto trentino è quello relativo all’individuazione degli esemplari da uccidere. Infatti, leggendo il provvedimento, non si comprende né con quale criterio si debbano scegliere i lupi né quali effetti concreti avrà la loro uccisione sulla sopravvivenza e, di conseguenza, sulla conservazione del branco.

Secondo le tre associazioni il decreto di Fugatti è anche paradossale e abnorme poiché, come segnala la stessa Provincia di Trento, nel 2022 gli eventi predatori sono risultati in calo, mentre gli indennizzi non hanno neanche raggiunto i 70mila euro. Una somma del tutto incongruente con i toni apocalittici usati. La parola ora passa di nuovo a Maurizio Fugatti. Continuerà per la sua strada o un barlume di coscienza etologica lo illuminerà?

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