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Alle Maldive il primo resort alimentato a energia solare
Chi ha detto che il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile debbano necessariamente abbinarsi ad una ruvidezza spartana o ad un’ascetica frugalità? Oggi più che mai ricercatezza, esclusività e standard estetici elevati tendono spesso e volentieri a coesistere con scelte architettonico-progettuali a basso impatto ambientale, come attesta la recentissima apertura, sull’isola maldiviana di Gasfinholu, del
Chi ha detto che il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile debbano necessariamente abbinarsi ad una ruvidezza spartana o ad un’ascetica frugalità? Oggi più che mai ricercatezza, esclusività e standard estetici elevati tendono spesso e volentieri a coesistere con scelte architettonico-progettuali a basso impatto ambientale, come attesta la recentissima apertura, sull’isola maldiviana di Gasfinholu, del primo resort interamente alimentato dall’energia solare di oltre 6200 mq di pannelli fotovoltaici, ovvero il ClubMed Finolhu Villas.
A concepire e realizzare l’ambiziosa impresa, l’architetto newyorkese di origine giapponese Yuji Yamazaki, già provvisto di un portfolio di tutto rispetto, dati i precedenti progetti di design commissionatigli da professionisti del lusso quali Giorgio Armani e Calvin Klein, senza tralasciare il contributo alla realizzazione degli interni dei treni della Fiat o la progettazione della Stazione Termini di Roma.
In pieno Oceano Indiano Yamazaki è riuscito ad insediare un comprensorio di ben 52 ville, ciascuna delle quali dotata di piscina privata, destinato ad accogliere un massimo di 200 persone tra ospiti e membri del personale, nonché interamente ecosostenibile ed autosufficiente dal punto di vista energetico. I pannelli fotovoltaici, realizzati assemblando vetro ed acciaio bianco e piatto, sono collocati in una posizione non nascosta bensì perfettamente visibile ed esteticamente integrata col contesto, che prevede anche l’amplissimo uso di materiali più “indigeni” quali il legno e la paglia.
Il risparmio energetico viene ovviamente perseguito anche attraverso numerosi altri sofisticati accorgimenti, quali ad esempio l’uso di pareti particolarmente spesse ed isolanti o di sensori di movimento, finalizzati a limitare lo spreco di aria condizionata e di luce elettrica, o le recinzioni verticali che ombreggiano le camere riducendo di cinque gradi la loro temperatura interna.
Ma la sfida creativa ed architettonica più ardua per Yamazaki è consistita nello sforzo di rendere il più possibile confortevole, elegante ed armoniosa agli occhi dell’esigente clientela, l’atmosfera dell’eco-resort, evitando che le avanzate tecnologie corressero il rischio di conferirgli un aspetto troppo avveniristico, algido o respingente. Il risultato prevede dunque un design tutt’altro che industriale ed artificioso ma anzi addirittura ispirato alla forma della tipica imbarcazione maldiviana, ovvero il “dhoni”, o alle foglie delle palme da cocco. Non stupisce dunque che tra i numerosi premi il Finolhu si sia aggiudicato il 2015 International Hotel and Property Award – Best Beach Hotel e il 2015 Interior Design Magazine Best of Year Award – Best Resort Hotel.
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