Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Luteina, l’antirughe verde
Pelle giovane, elastica e idratata con la luteina di spinaci e cavoli. Che protegge dall’azione ossidante del tempo e del sole.
Cavolo verde, rapa, verza, spinaci, broccoli, grano, piselli, lattuga, cicoria, foglie di rapa, crescione, radicchio, basilico, prezzemolo, rucola, cavolini di Bruxelles, porri, zucca, paprika, papaia. Tutte fonti di luteina, carotenoide antiossidante che va assunto con l’alimentazione, visto che l’organismo non lo produce da sé.
La luteina, secondo quanto riportato da uno studio del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Napoli, oltre ad avere un ruolo protettivo importante per gli occhi, depositandosi nella pelle incrementa l’idratazione e l’elasticità cutanea. La ricerca ha osservato nelle donne che si sono prestate allo studio una riduzione della perossidazione lipidica, un marker che indica il danno da radicali liberi.
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“La luteina – spiega il professor Morganti, coordinatore dello studio – è un ossi-carotenoide la cui molecola simile al betacarotene contiene due gruppi -OH negli anelli finali. Grazie a questo, mentre il betacarotene può dar luogo a due molecole di vitamina A, la luteina svolge esclusivamente effetti fotoprotettivi e idratanti, neutralizzando qualsiasi tipo di radicale libero dentro e fuori la cellula. Tale attività è svolta sia a livello della macula lutea degli occhi sia a livello dell’epidermide”.
In natura la luteina si trova in tutti i vegetali a foglia verde ma anche nelle carote e nella frutta giallo-arancio. Questi cibi andrebbero mangiati quattro – cinque volte al giorno, tenendo presente che la quantità giornaliera ottimale di luteina da assumere dovrebbe essere di almeno 10 mg, all’interno di un pasto vario ed equilibrato. Purtroppo si stima che gli italiani ne ingeriscano solo 4 mg al giorno.
I fattori che possono contrastare l’azione antiaging della luteina sono il fumo, il consumo di alcolici e le patologie a livello gastroenterico, del fegato e dei reni.
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