Lynk & Co: “L’auto dev’essere semplice, flessibile e condivisa”

Ridisegnare l’esperienza dell’auto, grazie a un sistema di abbonamento mensile. E al posto dei concessionari, club, il primo nel cuore di Roma. L’intervista con il fondatore e Ceo Alain Visser.

Sono passati sei anni dal debutto del progetto. Era il 20 ottobre del 2016 quando Lynk & Co si affacciava per la prima volta al mondo, con un obiettivo, proporre un inedito approccio alla mobilità condivisa, accessibile, flessibile. Quasi una sfida, un modo per reinventare le modalità di acquisto, di possesso e uso delle auto. “Volevamo offrire un accesso alla mobilità che fosse più semplice, flessibile e a un prezzo competitivo”, spiega Alain Visser, fondatore e Ceo di Lynk & Co.

A piacere di più fra le opzioni proposte (è la formula scelta da quasi il 90% dei soci), la possibilità di aderire a una membership mensile, un po’ come Netflix, un paragone spesso usato per descrivere la flessibilità del servizio offerto. In pratica con una quota mensile di 500 euro tutto incluso (assicurazione, manutenzione, assistenza stradale, bollo etc), è possibile utilizzare un’auto ibrida con l’ulteriore possibilità di condividerla con la community Lynk & Co, un modo per abbassare ulteriormente i costi dell’abbonamento mensile.

Lynk & Co, club al posto dei concessionari auto

“Sei anni fa, abbiamo iniziato con pochissime persone – ci spiega Visser – una struttura semplice, ma un progetto chiaro: niente concessionari, ma club, posizionati soprattutto nel cuore della città, spazi da vivere, dove lavorare, bere una tisana, ascoltare buona musica, acquistare oggetti proposti da marchi “che condividono i nostri stessi valori”, sottolinea Visser, sostenibilità, ma anche economia circolare.

Abbiamo incontrato Alain Visser a Roma, nella centrale via Corso del Corso 265, in uno spazio che profuma di recupero post-industriale, quasi un’oasi urbana, frutto di un intervento conservativo progettato in collaborazione con lo studio svedese New Order Arkitektur: pavimenti di legno rigenerato, soffitti alti, tessuti alle pareti, comodi divani, un tavolo da ping pong. E, cosa fondamentale, nemmeno l’ombra di un’auto, di quella Lynk & Co 01, un crossover ibrido basato sulla meccanica della Volvo XC40, alla base del servizio offerto: ibrida, full optional, soltanto due colori (nero o blu,), connessa. Volendo, la si può anche acquistare, ma non è la scelta più “smart”.

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Alain Visser, Ceo di Lynk & Co. Lo abbiamo incontrato a Roma, in occasione dell’apertura del primo club in Italia © Lynk & Co

Siamo partiti dall’idea che la mobilità può essere migliorata

Insomma, un club per amici, dove ritrovarsi attorno al bancone bar per fare due chiacchiere. Già, perché qui l’unica idea di mobilità – o almeno quella prevalente – è quella condivisa, un abbonamento mensile senza vincoli di possesso. “Roma è una città speciale e aprire il nostro nuovo Club è un passo in avanti concreto per la nostra crescente comunità in Italia – sottolinea Alain Visser – un centro per tutti coloro che sono pronti ad esplorare la mobilità, che va oltre i confini tradizionali stabiliti dall’antica industria automobilistica”.

Belga, un master of Science all’Università di Anversa, un Mbs alla Duke University in North Carolina, oltre trent’anni passati nel mondo auto dove ha ricoperto ruoli manageriali di rilievo in grandi gruppi automobilistici (Volvo, Opel, Ford), Alain Visser, tra i dieci Cmo più influenti al mondo secondo Forbes, ha fondato Lynk & Co facendo tesoro delle esperienze precedenti, allontanandosi dal modello tradizionale automobilistico. Una mente curiosa la sua, aperta sul futuro. Un visionario, ma col senso della concretezza. Per questo abbiamo deciso nella nostra intervista di fare un “gioco”, ossia commentare con lui alcune delle parole chiave che definiscono la nuova mobilità, presente e futura. Ed ecco come è andata.

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Una vista interna del Club al 265 di via del Corso, Roma © Lynk & Co

Sostenibilità
Finalmente!

Veicoli autonomi
Il vero cambiamento, molto più dell’elettrificazione. Quando? Sui tempi potrei sbagliarmi, è già accaduto in passato, quando ipotizzavo che l’elettrificazione dell’auto avvenisse giù 10 anni fa. La tecnologia è quasi pronta, manca pochissimo. La parte più complessa riguarda la legislazione e l’infrastruttura, soprattutto in Europa. Di sicuro nei prossimi 20-30 anni cambierà radicalmente la visione nei confronti dell’auto, basterà un’app per avere un veicolo a disposizione.

Smart city
Insieme all’auto autonoma credo che quello di smart city sia un concetto complesso, anche in questo caso soprattutto per questioni legislative e di infrastruttura. Ci vorrà molto tempo, la politica spesso è più lenta dell’industria automobilistica.

Mobilità elettrica
E’ un cambiamento importante, ma non un grande cambiamento. E’ solo un’auto con qualcosa di nuovo sotto al cofano. Un’auto certo più sostenibile, una tecnologia migliore, ma non è una rivoluzione così radicale come appare.

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Membership mensile, a lungo termine o acquisto auto sono le formule di mobilità proposte. Unico il modello di auto, la 01, nelle versioni ibrida o ibrida plug-in con 69 km di autonomia elettrica © Lynk & Co

Batterie
Penso che le batterie di oggi saranno considerate tra 10 anni come qualcosa di molto superato. La loro evoluzione sarà molto rapida, sia sull’efficienza, sul loro ingombro, il peso si ridurrà drasticamente e a cambiare saranno soprattutto la velocità di ricarica e la loro riciclabilità. Ad evolvere velocemente sarà anche l’aspetto ambientale, etico rispetto all’estrazione delle materie. Credo che progresso tecnologico e sostenibilità finiranno per convergere, trovando il giusto equilibri fra etica e tecnologia.

Big data
Sicuramente un aspetto in grande crescita. Non è detto che i risvolti saranno tutti positivi. Ma se tutto andrà per il verso giusto, per realizzare prodotti migliori l’industria avrà sempre più bisogno del possesso dei dati dei clienti. Poter disporre dei dati, combinati alle potenzialità dell’intelligenza artificiale, permetterà all’industria di creare un valore aggiunto per i clienti stessi, fornendo servizi sempre migliori e più vicini alle loro esigenze. È diventata la nuova normalità, essenziale direi. E probabilmente è uno dei problemi più grandi da risolvere per l’industria automobilistica, che non ha ancora un accesso ideale a questi dati.

Internet of Things
Sto seguendo con curiosità questo aspetto, o altre evoluzioni come il metaverso. Francamente non so se rappresentino davvero una priorità. Noi siamo ancora esseri umani a cui piace avere un contatto fisico con altri esseri umani, e questo va considerato. In questo senso l’Internet delle cose è quasi una contraddizione.

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Nel 2021 sono stati quasi 60mila i soci entrati a far parte del “club” Lynk & Co in tutta Europa © Lynk & Co

5G e veicoli connessi
I veicoli connessi oggi sono come gli airbag 30 anni fa. La connettività è ormai essenziale, puoi avere l’auto migliore del mondo ma senza connettività non serve. Quanto al 5G, non credo che le persone facciano troppa distinzione fra 2, 3, 4G o altro. Di sicuro l’accessibilità dei dati e la velocità a cui avviene è progressivamente più importante per le persone, che desiderano ormai che tutto sia sempre disponibile e immediatamente.

Urban Air Mobility
A pensarci sembra un film di fantascienza. Spero quasi che non succeda perché penso che se oggi le strade sono inquinate dal traffico, sarebbe anche peggio che facessimo lo stesso col cielo. Quindi confido rimanga ancora a lungo un’opzione per il futuro. Nel frattempo, noi possiamo migliorare la mobilità sulle nostre strade, cosa che credo sia assolutamente possibile, anche grazie alla guida autonoma. Uno scenario in cui le persone non devono più necessariamente acquistare un’auto, possono semplicemente usarla quando serve. Immagino città diverse, migliori, capaci di fare anche a meno dei droni volanti.

Idrogeno
Ancora troppo inefficiente, probabilmente l’idrogeno potrà avere un ruolo più significativo per altri mezzi di trasporto, come treni, navi o aerei. Ma non credo per l’auto.

Economia circolare
Credo che l’economia circolare sia molto legata alla sostenibilità, è molto positivo che le aziende sempre più considerino l’intero ciclo di vita invece che solo una parte. Penso sia un argomento molto importante per passare a un modello industriale più evoluto, basato oltre che sulla produzione, sempre più sulla sostenibilità dei processi.

Sharing
Sicuramente quello che vediamo è una tendenza globale, una tendenza connessa alla riduzione dei consumi, spinta dal fatto che alle persone interessa sempre meno possedere e più utilizzare. Per questo l’esperienza dell’uso diventa più importante di quella del possesso. E un’esperienza positiva genera a sua volta condivisione. Mediamente l’automobile viene utilizzata solo per il 4% del tempo e per il resto rimane parcheggiata. Servono passi radicali per rendere la mobilità più sostenibile. Lo sharing consente di condividere risorse e ridurre il numero totale di auto che occupano le strade. Così la mobilità può diventare accessibile a più persone, con conseguente riduzione dei parcheggi e del traffico.

Futuro
In gran parte ho cercato di rispondere nelle precedenti domande. Quanto a Lynk & Co, nonostante sia il primo in Italia, il Club di Roma non resterà l’unico a lungo. Il Club di Milano, infatti, aprirà le sue porte al pubblico nel tardo 2022. In un mondo che si allontana sempre di più dal concetto di proprietà, Lynk & Co mette a disposizione degli automobilisti – anche senza possederla – un’auto performante, tecnologicamente avanzata, capace di rispettare l’ambiente. Vogliamo esprimere sempre più quel senso di libertà di scelta che i viaggiatori moderni chiedono. Dopo 100 anni di un settore sempre uguale, era l’ora di offrire qualcosa di diverso.

 

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