Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Mabeo furniture, mobili di alto design creati da artigiani del Botswana
Buon design, artigianato, alta qualità delle lavorazioni, uso di materiali sostenibili, sviluppo della cultura e della comunità locali: questi sono i valori etici ed estetici del brand Mabeo furniture. Disegnati da Peter Mabeo, fondatore dell’azienda, insieme a un gruppo di noti designer internazionali, i mobili e gli accessori per la casa sono prodotti preziosi realizzati
Buon design, artigianato, alta qualità delle lavorazioni, uso di materiali sostenibili, sviluppo della cultura e della comunità locali: questi sono i valori etici ed estetici del brand Mabeo furniture. Disegnati da Peter Mabeo, fondatore dell’azienda, insieme a un gruppo di noti designer internazionali, i mobili e gli accessori per la casa sono prodotti preziosi realizzati prevalentemente in legno massello, cioè pieno, che proviene da foreste certificate e con lavorazioni artigianali di alta qualità come l’intaglio, il ricamo e la decorazione a foglie. Mabeo furniture rappresenta la determinazione di un imprenditore di portare il design africano all’attenzione del mondo.
Chi è Peter Mabeo
Peter Mabeo è l’unico produttore di mobili di design in Botswana, nell’Africa meridionale. La sua azienda nasce nel 1996 e per dieci anni produce arredi su misura per uso locale. Poi la svolta: nel 2006 Mabeo decide la strategia per cercare di inserirsi nel circuito del design internazionale. Coinvolge alcuni designer, come Patty Johnson e Claesson Koivisto Rune, ai quali seguono Luca Nichetto, Garth Roberts, Patricia Urquiola e più di recente Francesco Faccin e Inés Bressand. Con loro sviluppa progetti per nuove linee di prodotti contemporanei e di gusto internazionale ma che hanno una forte identità africana e si distinguono nel panorama della produzione industriale in Occidente per i materiali pregiati, le lavorazioni artigianali, i dettagli sofisticati.
Così il marchio sbarca a New York alla fiera del mobile Icff e al Salone del Mobile di Milano, nonostante gli ostacoli burocratici e doganali. I prodotti stupiscono gli addetti ai lavori e il pubblico occidentale perché, secondo uno stereotipo ancora radicato, non ci si aspetta che un design di così alta qualità e bellezza arrivi da un paese africano. Ma è proprio questa singolarità che aiuta Mabeo a farsi conoscere rapidamente e a ricevere premi e riconoscimenti per il suo lavoro, come l’Editors choice award for best furniture e best craftsmanship (in cui i direttori delle riviste di design premiano i migliori prodotti d’arredo e di artigianato) all’Icff di New York nel 2006, 2008 e 2010.
I materiali, legno certificato e metallo riciclato
Il legno utilizzato per i mobili di Mabeo furniture proviene da foreste certificate: in prevalenza si tratta di quello di quercia e di panga panga, quest’ultimo tipico del sudest dell’Africa, molto resistente e di colore marrone scuro. Gli artigiani locali arricchiscono i prodotti con preziose lavorazioni a intarsio, come i bordi scolpiti a mano del tavolo e dei tavolini Seri disegnati da Garth Roberts. Alcuni pezzi di Patricia Urquiola sono stati decorati con ricami che riprendono un’antica tradizione di tessitura ancora viva in alcune comunità locali.
I prodotti presentati a Milano durante il Fuorisalone 2017 sono i primi risultati di una nuova sperimentazione in corso: l’abbinamento del legno con il metallo riciclato galvanizzato, cioè rivestito da un sottile strato di zinco per proteggerlo dalla corrosione. Gli scarti di metallo delle imprese di costruzione lavorati manualmente dagli artigiani sono protagonisti dei prodotti disegnati da Francesco Faccin e Inés Bressand. La serie di tavolini proposti da Faccin come piani di appoggio per le piante si chiama Masalela, che significa proprio “scarti” nella lingua locale; il mobile contenitore e la sedia di Bressand abbinano, invece, legno e metallo utilizzato in un unico foglio piegato per creare l’anta del mobile o lo schienale della sedia.
Un workshop sul tema del design africano
Disegnare oggetti utili per la sopravvivenza per fare un viaggio selvaggio in Africa: questo è il tema del workshop che Peter Mabeo condurrà dal 9 al 15 luglio al Domaine de Boisbuchet a Lessac, in Francia. Si intitola Design Safari ed è aperto a studenti e professionisti. “L’etimologia della parola safari può essere ricondotta alla parola araba ‘safara’ o a ‘kusafiri’ in swahili: entrambe significano viaggiare – spiega Mabeo –. La definizione si è trasformata nel tempo e indica oggi l’osservazione o la caccia degli animali selvatici nel loro habitat africano. Un’intera estetica occidentale è stata creata intorno ai safari in epoca coloniale che coinvolgevano una carovana di persone, forniture e armi, ben lontana però dal significato indigeno originale del viaggio inteso come spedizione, esplorazione e sopravvivenza in luoghi sconosciuti”.
Il workshop esplorerà il concetto di safari come viaggio in terre sconosciute. I partecipanti lavoreranno all’aperto nell’ambiente ispiratore di Boisbuchet, dove dovranno affidarsi alla propria creatività e al proprio ingegno per progettare e costruire oggetti basic, funzionali e vitali per un viaggio che Mabeo definisce selvaggio. I risultati del workshop saranno successivamente riproposti in un’installazione su un’isola nel delta del fiume Okavango nel nord del Botswana.
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