Nuove immagini in un allevamento di maiali di un fornitore di Lidl rivelano condizioni inadeguate e violenze sugli animali. Dopo il caso dei polli, cosa ci vorrà per fermare la sofferenza?
Perché bisogna fermare la macellazione dei cavalli nel mondo
Macellazione e commercio illegale di carne equina: cavalli lasciati senza cibo e acqua, maltrattati e feriti. È il momento di fermare questo sfruttamento.
Nell’Unione europea vengono macellati ogni anno oltre 250mila cavalli. Con 25mila animali macellati ogni anno, l’Italia è il Paese che macella più carne di cavallo in tutta Europa e che importa più esemplari dall’estero per scopi alimentari. Nonostante siano considerati ufficialmente sia animali “da affezione”, sia animali “da allevamento”, oltre 13mila cavalli ogni anno sono costretti a subire lunghi viaggi da Polonia, Francia e Spagna verso i macelli italiani.
Dopo le investigazioni in Spagna e in Italia, di recente il team investigativo di Animal Equality ha documentato l’uccisione illegale dei cavalli in Messico denunciando alle autorità la sofferenza di centinaia di animali macellati, spesso ancora coscienti dopo aver subito brutali maltrattamenti. Ma la crudele uccisione dei cavalli è un problema che persiste anche in Europa.
Mercato clandestino e macellazione dei cavalli
Di recente, un’operazione coordinata dall’Europol ha portato all’arresto 41 indagati tra Spagna e Belgio coinvolti nel commercio illegale di carne equina. Durante i controlli avvenuti in Spagna, infatti, sono stati scoperti 80 cavalli all’interno di allevamenti clandestini vittime di maltrattamenti e affetti da varie malattie non curate a causa della mancanza di controlli veterinari adeguati.
Dal momento che la carne venduta non era adatta al consumo alimentare, l’ampia rete criminale diffusa in tutta Europa è risultata coinvolta anche in una serie di reati tra cui frode alimentare, riciclaggio di denaro e frode documentale. Non si tratta di un caso isolato: come mostrano anche le inchieste di Animal Equality, la carne di cavallo venduta nel mondo è spesso non adatta al consumo umano. Secondo la normativa italiana, ad esempio, non possono essere dichiarati Dpa, ovvero Destinati alla produzione alimentare, i cavalli usati per lo sport, ai quali vengono somministrati farmaci potenzialmente dannosi per le persone. Nel mercato clandestino della carne di cavallo, però, anche loro finiscono per essere macellati e venduti a fini alimentari.
Anche se il consumo di carne di cavallo in Italia è basso rispetto a quello di altri animali, per rispondere alla richiesta dei consumatori i cavalli sono costretti a subire trasporti a lunga distanza senza cibo, acqua, riposo e in alcuni casi anche senza le cure adeguate, fino alla loro uccisione nei macelli. Ciò che gli animali vivono negli impianti di macellazione è solo sofferenza, a partire dai metodi di stordimento.
Quelli utilizzati sui cavalli, infatti, sono comunemente progettati per i bovini e per questo causano loro gravi ferite e dolore inutile. Per porre fine a questo sfruttamento, abbiamo rivolto una petizione al governo italiano e ai governi di vari Paesi nel mondo in cui Animal Equality opera chiedendo la fine della macellazione dei cavalli.
Ad ora solo la Grecia ha compiuto questo importante passo avanti dimostrando che un mondo in cui anche i cavalli siano liberi dallo sfruttamento è possibile. Nel 2020, infatti, il governo greco ha vietato la macellazione dei cavalli, includendoli tra gli animali tutelati al pari di cani e gatti. È quindi vietato allevarli, utilizzarli ed esportarli per la produzione di pellicce, cuoio, carne o altri usi.
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