Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
La rivoluzione del pane di Madre Project, scuola di panificazione ma anche progetto culturale
Con il master di Madre Project si impara a fare il pane in un certo modo, e a fare impresa con uno sguardo rivolto al territorio e alla comunità.
- Madre Project si propone come primo master per costruire un’impresa ad impatto sociale tra pane e territorio.
- Una scuola per formare panificatori, ma anche per dare vita a botteghe del pane in territori urbani rigenerati che siano soprattutto centri culturali.
- Il master è aperto a chi è in fase di cambiamento personale e vuole anche fare la propria parte per il bene comune.
Pochi ingredienti e pochi gesti, il pane è una cosa semplice e, allo stesso modo, un fatto complesso. Alimento millenario, cibo primario, simbolo di condivisione, corpo di Cristo, per il pane si sono fatte guerre e scatenate rivoluzioni. E una “rivoluzione” nel mondo del pane (e non solo) è quello che ha in mente Madre project, Scuola del pane e dei luoghi, un progetto per imparare l’arte della panificazione, e al contempo apprendere a fare impresa in modo diverso, impattando positivamente sulla comunità e sul territorio urbano. È un percorso di formazione professionale, ma anche culturale, aperto a chi è in una fase di transizione, di cambiamento, ed è animato, da una parte, dal desiderio di un lavoro autonomo e motivante, dall’altra dalla volontà di fare la propria parte per il bene comune.
Madre Project: il pane fra impresa e territorio
Madre Project nasce a Milano, nel quartiere-borgo di Chiaravalle, dalla collaborazione tra Terzo Paesaggio, organizzazione non profit che si occupa di rigenerazione urbana a base culturale, e Davide Longoni, maestro panificatore pioniere nello scorso decennio di una nuova concezione del fare pane. Un’alleanza inaugurata in realtà nel 2013 quando Longoni, dopo aver aperto diverse botteghe del pane, comincia a coltivare cereali su terre abbandonate nel parco della Vettabbia a Chiaravalle rigenerando quei terreni e producendo di fatto il primo pane agricolo di Milano, senza l’uso di diserbanti o concimi, seguendo una rotazione triennale che alterna al grano le piante leguminose e le erbe mediche.
Da questo trascorso, l’idea di aprire una scuola del pane: “Quando Davide Longoni ci ha parlato della sua volontà di aprire una scuola di panificazione abbiamo capito subito che il pane e il contesto di Chiaravalle rappresentavano l’occasione perfetta per sperimentare un approccio del tutto nuovo alle pratiche di rigenerazione urbana”, spiega Andrea Perini, co-fondatore di Terzo Paesaggio. “Il pane, cibo per eccellenza capace di mettere in relazione le persone, poteva essere il mezzo per una trasformazione dei luoghi, il denominatore comune tra impresa a impatto sociale e territorio urbano da rigenerare”.
Nelle botteghe del pane del futuro un’alleanza possibile tra capitale e culturale
La scuola, nella sua unicità, propone l’esperienza del pane agricolo (grandi formati, grani di filiera, lievito madre), oggi simbolo di una nuova generazione di imprenditori, interpreti del cambiamento, come strumento per entrare in relazione con il proprio territorio, favorendo processi di rigenerazione attraverso la creazione di particolari botteghe del pane capaci di offrire servizi e proposte sociali, culturali e formative, alle persone che abitano il territorio circostante.
L’idea è quella di centro culturale con all’interno un motore economico, ma anche di una bottega del pane che sia anche un centro culturale, in una contaminazione vicendevole. “Immaginiamo la bottega del pane del futuro con più spazio dedicato alla cultura che alla vendita”, continua Perini. “Sulla possibile alleanza tra capitale e culturale, tutto dipende da cosa mettiamo al centro delle governance. Mi spiego con un esempio: se al centro della mia impresa metto la spiga di grano, allora non userò mai pesticidi nel coltivarla”. In questo senso, la scuola si propone di formare panificatori e imprenditori con una nuova sensibilità e un nuovo sguardo.
“Nelle botteghe artigiane si sono sempre prodotti, oltre ai manufatti, anche nuovi artigiani”, ha spiegato Davide Longoni. “A noi questo è riuscito bene fin dall’inizio e a distanza di dieci anni possiamo dire di avere creato e sparso per l’Italia una generazione di fornai moderni: un nuovo segmento dentro un grande mercato cui offriamo un punto di vista sensibile alla contemporaneità, consci del fatto che sia più pregevole essere una piccola fetta dentro un grande mercato, piuttosto che il contrario. La Scuola MadreProject con le sue competenze e le sue reti di sostenitori aiuterà sostanzialmente questo sviluppo”.
Il programma del master di Madre Project, Scuola del pane
La scuola, progettata con un gruppo di allievi pionieri, inaugurerà nel settembre 2023, grazie a Crowdfunding civico di Comune di Milano attraverso cui ogni cittadino interessato al progetto ha potuto sostenere, anche con un contributo minimo di pochi euro, la nascita della scuola, e a diversi partner coinvolti, tra cui Avanzi, società benefit con 25 anni di esperienza nella sostenibilità e nei progetti urbani innovativi, e a|cube, acceleratore di startup a impatto sociale. Il master si svilupperà nell’arco di 6 mesi attraverso 6 weekend pratico-teorici, 7 lezioni di teoria online (serali), 3 settimane intensive.
Ogni momento formativo, differenziato per modalità e contenuti, è focalizzato sui tre diversi focus: il primo è il pane, appreso secondo l’approccio del pane agricolo di Davide Longoni e attraverso l’esperienza di tutti gli attori della filiera agricola e artigiana, dai coltivatori ai mugnai, dai panificatori ai consumatori; il secondo è il territorio, lo spazio dove “far atterrare” il proprio progetto e relazionarsi con le trasformazioni della città e i suoi protagonisti; il terzo è l’ impresa con gli strumenti per trasformare la propria idea in un percorso imprenditoriale rendendo sostenibili economicamente e finanziariamente i progetti e produrre impatto positivo sui luoghi. “Per essere ammessi non ci sono dei veri e propri requisiti: chiediamo una lettera di motivazione e al colloquio ci aspettiamo di vedere gli occhi brillare”, conclude Perini.
Un programma di eventi culturali e workshop farà conoscere il progetto prima della sua partenza ufficiale: il prossimo appuntamento è previsto per il 16 giugno alle 19, presso il Padiglione Chiaravalle di via San Bernardo 17 a Milano, con Timothy Morton, autore di alcuni tra i più importanti saggi dell’attuale panorama filosofico-ecologista, in dialogo con il filosofo e scrittore Leonardo Caffo. Il programma completo degli eventi è consultabile sul sito madreproject.org dove è possibile trovare tutte le informazioni relative al progetto e alle iscrizioni.
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