Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Basta animali ridotti in schiavitù, Madrid ne vieta l’utilizzo al circo
Il comune di Madrid ha finalmente deciso di vietare gli spettacoli di circo “con esibizione di animali selvatici”.
È quasi grottesco che nel 2017 esistano ancora persone disposte a pagare per vedere animali esotici costretti ad esibirsi in azioni innaturali, umilianti o pericolose. Fortunatamente il numero degli spettatori nei circhi è in drastica riduzione, non è certo un segreto che gli animali nei circhi siano veri e propri schiavi, costretti a sopportare sofferenze fisiche e psicologiche, senza la possibilità di esprimere la propria natura e addestrati con metodi coercitivi, come violenza fisica o privazione alimentare. Il circo è però destino ad estinguersi, sempre più città in tutto il mondo hanno infatti deciso di vietare l’impiego di animali negli spettacoli circensi.
Madrid dalla parte degli animali
Anche Madrid dice basta, come le tessere di un domino gli spettacoli circensi che obbligano gli animali ad “esibirsi” stanno cadendo, uno dopo l’altro, in tutto il mondo. Il comune di Madrid, guidato dal sindaco Manuela Carmena, eletta con Podemos, ha deciso di vietare gli spettacoli di circo “con esibizione di animali selvatici”. “Gli animali hanno il diritto a non essere sottoposti a sollecitazioni o atti crudeli che causano loro sofferenza, ansia o stress”, si legge nella motivazione della proposta di legge che vieta l’utilizzo degli animali nei circhi. Madrid è solo l’ultima delle città spagnole ad aver vietato questo tipo di spettacolo e si unisce ad altre trecento città, come Barcellona e Cadice.
Riconosciuti i diritti degli animali
La misura, votata a larga maggioranza dal consiglio comunale, rappresenta una vittoria per gli animali e per tutte le associazioni che da anni si battono affinché vengano riconosciuti i loro diritti. “Nel circo gli animali vivono in condizioni di cattività, rinchiusi in gabbie o in contenitori in cui a malapena riescono a muoversi, contro le loro necessità fisiche più elementari – ha dichiarato il portavoce del partito Ahora Madrid. – Sebbene alcuni di loro siano nati in cattività, conservano istinti naturali per contrastare i quali sono sottoposti a processi di apprendimento in cui li si obbliga, talvolta con violenza, ad attuare comportamenti che sono completamente innaturali per la loro specie”.
L’esempio di Sudamerica e Centro America
In Sudamerica e Centro America si trovano numerosi paesi che hanno adottato leggi simili dimostrando una sensibilità superiore al resto del mondo. Pioniere è stata la Bolivia nel 2009 (che ha vietato anche l’utilizzo di animali domestici), ne hanno seguito l’esempio Perù, Paraguay, Costa Rica, El Salvador, Colombia, Messico e Brasile e potrebbero accodarsi presto Brasile, Ecuador e Cile.
L’Italia resta indietro
Mentre numerose città e nazioni mettono al bando il circo con animali, l’Italia va nella direzione opposta, ha infatti recentemente deciso di aumentare i fondi destinati a questi spettacoli. Nonostante la maggior parte degli italiani sia contraria al circo con gli animali, il 71,4 per cento secondo i dati Eurispes 2016, il governo ha incrementato i fondi destinati ai circhi nel 2017, passando dai 4 milioni e 475mila euro del 2016 agli attuali 4 milioni e 900mila euro. Va detto che diversi comuni e province italiane hanno emesso ordinanze per vietare gli spettacoli circensi con animali, ma perché siano davvero efficaci è necessaria una legge nazionale.
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