Complice un forte calo dei consumi elettrici, le rinnovabili in Italia hanno raggiunto il loro massimo storico, riducendo allo stesso tempo le emissioni.
È uno degli effetti della pandemia, che non solo ha causato una forte contrazione dell’economia e dei consumi ad essa legati. Anche i consumi energetici infatti hanno fatto registrare una forte riduzione (fino al 22 per cento) nel secondo trimestre del 2020 che va da aprile a giugno. Il picco negativo è stato raggiunto ad aprile con un -30 per cento. E questo non ha fatto altro che aumentare il contributo delle rinnovabili nel mix energetico italiano che hanno coperto, per la prima volta, il 50 per cento della domanda elettrica.
A dirlo è l’Enea, nella sua analisi trimestrale del sistema energetico italiano, che mostra anche una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 del 26 per cento nel secondo trimestre e del 17 per cento nel primo semestre. “Il calo dei consumi e delle emissioni non ha precedenti”, spiega in una nota Francesco Gracceva, ricercatore dell’Enea incaricato dell’analisi. “E, anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda metà dell’anno, alla fine del 2020 il calo sarà probabilmente superiore al record negativo raggiunto nel 2009”.
Rinnovabili in Italia mai così alte
Anche i consumi elettrici sono calati drasticamente (-13 per cento) rispetto all’anno precedente portando le rinnovabili a fornire la metà della domanda elettrica del nostro paese. Da sole, solare ed eolico, hanno prodotto il 20 per cento dell’energia elettrica. Ma se da una parte crescono le energie a basse emissioni, dall’altro calano i consumi di combustibili fossili: nel secondo trimestre, infatti, la domanda di petrolio è diminuita del 30 per cento, il gas naturale del 18% per cento e le importazioni di energia elettrica del 70 per cento. Insomma uno scenario in linea con la decarbonizzazione del sistema elettrico, necessario per raggiungere gli obiettivi climatici.
“Tuttavia – spiegano dall’Enea – le stime preliminari mostrano un recupero dei consumi energetici a luglio rispetto ai mesi precedenti, anche se ancora molto inferiore ai livelli dello stesso mese del 2019”.
Un trend che conferma quello del resto d’Europa, registrato nella prima metà del 2020: le energie rinnovabili hanno generato il 40 per cento dell’elettricità dell’Ue a 27, sorpassando per la prima volta i combustibili fossili (con un 34 per cento) e facendo diminuire le emissioni di CO2 del settore energetico del 23 per cento per lo stesso periodo.
L’energia rinnovabile è aumentata dell’11 per cento nella prima metà del 2020, trainata sempre dalla crescita dell’eolico e del solare. Entrambi i settori hanno visto quest’anno quote di mercato senza precedenti, generando il 21% dell’ elettricità totale europea e raggiungendo una livelli ancora più elevati in Danimarca (64%), Irlanda (49%) e Germania (42%).
Ma non ci sono solo lati positivi. La marcata crescita delle rinnovabili ha portato ad un peggioramento della sicurezza del sistema energetico. E questo è principalmente dovuto alla penetrazione delle fonti rinnovabili intermittenti. Le centrali a combustibile sono tutt’oggi fondamentali per il mantenimento del cosiddetto “base-load”, ovvero il livello minimo di carico sulla rete elettrica. Nel rapporto infatti si legge come “l’introduzione di generazione non convenzionale priva di inerzia, pur fondamentale in termini di sostenibilità, pone problemi alla sicurezza del sistema, intesa come la capacità del sistema di trasmissione di superare situazioni anomale di funzionamento, dovute ad eventi naturali, accidentali o intenzionali”. Ovvero l’eterno dilemma nel confronto tra rinnovabili e produzione classica. Ma se il sistema ha retto con la metà della produzione elettrica, evidentemente dei passi avanti son stati fatti.
Anche Terna comunque conferma la tendeza, ovvero che nel mese di agosto la domanda energetica ha continuato a calare, con -1,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Dato ottenuto con lo stesso numero di giorni lavorativi (21) e una temperatura media sostanzialmente in linea con quella di agosto dello scorso anno. Calo confermato anche nella flessione dei primi otto mesi del 2020, che si attesta al 7,7 per cento. In questo scenario, da gennaio ad agosto, le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 40 per cento della domanda elettrica, facendo oggettivamente segnare un nuovo record. In crescita l’eolica (+66 per cento) e fotovoltaica (+2,2 per cento).
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