La raccolta differenzata tocca quota 66,6 per cento a livello nazionali, con disparità territoriali ancora forti ma in diminuzione. Aumenta l’export.
Tornano maltempo ed esondazioni, che fine ha fatto la legge sul suolo?
Che fine ha fatto il disegno di legge sul suolo, approvato alla Camera lo scorso maggio e da allora mai più esaminato dal Senato? Perché non si investono i fondi già disponibili (pari a 1,9 miliardi) nella prevenzione e all’emergenza idrogeologica e sismica invece di destinare queste risorse “a pioggia” per interventi non prioritari? Sono
Che fine ha fatto il disegno di legge sul suolo, approvato alla Camera lo scorso maggio e da allora mai più esaminato dal Senato? Perché non si investono i fondi già disponibili (pari a 1,9 miliardi) nella prevenzione e all’emergenza idrogeologica e sismica invece di destinare queste risorse “a pioggia” per interventi non prioritari? Sono due delle domande che tornano di moda, nei giorni che vedono il ripetersi di forti disagi dovuti al maltempo in Liguria e in Piemonte, in particolare nella valle del Tanaro con l’esondazione dell’omonimo fiume e a Torino dove lo stesso è successo con la Dora.
In Italia 6.250 scuole, 550 strutture sanitarie, 500 mila aziende sono a rischio alluvioni e frane https://t.co/KAoFT6BHXQ #salvailsuolo pic.twitter.com/q0gVkwO29j
— People4Soil (@people4soil) 24 novembre 2016
Subito 1,9 miliardi per la prevenzione
Da queste emergenze prende lo spunto l’appello lanciato dal Wwf Italia: “Se davvero il Governo, così come si è impegnato a fare, vuole dare un segnale concreto ci sono tre cose che possono essere fatte da subito – spiega l’associazione ambientalista – In primo luogo bisogna basare le priorità di intervento sulla scala di bacino idrografico elaborate dalle Autorità di distretto”, l poi “va utilizzata l’intera cifra di 1,9 miliardi di euro della legge di bilancio 2017 alla prevenzione e all’emergenza idrogeologica e sismica invece di destinare queste risorse a pioggia” per interventi non prioritari”. Infine, in attesa di una legge vera e propria, “va appoggiato alla Camera l’emendamento salva suolo al disegno di legge di bilancio 2017 approvato in Commissione Bilancio su proposta della Commissione Ambiente”. Emendamento che dice che le entrate derivanti dalle concessioni e dalle sanzioni edilizie potranno essere utilizzate dai Comuni, a partire dal 2018, solo per interventi di riqualificazione urbanistica e ambientale del loro territorio e per la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico.
All’alba delle 5.47 approvato con riformulazione il ns emendamento #salvailsuolo @ambiente_pd @erealacci @mariraf pic.twitter.com/ynqkEyQgOq
— Chiara Braga (@bragachiara) 24 novembre 2016
Un ddl da rilanciare e una petizione europea
Ma se la legge di bilancio arriverà di sicuro entro fine anno, più fitto è il mistero sul ddl sul suolo, approvato dalla Camera ormai 5 mesi fa: una legge decisamente perfettibile, a detta degli stessi ambientalisti, ma che comunque favorirebbe il contenimento del consumo del suolo e il riuso di quello impermeabilizzato. Secondo il Wwf allora bisogna garantire una corsia preferenziale per il disegno di legge sul consumo del suolo (ora in Senato), che va approvato, con le necessarie modifiche al più presto. La legge vincolerebbe infatti gli introiti ai Comuni derivanti dai proventi delle sanzioni e dai titoli abilitativi edilizi a interventi di risanamento ambientale e contro il rischio sismico e idrogeologico. Non è più possibile infatti che, ancora oggi, si continui nel nostro Paese a canalizzare i corsi d’acqua, a tagliare l’importante vegetazione ripariale e, soprattutto, a consumare suolo (vitale per la sicurezza) lungo i fiumi”. Nel frattempo, è già attiva una petizione lanciata da un network di associazioni europee per una legge comunitaria sul suolo, che sia in grado di superare i confini nazionali.
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