Se vogliamo cercare uno dei mari più inquinati al mondo, non dobbiamo andare troppo lontano. Il mar Baltico, che bagna le coste del nord Europa, è alle prese con pesantissimi problemi ambientali che affondano le sue radici in decenni di sviluppo industriale noncurante degli equilibri dell’ecosistema. A tal punto che si è reso necessario mappare tutti i corsi d’acqua, per rintracciare le fonti di inquinamento e procedere al più presto con le bonifiche. A raccontare i progetti europei in corso è un approfondimento pubblicato da Euronews.
I problemi ambientali che affliggono il mar Baltico
“Io vengo dalla Lituania, dove abbiamo circa 100 chilometri di costa affacciata sul mar Baltico. È il luogo dove trascorriamo le vacanze, ripulisce l’aria che respiriamo, ci offre quella brezza fresca che tanto ci piace, e storicamente è stata la nostra porta d’accesso all’Europa”. Con queste parole il commissario europeo per l’Ambiente e gli oceani, Virginijus Sinkevičius, ha aperto una conferenza dedicata proprio ai problemi ambientali che affliggono il mar Baltico.
Oxygen loss in Baltic Sea "unprecedented", driven by human-induced pollution from fertilizers and sewage
Primo fra tutti, l’eutrofizzazione, cioè l’eccesso di nitrati e fosfati riscontrato addirittura nel 97 per cento delle sue acque. Questi ultimi sono generati soprattutto dalle attività agricole e vengono trasportati attraverso i fiumi; una quota minore arriva dalle acque reflue o, ancora, viene rilasciata dai fondali. Le conseguenze – fioriture di microalghe nocive, carenza di luce e ossigeno – danneggiano l’ecosistema, la biodiversità e anche le attività umane, come il turismo e la pesca. Proprio la pesca eccessiva è un’altra delle minacce per il futuro dell’ecosistema, alla pari dell’inquinamento.
La sfida: mappare e ripulire i fiumi
Mappare tutti i corsi d’acqua che sfociano nel mar Baltico, per poi ripulirli da fertilizzanti, rifiuti e sostanze chimiche nocive. È l’obiettivo del progetto CleanEst, co-finanziato dal programma Life dell’Unione europea. La buona notizia, fa sapere la coordinatrice Mari Sepp, è che nell’arco degli ultimi trent’anni l’inquinamento da nutrienti si è all’incirca dimezzato. Ciò non significa però che non ci sia da lavorare, anzi.
Biodiversity loss, plastic pollution and overfishing are threatening the Baltic Sea. With the #EUGreenDeal, we aim to restore and protect our marine ecosystems.
In epoca sovietica, per esempio, una fabbrica di riparazione di pneumatici ha letteralmente inzuppato di combustibili industriali i terreni nei pressi del fiume Purtse, in Estonia. Il progetto CleanEst è riuscito a rimuovere 14mila metri cubi di suolo contaminato, fermando sul nascere il dilagare di questi veleni. Nel prossimo futuro bisognerà fare lo stesso con il fondale del fiume Erra, sempre in Estonia, ricoperto da uno strato di pece di petrolio spesso mezzo metro. In tutto, si parla di circa 40mila metri cubi di bitume ormai solidificato che andrà rimosso e depositato in un sito ad hoc per rifiuti pericolosi.
Le mascherine e i guanti usa e getta utilizzati durante la pandemia di coronavirus sono stati ritrovati sulle rive dei fiumi, mettendo a rischio la sicurezza delle acque.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.