Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Marcia degli scalzi. Da Venezia la mobilitazione per i rifugiati
Una manifestazione che coinvolge oltre 75 città in tutta Italia. Gino Strada: “Ricordatevi della vostra umanità e dimenticate il resto”.
Arriverà sul red carpet della Mostra Internazionale del cinema di Venezia la “Marcia delle donne de degli uomini scalzi”, organizzata per dimostrare la propria solidarietà ai rifugiati e per dare un segnale contro discriminazione e razzismo. “È arrivato il momento di decidere da che parte stare. È vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte”, si legge sul sito ufficiale dell’iniziativa.
Un’immagine dal Lido di Venezia. © Corriere del Veneto
Una manifestazione che oltre a Venezia vedrà la partecipazione di altre 75 città in tutta Italia, da Palermo, dove in testa al corteo ci sarà lo striscione con la scritta “Canali umanitari subito Palermo accoglie per un Europa senza muri”, o Firenze dove da S. Maria Novella si raggiungerà piazza San Giovanni a piedi scalzi “come chi ha perso le scarpe nella traversata in mare o le ha consumate in una lunga marcia in fuga dalla guerra”, spiega in una nota il comitato Basta morti nel Mediterraneo.
La diretta su Twitter:
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Alla “Marcia delle donne e degli uomini scalzi” hanno aderito in molti, dal mondo dello spettacolo, del cinema, alle associazioni umanitarie impegnate sul campo. Come Emergency, dove lo stesso Gino Strada commenta così la manifestazione: “Ricordatevi della vostra umanità e dimenticate il resto”, mentre dal Sudan parte dello staff e degli ospiti del Centro Salam di Cardiochirurgia di Khartoum ha deciso di partecipare: “Per essere vicini alle milioni di persone che decidono di lasciarsi alle spalle un presente fatto di sofferenze, guerre, repressioni, e si lanciano in un viaggio insicuro verso un ignoto carico di speranza. Perché camminare a piedi scalzi vuol dire prendere contatto con la realtà, spogliandosi del superfluo. E vogliamo spogliarci del superfluo per ritornare a essere solamente donne e uomini, ‘solamente’ esseri umani”.
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