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L’incredibile storia dei pinguini imperatore torna al cinema in un nuovo docu-film, ambientato tra i ghiacci dell’Antartide. Accompagnati dalla voce di Pif, ci immergeremo dove mai nessuno era arrivato prima
Visitare luoghi lontanissimi e impervi. Conoscere storie incredibili. Fare amicizia con qualcuno che, probabilmente, non incontreremo mai. È il potere del cinema che con la sua formula magica di immagini, suoni ed emozioni trova spesso il modo di arricchirci,come nessun’altra forma d’arte riesce a fare. Accade anche nel docu-film La marcia dei pinguini – Il richiamo diretto da Luc Jacquet e in arrivo nei cinema italiani il 23 febbraio.
“Il richiamo” è il seguito del celebre predecessore La marcia dei pinguini uscito nel 2005, che rivelò al pubblico mondiale l’eccezionale storia di un popolo poco conosciuto: quello dei pinguini imperatore, unica specie animale in grado di sopravvivere tutto l’anno tra i ghiacci dell’Antartide.
A cogliere tutta la sua potenza narrativa fu proprio il biologo e regista francese Jacquet, il cui sforzo venne premiato sia dal pubblico, con 25 milioni di spettatori nel mondo, sia dalla critica, che lo premiò con l’Oscar come miglior documentario.
Nel primo film eravamo rimasti a bocca aperta di fronte alle meravigliose immagini polari catturate dall’occhio di Jacquet. Così come a sbalordirci era stata la storia di questi uccelli tenaci impegnati in un millenario ed estenuante rituale per la sopravvivenza. Ripercorrendo il racconto dell’incredibile ciclo della vita degli imperatori, la seconda opera indaga gli aspetti più misteriosi e ancora mai svelati di questi animali, concentrandosi sulla loro vita sottomarina.
Nel nuovo capitolo Jacquet si spinge oltre e, grazie alle nuove tecnologie, documenta con una resa ancora più entusiasmante l’incredibile biodiversità terrestre e sottomarina dell’arcipelago antartico. Un viaggio attraverso uno degli ecosistemi più belli al mondo, ma fortemente minacciato dai cambiamenti climatici.
Il filo narrativo è affidato alla storia di un giovane pinguino, che per la prima volta si avventura verso l’oceano guidato solo dall’istinto. Il suo viaggio è filtrato dallo sguardo e dai “ricordi” di un pinguino anziano e accompagnato dalla voce narrante di Pif (nel doppiaggio italiano) che, col suo timbro inconfondibile, la sua ironia e la sua sensibilità, accentua i momenti più buffi e fiabeschi della storia.
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Per la prima volta assistiamo così al momento in cui i pulcini superano la paura, dopo giorni di tentennamenti e, finalmente, si tuffano nelle gelide acque dell’oceano senza che nessuno abbia mai insegnato loro a nuotare. Un gesto che segnerà l’inizio di una nuova fase della loro vita. Da quelle acque i pinguini riemergeranno soltanto dopo quattro anni, quando, sempre seguendo quella forza che è l’istinto, inizierà il loro ciclo riproduttivo.
I due film sono solo gli esempi più famosi dell’opera divulgativa di Jacquet sull’importanza della salvaguardia ambientale. Impegnato da sempre su questo fronte, nel 2010 il regista ha fondato l’associazione Wild-touch “con la volontà di tutelare la natura attraverso l’emozione delle immagini e del cinema”. Oltre ai lungometraggi ha dato vita a Flow of life, un ambizioso progetto internazionale che prevede una serie di spedizioni per raccontare al pubblico la biodiversità del pianeta.
Realizzare La marcia dei pinguini – Il richiamo non è stato semplice a causa delle condizioni climatiche estreme, della desolazione e del lunghissimo viaggio per raggiungere la base scientifica Dumont d’Urville, situata sull’Isola dei Petrelli e vicino alla colonia che raggruppa 7mila pinguini imperatore. Per 45 giorni Jacquet e una troupe di dieci persone reclutate per la spedizione artistica e scientifica Wild-touch Antarctica hanno abbandonato la civiltà per immergersi nella primavera australe, dove il sole non tramonta mai del tutto.
Una missione che ha condotto i subacquei presenti a profondità fino ad allora inesplorate nell’Oceano Antartico: a più di 70 metri sott’acqua e -1,8 gradi centigradi. Immersioni rischiose e faticose effettuate con 90 chili di attrezzatura sulle spalle e durante le quali il minimo errore avrebbe potuto rivelarsi fatale. Una fatica condivisa con il resto della troupe che però ha apprezzato profondamente un’opportunità così eccezionale, come ricorda Jacquet: “Nonostante la stanchezza eravamo completamente consapevoli della fortuna di essere lì accanto a questa specie affascinante su quel continente bianco, terra di pace e scienza che non appartiene a nessuno”.
In occasione dell’uscita de La marcia dei pinguini – Il richiamo la casa di distribuzione Notorius pictures ha sostenuto la campagna Wwf Adotta un cucciolo adottando 100 esemplari. L’associazione è impegnata nella tutela di questo animale attraverso il Progetto pinguini in un momento storico molto delicato: il 2016 è stato, infatti, l’anno più caldo di sempre aumentando così i rischi che minacciano anche l’Antartide e le sue specie, tra cui lo straordinario pinguino imperatore.
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