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Con il progetto Energy4Blue E.ON ha avviato diverse azioni in difesa del mare, coinvolgendo aziende e istituzioni in collaborazione con partner qualificati.
Il 97 per cento dell’acqua nel nostro pianeta è custodito nel mare e negli oceani, che assorbono oltre il 90 per cento del calore causato dai gas serra. Oltre a svolgere una funzione fondamentale per la regolazione del clima, il mare fornisce l’habitat vitale a specie animali da cui dipendiamo direttamente e indirettamente per la catena alimentare, e a specie vegetali che ci proteggono da agenti inquinanti e da fenomeni quali le inondazioni. Per questi motivi E.ON, uno dei principali operatori energetici italiani, ha deciso di mettere in campo una serie di azioni concrete per contribuire alla tutela dell’ecosistema marino; l’obiettivo è quello di coinvolgere attivamente istituzioni e aziende in progetti che possano contribuire alla transizione energetica del paese, per ridurre l’impatto ambientale all’insegna della sostenibilità.
In questo quadro si inserisce Energy4Blue, un progetto nato nel 2019 che racchiude diverse iniziative in difesa del mare: si va dalla pulizia delle spiagge dai rifiuti e dalla plastica alla difesa della biodiversità, fino alla promozione di comportamenti sostenibili. Il tutto avvalendosi della collaborazione di alcuni partner qualificati. È il caso di Legambiente, che E.ON ha affiancato tra il 2019 e il 2021 in diverse attività come “Spiagge e fondali puliti”, “Tartalove” e altri progetti sperimentali per ridurre a monte la quantità di plastica presente nei mari e nei corsi d’acqua, e per sostenere a valle il riciclo di questo materiale. Oppure di Filicudi Wildlife Conservation, un’associazione no profit impegnata nello studio e nella conservazione delle risorse marine dell’arcipelago delle Eolie, con cui è stata attivata una collaborazione due anni fa; la particolare attenzione verso le popolazioni di cetacei e tartarughe marine, ha portato a un programma integrato di azioni concrete sul territorio e alla nascita di un pronto soccorso dedicato proprio alle tartarughe marine, guidato dalla biologa Monica Blasi.
E ancora dell’Ioc-Unesco, la Commissione oceanografica intergovernativa istituita nel 1960 per fornire agli Stati membri delle Nazioni Unite strumenti essenziali di cooperazione per lo studio degli oceani. Lo scorso aprile, grazie alla sinergia tra E.ON e questa importante realtà internazionale, a Palermo si è svolta la prima tappa del progetto Save the wave, nato nell’ambito del Decennio delle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030) e focalizzato sul ripristino degli ecosistemi marini per mitigare i cambiamenti climatici e contribuire alla salute degli oceani. Nel golfo di Mondello – uno degli angoli più belli del litorale palermitano – una prateria di Posidonia oceanica ha colorato di verde una superficie di 100 metri quadrati di fondale, con l’obiettivo di rigenerare l’ecosistema esistente attraverso la riforestazione. Il progetto pilota, partito ad aprile di quest’anno, nel quale sono stati coinvolti anche gli studenti del liceo Galileo Galilei, si è sviluppato in tre step: la coltivazione delle talee di Posidonia in vasche, a partire dai semi; l’avvio della piantumazione in una zona ritenuta idonea per la nuova prateria e il monitoraggio e lo studio dell’adattamento e della reazione.
La Posidonia è un elemento fondamentale per la vita del mare e non solo. Ogni metro quadrato di prateria può liberare nell’ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno, e al suo interno viene immagazzinato circa il 50 per del carbonio sepolto nei sedimenti marini di tutto il mondo; rappresenta inoltre un primo importante argine contro l’erosione delle coste ed offre habitat e nutrimento per moltissime varietà di pesci: solo nel Mediterraneo, circa il 20 per cento delle specie vive nelle praterie di Posidonia. Eppure questa importantissima risorsa è a rischio estinzione a causa dell’inquinamento delle acque, della pesca a strascico, dell’ancoraggio selvaggio delle imbarcazioni da diporto e dell’eliminazione delle foglie morte dalle spiagge. A livello mondiale se ne perde ogni anno tra l’uno e il due per cento, una cifra che sale fino al cinque per cento nel Mediterraneo: in pratica, ogni sette minuti scompare una prateria di Posidonia grande come un campo di calcio.
La collaborazione tra E.ON e Unesco è nata nel 2020, quando l’operatore energetico ha sostenuto Oceanthon, il primo hackathon digitale pensato per creare soluzioni innovative per la difesa del mare; aperta a giovani talenti provenienti da contesti diversi, l’iniziativa ha proposto soluzioni e modelli digitali in favore della salvaguardia degli oceani. Come ha spiegato Davide Villa, Chief Customer Officer di E.ON Italia, “queste iniziative implementate con diversi partner a tutela del mare, rappresentano l’impegno concreto verso la rigenerazione del suo ecosistema, cruciale per la salute di tutto il pianeta. In questa direzione, continueremo a portare avanti i nostri progetti e ad insistere sull’azione divulgativa affinché sempre più persone possano diventare consapevoli del proprio ruolo nel rendere il mondo un luogo migliore”. Accrescere la sensibilità ambientale dei cittadini attraverso progetti e azioni concrete è, nell’ottica di E.ON, la strada da perseguire per arrivare a creare la più grande green community italiana.
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