Il rapporto di Legambiente conferma lo stato critico del mare italiano, tra abusi edilizi, sversamenti, pesca illegale e cattiva gestione dei rifiuti.
- È in atto una crescente aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese: lo certifica il rapporto Mare Monstrum di Legambiente.
- Nel 2023 sono stati accertati 22.956 reati ambientali, 8,4 illeciti per chilometro di costa, ossia uno ogni 119 metri.
- Depurazione, gestione dei rifiuti e pesca illegale gli altri ambiti su cui, secondo Legambiente, serve un patto tra istituzioni e cittadini.
Mentre il dibattito politico è tutto incentrato sulle concessioni balneari, spesso ci si dimentica che le coste italiane sono sempre più sotto l’assedio degli illeciti ambientali, contro la quale l’azione repressiva delle forze dell’ordine, seppur in crescita, non è sufficiente da sola: serve un impegno più ampio e coordinato, in cui tutte le istituzioni lavorino insieme per proteggere il nostro prezioso patrimonio naturale. A far risuonare il campanello d’allarme è Il nuovo rapporto di Legambiente, Mare Monstrum 2024, che evidenzia una crescente aggressione criminale alle coste e al mare del nostro Paese. Presentato alla vigilia del 14esimo anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica che ha sacrificato la sua vita nella lotta per la tutela del mare e delle coste del Cilento, il report dipinge un quadro allarmante dello stato di salute delle nostre risorse marittime.
Il preoccupante aumento degli illeciti ambientali
L’edizione 2024 del rapporto segnala infatti un incremento preoccupante degli illeciti ambientali, con numeri da codice rosso che mostrano come il 2023 abbia segnato un punto di svolta in negativo. Sono stati accertati 22.956 reati ambientali, con un aumento del 29,7 per cento rispetto all’anno precedente. Si tratta di una media di 8,4 illeciti per chilometro di costa, ossia uno ogni 119 metri, un dato che sottolinea l’ampiezza e la gravità delle minacce a cui è sottoposto il Mare Nostrum. Tra i reati più diffusi, il ciclo illegale del cemento continua a rappresentare la principale minaccia per le coste italiane, con 10.257 reati accertati (+11,2 per cento rispetto al 2022). Questo fenomeno, che include abusi edilizi, occupazioni illegali del demanio marittimo e cave fuorilegge, rappresenta da solo il 45 pe cento dei reati ambientali totali. Il Sud Italia, in particolare, rimane la zona più colpita, con le regioni a tradizionale insediamento mafioso – Campania, Sicilia, Puglia e Calabria – che registrano più della metà degli illeciti. Solo la Campania, infatti, conta 3.095 reati penali, seguita dalla Sicilia con 3.061, Puglia con 3.016 e Calabria con 2.371.
A questo si aggiunge il dato sugli illeciti legati all’inquinamento: l’abbandono e lo smaltimento illegale di rifiuti, gli scarichi in mare e la gestione inefficiente dei sistemi di depurazione sono cresciuti significativamente. I reati legati all’inquinamento marittimo nel 2023 sono stati 6.372, con un incremento impressionante del 59,3 per cento rispetto all’anno precedente. Anche la pesca illegale ha visto un aumento preoccupante: 4.268 infrazioni penali (+11,3 per cento).
“Il ciclo illegale del cemento – spiega Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – rappresenta la quota più significativa dei reati ambientali analizzati anche in questa edizione di Mare Monstrum, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, che colpisce principalmente il Sud, in particolare le regioni a tradizionale insediamento mafioso, e le aree costiere, le perle estive del Belpaese e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili. L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente”.
Più denunce, più arresti, più sequestri
Di fronte all’escalation di illeciti, il rapporto evidenzia anche un miglioramento delle azioni di contrasto da parte delle autorità. Le persone denunciate sono state 25.545, con un aumento del 43 per cento rispetto al 2022, mentre gli arresti sono quasi raddoppiati (+98,1 per cento), arrivando a 204. Anche i sequestri sono in crescita, con 4.026 interventi, che rappresentano un aumento del 22,8 per cento. Questi dati confermano che, nonostante il peggioramento della situazione, le forze dell’ordine stanno intensificando i loro sforzi per combattere l’illegalità.
Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha sottolineato la necessità urgente di un intervento più deciso da parte delle istituzioni. “Anche quest’anno, a fronte dell’impegno quotidiano delle Capitanerie di porto e delle forze dell’ordine contro l’aggressione alle coste e al mare del nostro Paese, ribadiamo l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle Arpa”. Secondo Ciafani, è imperativo che il Parlamento e il Governo diano ascolto alle proposte di Legambiente, che spaziano dalla lotta all’abusivismo edilizio fino alla gestione illecita dei rifiuti e alla pesca illegale. “Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi” ha continuato Ciafani, “non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale”.
Le proposte di Legambiente
Proposte come, come in ogni edizione di Mare Monstrum, sono confluite in un decalogo rivolto alle istituzioni, per affrontare in modo efficace la crescente emergenza. Come anticipato da Ciafani, le istanze di Legambiente si concentrano su quattro ambiti fondamentali: al primo posto c’è proprio la lotta all’abusivismo edilizio, che aveva trovato ampio spazio anche nel rapporto Ecomafia 2024 pubblicato a luglio, incentivando la demolizione e rafforzando le sanzioni per i dirigenti che omettono i provvedimenti necessari. Ma attenzione grande va data anche al contrasto alla maladepurazione: migliorare e ammodernare i sistemi di depurazione, investendo nei sistemi fognari per evitare sanzioni dall’UE e proteggere la qualità delle acque. Necessario poi, secondo Legambiente, intervenire sulla gestione dei rifiuti marini, regolamentando gli scarichi delle navi e promuovendo la prevenzione nella produzione e gestione dei rifiuti per evitare l’abbandono in mare, e sulla pesca illegale, introducendo sanzioni più severe e un quadro normativo più efficace per combattere le pratiche illegali che minano la sostenibilità degli ecosistemi marini.
Solo attraverso una sinergia tra normativa, interventi sul campo e un cambiamento culturale, infatti si potrà salvaguardare il mare e le coste, restituendo ai cittadini italiani un ambiente marino più sano e sostenibile, in linea con l’eredità lasciata da figure come Angelo Vassallo.
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