Marocco, duemila migranti tentano di entrare a Melilla. Almeno 23 i morti

All’alba di sabato 25 giugno duemila migranti hanno assaltato la frontiera dell’enclave spagnola di Melilla, in Marocco.

  • Almeno 23 persone sono morte in Marocco tentando di entrare nell’enclave spagnola di Melilla.
  • Alle prime luci dell’alba in duemila hanno tentato di superare la frontiera.
  • Per il primo ministro spagnolo Sanchez si è trattato di un “assalto” orchestrato da “mafie dedite alla tratta di esseri umani”.
  • Per il sindaco di Melilla il Marocco avrebbe usato “metodi che sarebbero inaccettabili in Spagna”.

Ultimo aggiornamento: 26 giugno, ore 16:00

È di almeno 23 morti il drammatico bilancio degli scontri all’ingresso dell’enclave spagnola di Melilla, nel Marocco settentrionale. Circa duemila persone, secondo quanto indicato dalle autorità della nazione nordafricana, si erano ammassate nei pressi della frontiera e hanno tentato di forzarla per entrare sul territorio europeo. Le forze di polizia marocchine li hanno quindi respinti con forza, secondo quanto indicato da fonti locali.

“Migranti morti a Melilla negli scontri o cadendo dalle recinzioni”

Una primo bilancio aveva parlato di cinque persone decedute e di 76 ferite, di cui tredici in modo grave, tra i migranti. Mentre tra le forze dell’ordine spagnole i feriti sono circa 140, di cui cinque in condizioni preoccupanti. Le vittime hanno perso la vita, secondo fonti della provincia di Nador, contattate dall’agenzia Afp, “negli scontri o cadendo dalle recinzioni”. Secondo la stessa fonte, si sarebbe trattato di “un assalto con l’uso di metodi particolarmente violenti da parte di chi tentava di entrare a Melilla”.

Il tentativo di ingresso è cominciato alle prime luci dell’alba, attorno alle 6:40 di mattina. Chi ha tentato di attraversare il confine era per la maggior parte di nazionalità marocchina, ma erano presenti anche alcune centinaia di persone provenienti dall’Africa subsahariana.

Il primo ministro spagnolo Sanchez: “Migranti fomentati dalle mafie”

Anche il primo ministro della Spagna, il socialista Pedro Sanchez che si trovava a Bruxelles per un summit dell’Unione europea, ha parlato di “assalto violento” al confine ispano-marocchino. Che, assieme all’altra enclave di Ceuta, rappresenta la sola frontiera europea terrestre sul continente africano. Secondo il capo del governo di Madrid, l’arrivo di un numero così alto di migranti sarebbe stato fomentato da “mafie dedite alla tratta di esseri umani”.

Pedro Sanchez, spagna
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez annuncia un aumento del reddito minimo © Michele Tantussi/Getty Images

Già nel maggio del 2021, tuttavia, più di 10mila migranti entrarono in 24 ore a Ceuta, sfruttando la decisione da parte delle autorità del Marocco di allentare le maglie dei controlli. In quell’occasione la risposta da parte della Spagna fu particolarmente dura: il governo parlò di un’aggressione da parte di Rabat e richiamò l’ambasciatrice.

Il premier Sanchez, tuttavia, aveva posto fine all’incidente diplomatico, dichiarando pubblicamente il proprio sostegno al piano marocchino di autonomia per il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola controllata all’80 per cento da Rabat ma rivendicata dagli indipendentisti del Fronte Polisario, sostenuti dall’Algeria.

La sinistra di Podemos chiede che sia aperta un’inchiesta

Intanto, in Spagna, una deputata europea del partito di sinistra Podemos (che assieme ai socialisti sostengono l’esecutivo di Sanchez) ha affermato che “un’inchiesta è necessaria per chiarire fatti e responsabilità”. Allo stesso Mohamed Amine Abidar, presidente della sezione di Nador dell’Associazione marocchina per i diritti umani, ha chiesto di far luce in modo “rapido e trasparente” su quella che ha definito “una tragedia”.

Il sindaco di Melilla, Eduardo de Castro ha da parte sua riconosciuto che l’assalto da parte dei migranti è stato particolarmente violento, ma ha anche denunciato la “risposta sproporzionata” da parte delle forze dell’ordine del Marocco. La nazione magrebina, secondo il primo cittadino, “si permette cose che in Spagna non sarebbero accettabili”.

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