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Anche Torino ha il suo Maua, il museo di arte urbana aumentata che valorizza la street art in città
Inquadrando i murales torinesi con uno smartphone nascono nuove animazioni digitali, grazie al progetto Maua. Un vero e proprio museo urbano che “sfrutta” l’arte cittadina gratuita.
Accessibile a tutti gratuitamente dal 6 aprile, il Maua a Torino si appresta a essere, come già è successo a Milano, un’opportunità per esplorare e vedere con nuovi occhi la street art che popola i muri e le zone anche meno conosciute della città. Un museo d’arte urbana formato da 46 opere di street art che vengono animate grazie alla realtà aumentata: si passeggia, si ammirano i murales e, grazie a una app, si entra in una nuova dimensione – artistica e cittadina. Per guardare oltre.
Il progetto di Torino è figlio di quelli già sperimentati a Milano e Palermo che hanno riscosso un buon successo (più di 80.000 le visualizzazioni di queste opere digitali) e soprattutto sono stati in grado di dare nuova luce a delle forme d’arte spesso considerate minori. Non è sempre semplice per i cittadini apprezzare la street art, quella autentica. In moltissimi faticano a distinguere la vera arte, benché di strada, da banali imbrattamenti o addirittura dal vandalismo. Maua può, oltre a creare una diversa forma d’intrattenimento per residenti e turisti, essere un manifesto di quest’arte, contemporanea e altrettanto segnante. “Visitare” il museo è molto semplice: la prima cosa da fare è stabilire il proprio tragitto, scegliendolo liberamente tra quelli da fare in città (per questo ci si collega al sito dedicato www.mauamuseum.com, si utilizza la app Bepart o il catalogo Maua distribuito negli Info-point torinesi). A ogni tappa poi, che corrisponde a un’opera, l’esperienza raddoppia: i murales infatti, inquadrati con lo smartphone, generano un nuovo contributo e si trasformano in un lavoro di digital art appositamente creato per il museo con il coinvolgimento di oltre 200 studenti, creativi e digital artist.
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Le aree della città coinvolte nel progetto sono quattro e sono state per l’occasione anche definite: lungo la Dora “Alla ricerca dell’acqua: le fondamenta della città”; Verso sud “Alla ricerca del fuoco: le stanze della fabbrica” , verso le montagne “Alla ricerca dell’aria: le pareti delle montagne”, verso nord “Alla ricerca della terra: i muri interiori”.
Maua il museo a cielo aperto che fonde la realtà con il digitale
Maua è un progetto giunto a Torino grazie a Camera – Centro italiano per la fotografia, Bepart – The public imagination movement, in collaborazione anche con Iur – Innovazione urbana e rigenerazione e Base Milano. Per arrivare all’inaugurazione di questi giorni, nei mesi scorsi sono stati attivati dei laboratori di fotografia itinerante con oltre 120 studenti tra i 13 e i 18 anni che hanno avuto il compito di scovare la migliore street art della città di Torino. Una volta individuata – scegliendo gli artisti che non lavorano su tela, ma sui muri – l’hanno mappata e attivato scambi con la realtà degli artisti emergenti del panorama cittadino e internazionale e con il Comune di Torino. Un percorso che parte da lontano dunque e ha visto protagonisti proprio i giovani torinesi che saranno i fotografi ufficiali del catalogo edito da Camera, oltre che i curatori. L’inaugurazione è fissata per sabato 6 e domenica 7 aprile con una “mostra lampo” di una selezione di opere, sperimentabili dalle 13:00 alle 18:00 al Parco Aurelio Peccei di Piazza Ghirlandaio a Torino.
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Gli altri appuntamenti da segnare sono previsti domenica 7 e 14 aprile: tour speciali, più ampi di quello già descritto, durante i quali si potrà vedere un’anteprima dei murales mentre si animano, sperimentando la realtà aumentata. Per chi lo desidera inoltre, a fine percorso, sarà possibile proseguire fino al Mausoleo della Bela Rosin per visitare la mostra “Maua”. La partecipazione è gratuita fino a esaurimento posti ma occorre prenotare qui. Ultima annotazione per gli appassionati di street art è il catalogo di Maua che comprende i contributi critici di una serie di autori illustri, tra cui quello di Martha Cooper, storica fotoreporter statunitense che ha fotografato la street art di New York sin dagli albori.
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