Almeno 3 marinai e 47 cetacei sono morti dopo lo sversamento nell’oceano di tonnellate di petrolio da parte di una nave incagliatasi al largo di Mauritius.
Il 25 luglio la nave cargo MV Wakashio, di proprietà di un armatore giapponese e battente bandiera panamense, per colpa del maltempo si era incagliata al largo di Mauritius, la principale isola dell’omonimo arcipelago situato nell’oceano Indiano, per poi spezzarsi a metà tre settimane dopo.
Un disastro che ha causato la dispersione in acqua di circa mille tonnellate di idrocarburi e l’ira degli abitanti che, nell’ultimo weekend di agosto, si sono riversati nelle vie della capitale Port Louis per protestare contro l’inefficienza del governo, giudicato incapace sia di prevenire la tragedia sia di limitarne i danni, tanto che parte della nave, nonostante i timori degli ambientalisti, è stata deliberatamente affondata nell’oceano. Si è trattato della più grande protesta degli ultimi quarant’anni per il Paese africano, che ha visto alcune persone reggere cartelli recanti lo slogan “dolphin lives matter” sulla scia dell’ormai famoso movimento Black lives matter.
Tre marinai hanno perso la vita mentre ripulivano la costa
Dal canto suo la popolazione sta lavorando sodo, arrivando a rimetterci persino la vita: tre marinai sono morti e uno risulta disperso dopo che il loro rimorchiatore, impegnato nelle operazioni di bonifica, si è capovolto. Altri quattro a bordo dell’imbarcazione sono invece riusciti a salvarsi. Lo riporta l’emittente britannica Bbc precisando che la barca si è ribaltata dopo essersi scontrata con una chiatta.
Decine sono gli animali morti o feriti
A pagare le conseguenze di tutto questo è, chiaramente, anche la fauna marina. In particolare, le carcasse di 47 cetacei – peponcefali, tursiopi e balene – sono state rinvenute o riportate sulla spiaggia. La causa dei decessi è ancora da chiarire, ma gli attivisti dubitano fortemente che si possa trattare di una coincidenza e segnalano che altri esemplari osservati nelle vicinanze nuotano con fatica.
Un pescatore ha ripreso un cucciolo in seria difficoltà mentre la madre cercava di fare il possibile per tenerlo in vita, nuotando al suo fianco e tenendogli il muso sollevato. “I miei occhi si sono riempiti di lacrime. Sono il padre di una figlia piccola, è molto difficile per me vedere una madre lottare e fare tutto il possibile per salvare il suo bambino”, confessa Yasfeer Henaye.
L’impegno dei giovani abitanti di Mauritius
Moltissimi sono i giovani che si stanno mettendo in gioco per salvare il paradiso in cui hanno la fortuna di vivere, costruendo barriere galleggianti e ripulendo le mangrovie. “La puzza è insopportabile, dobbiamo indossare delle mascherine. Abbiamo trovato anche dei granchi soffocati dal petrolio”, racconta uno di loro alla Bbc. “Molte scuole ora sono chiuse perché l’odore è diventato troppo forte, dannoso per la salute dei bambini. Dopo la pandemia, un altro evento traumatico”, aggiunge una ragazza.
Insomma, i “cuccioli” stanno cercando di salvare gli altri cuccioli, tra cui quel piccolo delfino ripreso insieme alla sua mamma. Proprio come lei, però, serve che anche i “grandi” facciano del loro meglio.
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