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Mazen Darwish, “Non vi sono prigioni grandi abbastanza da poter rinchiudere una parola libera”
Mazen Darwish, giornalista siriano attualmente in prigione, è il vincitore del World Press Freedom Prize 2015 istituito dall’Unesco.
I regimi e l’oppressione sono in grado di piegare le volontà e offuscare le menti, costringendo i cittadini, con metodi più o meno coercitivi, ad allinearsi. La volontà però non è divisa in modo equo tra gli uomini, esistono persone la cui volontà è come una scarica elettrica, può in un sol colpo illuminare una città. Una di queste persone è Mazen Darwish.
Darwish, 43 anni, è un giornalista siriano, fondatore nel 2004 del Centro siriano per l’informazione e la libertà d’espressione, associazione che si batte contro la censura delle libertà culturali in Siria. Darwish è stato arrestato per la prima volta nel 2008, in seguito alla pubblicazione di un reportage su Adra, città a nord-est di Damasco. Da allora il giornalista è stato bollato come nemico del regime, è stato rilasciato per poi essere nuovamente incarcerato per aver partecipato a una protesta per il rilascio di alcuni prigionieri politici.
Anche in questo caso la detenzione è stata relativamente breve, ma il 16 febbraio 2012 Darwish è finito nuovamente in prigione e da allora non ne è più uscito. Le forze di sicurezza siriane, hanno fatto irruzione nella sede del Centro siriano per l’informazione e la libertà d’espressione, hanno arrestato tutte le persone presenti, sequestrato computer, cellulari e documenti contenenti tutto il lavoro dell’organizzazione e hanno condotto gli uomini al Centro per la sicurezza a Damasco, dove si ritiene che siano ancora detenuti, apparentemente senza accusa né processo, precisa Amnesty International.
Secondo quanto riporta Yara Badr, moglie di Mazen Darwish, l’uomo avrebbe trascorso nove mesi di prigionia in quello che viene definito il “buco della morte”, ovvero una cella speciale costruita sotto terra, usata per l’isolamento totale dei prigionieri.
“Non vi sono prigioni grandi abbastanza da poter rinchiudere una parola libera”, ha dichiarato dopo uno dei suoi primi arresti Mazen Darwish. Il giornalista siriano è il vincitore del Guillermo Cano World Press Freedom Prize 2015, premio istituito dall’Unesco in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa e intitolato al giornalista colombiano Guillermo Cano Isaza. Il riconoscimento premia giornalisti e istituzioni che si siano distinti nella lotta per difendere la libertà di espressione.
Mazen Darwish, tutt’ora in carcere, non potrà essere presente alla consegna del premio, ma la sua battaglia è ancora in corso, le sue armi sono concetti che la maggior parte dei siriani ha ormai dimenticato e che non crede più possibili, concetti come “diritti umani”, “diritto all’informazione” e “libertà di opinione e di espressione”. Anche se il suo corpo è in carcere le sue idee non potranno mai essere ingabbiate.
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