Medici senza frontiere. In pericolo i farmaci dei paesi poveri

L’India produce da anni migliaia di generici low cost, in concorrenza con i farmaci “di marca” delle grandi aziende occidentali. Che non ci stanno.

“A causa della pressione esercitata dagli Stati Uniti affinché l’India modifichi le proprie regole sulla proprietà intellettuale, milioni di persone in tutto il mondo potrebbero perdere la possibilità di fruire di farmaci economicamente accessibili”. La denuncia arriva da Medici senza frontiere (Msf), e si riferisce alle migliaia di medicinali generici che la nazione asiatica produce e vende a basso costo ai paesi del Terzo mondo.

 

Un gruppo di bambini partecipa a un programma per la prevenzione contro l’AIDS a Soweto, in Sudafrica ©John Moore/Getty Images

 

Più dell’80 per cento dei farmaci utilizzati dalla ong per curare oltre 200mila persone affette da Hiv sono infatti “made in India”, così come numerosi prodotti essenziali per trattare altre malattie come tubercolosi o malaria. L’associazione internazionale fa sapere inoltre che i farmaci generici indiani sono “alla base del nostro lavoro in oltre sessanta Paesi”. Per questa ragione è stato lanciato un appello al primo ministro di Nuova Delhi, Narendra Modi, affinché non ceda alle pressioni della lobby occidentale del farmaco: un gruppo di attivisti di Msf si è anche recato a New York, lo scorso 28 settembre, per partecipare ad alcuni sit-in in occasione di un incontro tra lo stesso Modi e il presidente americano Barack Obama.

 

“Per fare il nostro lavoro – ha spiegato Manica Balasegaram, direttore generale della campagna per l’accesso ai farmaci di Msf – e fornire assistenza umanitaria in tutto il mondo abbiamo bisogno delle medicine a prezzi accessibili prodotte in India e non permetteremo che la “farmacia dei paesi poveri” venga chiusa. Le decisioni del primo ministro Modi avranno un impatto sulla salute di milioni di persone, per questo lo esortiamo a non piegarsi alle pressioni degli Stati Uniti, che vogliono favorire gli interessi della grande industria farmaceutica».

 

Un gruppo di scienziati indiani produce il primo farmaco low cost anti-AIDS, nel 2001 ©Alyssa Banta/Getty Images

 

Le norme in vigore in India, infatti, hanno consentito un ampio sviluppo dell’industria dei generici. Il che, ad esempio, ha garantito in soli dieci anni un calo pari al 99 per cento del prezzo di una combinazione di farmaci anti-Hiv (da 10mila a circa 100 dollari). Secondo Msf, gli Stati Uniti premono in particolare affinché venga introdotta una legge che consente la registrazione dei farmaci generici solamente una volta scaduti i brevetti di quelli originari, prodotti dalle grandi multinazionali: “Sembra che il ministro della Salute indiano stia prendendo questa modifica in seria considerazione, il che comporterebbe tempi lunghissimi la commercializzazione dei generici, con effetti disastrosi sui pazienti”.

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