La Tunisia riceverà 255 milioni per conti pubblici e migranti: lo prevede il Memorandum d’intesa firmato dalla Ue con la Tunisia, voluto dall’Italia.
- La Tunisia riceverà dall’Europa 255 milioni subito per conti pubblici e immigrazione, più altri 900 in seguito.
- Lo prevede il Memorandum d’intesa firmato dalla Commissione europea con la Tunisia.
- Da Saied c’erano Von der Leyen, Meloni e Rutte: l’intesa è stata fortemente voluta dall’Italia.
Sotto la forte spinta dell’Italia, e grazie soprattutto all’impegno della nostra diplomazia, la Commissione europea ha sottoscritto un memorandum d’intesa con la Tunisia di Kais Saied, il presidente che dopo essere stato democraticamente eletto ha spinto il paese nordafricano verso una crisi economica cui ha risposto con una deriva autoritaria. Saied negli scorsi mesi ha sciolto il Parlamento, comprimendo i diritti civili della popolazione e scagliandosi contro i diritti umani delle migliaia di migranti provenienti dall’Africa subsahariana, individuandoli come i responsabili della crisi tunisina a causa di una presunta destabilizzazione portata nel Paese.
Cosa dice il memorandum d’intesa con la Tunisia
Ora però Saied potrà contare ufficialmente sul sostegno italiano ed europeo. Il memorandum d’intesa, firmato a Tunisi alla presenza della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, della premier italiana Giorgia Meloni e del premier olandese Mark Rutte, si basa su cinque pilastri fondamentali: sostegno alla stabilità macroeconomica, sostegno all’economia della Tunisia, relazioni interpersonali (che significa maggiori canali di ingresso regolari per cittadini tunisini in Europa, per esempio per motivi di studio e di formazione professionale) e poi transizione economica verde e migrazioni.
L’Unione Europea garantirà alla Tunisia 150 milioni di euro entro il 2023 per il sostegno dei conti pubblici di Tunisi, particolarmente colpiti dall’inflazione che ha riguardato un po’ tutto il Mediterraneo a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, ma anche dalla siccità. Poi, altri 900 milioni sono previsti nel caso in cui Tunisi trovasse l’accordo con il Fondo monetario internazionale.
Il partenariato sulle migrazioni
Altri 105 milioni verranno invece versati da Bruxelles a Tunisi entro fine anni per fronteggiare l’emergenza migratoria, che è poi il vero motivo per cui l’Italia si è presa a cuore la questione tunisina: il governo guidato da Giorgia Meloni teme infatti che una Tunisia destabilizzata economicamente e politicamente diventi il nuovo ponte per i flussi incontrollati di immigrazione irregolare, sostituendosi di fatto alla Libia.
I 105 milioni che l’Europa verserà sull’unghia, infatti, serviranno proprio, secondo il memorandum, “per la gestione dei flussi migratori, per la lotta ai trafficanti di esseri umani, per rafforzamento delle procedure di rimpatrio e per la gestione delle frontiere”. A quanto si apprende, all’interno dell’accordo sarebbe prevista anche la fornitura di 8 motovedette per la Guardia costiera: un po’ come accade, dal 2017, nell’accordo tra l’Italia e la Libia, con il paradosso che talvolta le stesse motovedette donate dall’Italia vengono utilizzate dalla Guardia costiera di Tripoli per ostacolare i salvataggi di naufraghi da parte di navi italiane o di organizzazioni non governative.
Nel testo finale del memorandum, le parti sottolineano l’intenzione di sviluppare “un approccio olistico alla migrazione, promuovendo i benefici della migrazione nello sviluppo economico e della società, riunendo le persone e affrontando le cause profonde della migrazione irregolare”. E che questo approccio “sarà basato sul rispetto dei diritti umani, compresa la lotta contro le reti criminali di trafficanti di migranti e trafficanti di esseri umani”. Inoltre Commissione europea e Tunisia “accettano di lavorare per migliorare ulteriormente il coordinamento delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare e attuare misure efficaci per combattere il traffico di migranti e la tratta di esseri umani”. In realtà, i numerosi casi di tragici naufragi nel Mediterraneo, anche a poche miglia dalle coste tunisine di Zarzis o di Sfax (seconda città del Paese e principale porto), e l’incredibile vicenda degli oltre 500 migranti deportati nel deserto tunisino e salvati solo grazie all’interessamento di media e ong, lasciano forti perplessità sulla reale intenzione e capacità di Saied di rispettare i patti.
La transizione energetica
Per quanto riguarda il capitolo della transizione energetica, invece, la Tunisia e la Commissione annunciano nel memorandum d’intesa di stare lavorando per concludere un partenariato strategico nel campo delle rinnovabili, “rafforzando in tal modo la crescita verde e la creazione di posti di lavoro”. Le due parti stanno cercando di rafforzare la loro cooperazione “al fine di attuare gli impegni della Tunisia ai sensi degli accordi di Parigi del 2015, in particolare il suo contributo determinato a livello nazionale (Ndc) e la sua strategia di sviluppo nazionale verso la carbon neutrality entro il 2050. Tunisia ed Unione europea si adopereranno inoltre per rafforzare il produzione di idrogeno rinnovabile e dei suoi sottoprodotti, “che potrebbe servire sia il mercato interno tunisino che rispondere in parte alla domanda internazionale, tenendo conto della necessità di proteggere le proprie risorse idriche”.
Già alla fine del 2022, tra l’altro, era stato finalizzato l’accordo tra Terna e Steg per l’infrastruttura strategica Elmed, un progetto di interconnessione elettrica marittima tra le due sponde del Mediterraneo, finanziata dall’Europa tramite il fondo Connecting europe facility per 307 milioni sugli 850 complessivi dell’opera, destinata a incrementare la sicurezza energetica del Paese.
I precedenti di accordi con Libia e Turchia
Come detto, anche dal nome il Memorandum d’intesa ricorda sinistramente quello siglato dall’Italia con la Libia nel 2017, e tuttora in voga nonostante la situazione politica e umanitaria in Libia sia nel frattempo drammaticamente precipitata: in quel caso l’Italia da sola, in questo caso l’Europa nella sua interezza, così come fatto da Bruxelles con la Turchia, appalta di fatto in questo modo la sicurezza dei propri confini esterni a paesi confinanti. “Siamo molto soddisfatti del memorandum d’intesa tra Tunisia e Unione europea – ha detto non a caso a Tunisi la premier Giorgia Meloni – È un ulteriore passo importante verso la creazione di un vero partenariato tra la Tunisia e l’Unione europea che possa affrontare in maniera integrata la crisi migratoria e lo sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo”.
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