Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
Stop al mercurio, entra in vigore la Convenzione di Minamata
Sedici anni dopo l’avvio dei primi negoziati, il 16 agosto è entrata in vigore la Convenzione di Minamata sull’utilizzo del mercurio.
Dopo una gestazione lunghissima, durata ben sedici anni, nel 2017 la Convenzione di Minamata sul mercurio è entrata finalmente in vigore. A partire dal 16 agosto, infatti, il trattato è applicabile sui territorio dei paesi che lo hanno ratificato , compresa l’Unione europea che ha concesso il proprio via libera già nel mese di maggio.
Riconosciuti i rischi legati al mercurio per salute umana e ambiente
“Il nuovo trattato mondiale sul mercurio contribuirà a proteggere milioni di persone nel mondo intero dall’esposizione a questo metallo pesante tossico”, ha spiegato il commissario all’Ambiente, Karmenu Vella. La Convenzione, infatti, riconosce nel proprio preambolo che “il mercurio è una sostanza chimica che suscita preoccupazioni a livello mondiale data la sua propagazione atmosferica a lunga distanza, la sua persistenza nell’ambiente una volta introdotto dall’uomo, la sua capacità di bioaccumulo negli ecosistemi e i suoi considerevoli impatti negativi sulla salute umana e l’ambiente”. Un punto di vista ribadito anche all’articolo 1, nel quale si sottolinea la necessità di proteggere uomini e ecosistemi “dalle emissioni e dai rilasci antropogenici” del metallo e dei suoi composti.
Prima Conferenza della Convenzione di Minamata sul #mercurio a Ginevra dal 24 al 29 set. https://t.co/FCKCrvJMv3 #MakeMercuryHistory pic.twitter.com/qxTQ79CrpO
— UFAM (@ufamCH) 6 settembre 2017
Il documento è stato battezzato con il nome della città giapponese nella quale, dal 1932 al 1968, l’industria chimica Chisso Corpoation sversò nella baia antistante acque contaminate dal mercurio. Il metallo finì così dapprima nei microorganismi marini, quindi nella catena alimentare ittica e infine anche negli organismi umani. A partire dagli anni Cinquanta ci si rese conto che la presenza del metallo era responsabile dell’insorgere di malattie neurologiche o di malformazioni congenite: patologie che nel corso del tempo colpiranno migliaia di persone.
La Convenzione di Minamata resta però poco vincolante
Ora, grazie alla convezione, sarà vietato lo sfruttamento di nuove miniere e verranno imposte regole per ridurne l’utilizzo. Come noto, ad esempio, da anni i termometri contenenti mercurio sono stati vietati. “Ma restano ancora gli amalgami utilizzati in odontoiatria”, ricorda ad esempio il quotidiano francese Novethic. È per questo che il trattato – firmato da 128 nazioni e ratificato, per ora, da 75 – è stato giudicato da Human Rights Watch utile in quanto capace di indicare una direzione.
Il problema è che la Convenzione resta poco stringente dal punto di vista giuridico. Nonostante i lunghi negoziati, infatti, il documento non prevede né un sistema di controlli sul rispetto di quanto ratificato, né un impianto sanzionatorio. Inoltre, benché sia stata riconosciuta la pericolosità del metallo, non sono stati introdotti gli obblighi di decontaminare le zone inquinate e di risarcire le vittime. Si saprà in ogni caso di più sulla sua implementazione al termine della prima Conferenza delle Parti (Cop 1) che si terrà a Ginevra dal 24 al 29 settembre.
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