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Il nuovo presidente messicano Obrador annuncia profondi cambiamenti nella politica energetica: al bando il fracking e cambio dei contratti di fornitura elettrica.
Andrés Manuel López Obrador, il nuovo presidente del Messico eletto lo scorso 1 luglio, ha annunciato che dal 1 dicembre, giorno del suo insediamento metterà al bando il fracking. “Non utilizzeremo più questo metodo di estrazione del petrolio”, ha detto Obrador all’Associated Press. Una battuta considerevole di arresto allo sviluppo di questo mercato, considerato l’enorme potenziale di scisto nel bacino di Burgos, situato nel Messico del nord e molto simile ai campi Eagle Ford in Texas.
“The Mexican Alliance against Fracking agrees with the recent statement of Pres-elect Obrador about the aim to stop #fracking in Mexico. Since 2013, the AMCF has demanded a ban on #fracking due to its consequences on communities, environment and climate” https://t.co/rHPDWG6K7H
— Dr. Sandra Steingraber (@ssteingraber1) August 8, 2018
Meno di un anno fa il ministero nazionale dell’Energia aveva aperto le porte alle compagnie private per l’esplorazione e l’estrazione di gas naturale e petrolio in alcuni bacini del Messico tra cui quello di Burgos. La Commissione nazionale messicana per gli idrocarburi aveva infatti messo all’asta, il 27 marzo scorso, 35 blocchi di esplorazione in mare dove sono presenti ingenti risorse petrolifere e di gas. La superficie totale dei blocchi è di 26.300 chilometri quadrati che si trovano nei bacini di Burgos, Tampico-Misantla-Veracruz e Cuencas del Sureste.
Ora Obrador promette un radicale cambio di marcia su questo versante, ma non solo. Il neo presidente ha annunciato che metterà mano anche ai contratti privati di generazione elettrica che il precedente governo ha stipulato riducendo la Federal Electricity Commission (Cfe), di proprietà del governo un ruolo marginale. “I governi neoliberali hanno deliberatamente chiuso gli impianti di Cfe per acquistare energia elettrica da società straniere a prezzi molto alti. Ora tutto questo cambierà”, ha detto Lopez Obrador.
La tecnica di perforazione orizzontale attraverso la frattura idraulica, nota come fracking, viene utilizzata per sbloccare i giacimenti di petrolio e gas naturale dai letti di scisto. Il fracking ha incrementato significativamente l’estrazione di gas naturale e ha aiutato le economie locali, ma gli oppositori sostengono che il fracking sua un’enorme minaccia per l’ambiente e la salute a causa dell’inquinamento dell’aria e delle falde acquifere. La tecnica è stata vietata in molti paesi in tutto il mondo.
Il “piano per vietare il fracking in Messico e proibire questa pratica intrinsecamente tossica e inquinante, rappresenta una decisione di buon senso da parte di un leader mondiale “, ha detto Wenonah Hauter direttore esecutivo di Food & Water Watch. “Il presidente eletto Obrador si sta muovendo nella giusta direzione su molte questioni, tra cui l’energia e l’ambiente”, ha aggiunto Hauter. “Può andare ancora più lontano impegnandosi a trasformare il Messico in un paese a energia rinnovabile, completamente pulito, dando così un esempio importante ai suoi vicini del nord”.
Thomas Tunstall, direttore delle ricerche per l’Università del Texas presso l’Istituto per lo sviluppo economico di San Antonio, ha invece ricordato che il potenziale divieto del fracking del Messico è per lo più simbolico.
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