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Messico, Swiss Re assicurerà la barriera corallina al largo di Cancun
Per la prima volta una compagnia propone un prodotto per assicurare la barriera corallina contro i danni causati da eventi meteorologici estremi.
La città di Cancun, in Messico, rappresenta una delle mete turistiche più rinomate al mondo. Sorge sulle rive del Mare dei Caraibi, nello stato di Quintana Roo, e i suoi 600mila abitanti vivono in gran parte proprio grazie ai ricavi legati ai numerosi visitatori provenienti da tutto il mondo. Per loro, la barriera corallina non costituisce solamente una risorsa ambientale di valore inestimabile, ma anche una fonte di ricchezza, di lavoro e di benessere di importanza vitale.
Assicurare la barriera corallina costerà fino a 7,5 milioni di dollari all’anno
È per questo che numerose attività commerciali e alberghiere messicane, assieme al governo, hanno chiesto alla compagnia svizzera Swiss Re di sviluppare un prodotto con l’obiettivo di assicurare tale patrimonio. Così, come riferito dal quotidiano inglese The Guardian il colosso del settore di Zurigo ha ideato una polizza ad hoc, la prima del genere a livello mondiale, in collaborazione con l’organizzazione per la protezione ambientale americana The Nature Conservancy.
L’idea è di assicurare un tratto di barriera corallina lungo 60 chilometri: qualora la proposta della compagnia elvetica sarà accettata, il premio verrà versato da alberghi e imprese private legate al turismo. La cifra complessiva che verrà pagata potrebbe arrivare fino a 7,5 milioni di dollari: in cambio, Swiss Re si impegnerà ad indennizzare eventuali danni causati ad esempio da eventi meteorologici estremi conseguenza dei cambiamenti climatici, pagando una cifra compresa tra 25 e 70 milioni di dollari all’anno.
Con tali somme di denaro, si potrebbero immaginare programmi di protezione dei coralli, che potrebbero prevedere perfino il loro spostamento provvisorio in caso di rischi particolari, al fine di preservare l’ecosistema, reinstallando la barriera nel proprio habitat naturale non appena possibile. I coralli, nel frattempo, potrebbero essere sostituiti temporaneamente da strutture artificiali.
“Gli imprenditori si concentrino sul lungo periodo”
D’altra parte, è noto il fatto che a causa delle attività umane, della risalita delle temperature media globali, della presenza di rifiuti nel mare e dell’acidificazione degli oceani, la barriera corallina versa in condizioni sempre più critiche. Secondo il direttore generale di The Nature Conservancy, Mark Tercek, “in casi come questi i partenariati pubblico-privato rappresentano la chiave di volta. Dobbiamo spingere gli imprenditori a guardare al problema sul lungo termine”. E ciò non solo in Messico: basti pensare che, come spiegato di recente da un rapporto pubblicato dalla società di consulenza Deloitte, il valore economico della Grande barriera corallina in Australia è stato stimato in 37,8 miliardi di euro.
Immagine di apertura ©dronepicr/Wikimedia Commons
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